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Mente al giudice sulla pista del ghiaccio: a processo

La donna avrebbe testimoniato il falso in una causa contro la Pro loco di Monte Argentario
Pista del ghiaccio
Pattini sulla pista di ghiaccio

PORTO SANTO STEFANO. Aveva appena 22 anni quando cadde e si fece male sulla pista di pattinaggio sul ghiaccio installata a Porto Santo Stefano. La ragazza, nel dicembre del 2009, era con un gruppo di amici: non era espertissima e quindi, stava cercando di pattinare sorreggendosi alla balaustra laterale dell’impianto, quando uno dei due pattini che aveva ai piedi si impuntò contro una lastra di ferro e la giovane cadde rovinosamente a terra, ferendosi. Con lei c’era  anche il marito che la soccorse e la accompagnò all’ospedale. Poi l’uomo tornò alla pista segnalando la presenza di quella lastra di ferro. Qualche giorno dopo, la pista era stata sistemata e la superficie risultava liscia e compatta.

La ragazza decise di far causa alla Pro loco di Monte Argentario. La giudice Paola Caporali, nel corso del procedimento, sentì diversi testimoni, tra i quali la sorella del presidente dell’associazione che aveva montato la pista da pattinaggio. Una donna di 32 anni di Grosseto, difesa dall’avvocata Loredana Giuggioli è stata rinviata a giudizio dal giudice Marco Mezzaluna con l’accusa di falsa testimonianza.

Durante la causa civile, la donna spiegò alla giudice Caporali che la sera in cui è avvenuto l’incidente, lei era dall’altra parte della pista: avrebbe quindi visto l’allora ventiduenne cadere a due metri e mezzo di distanza dal punto indicato dalla ragazza ma anche che la pista non era dotata di lastre di ferro in nessun punto, negando quindi che ce ne fosse una scoperta.  E anche che due volte al giorno la superficie della pista veniva livellata e che ogni notte si procedeva con il ricarico dell’acqua.  Ma le testimonianze delle altre persone che sono state sentite nel corso della causa civile, erano totalmente divergenti: in molti infatti avevano visto la ragazza cadere dopo aver urtato con il pattino una lastra di ferro sporgente.

Per quel brutto incidente, costato un’invalidità permanente alle giovane del 6%, la Pro loco di Monte Argentario fu condannata a risarcire quasi 12mila euro di danni, mentre dovrà ora presentarsi in tribunale, dopo che la giudice Caporali ha segnalato la sua falsa testimonianza alla Procura.

 

 

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