Maremma terra di ribelli e dei Guardiani del sacro sanguine Skip to content

Maremma terra di ribelli e dei Guardiani del sacro sanguine

Un cavaliere fu trovato sepolto vicino a una canonica, accanto a lui un tubo in piombo con dentro un testo in lingua orientale, poi tradotta a Roma
Oriani Negrini dentro la libreria, con il suo libro "I guardiani del sacro sanguine" di Montieri
Oriani Negrini dentro la libreria Palomar, con il suo libro “I guardiani del sacro sanguine”

MONTIERI. «Se la leggenda diventa realtà, vince la leggenda» dice il signor Scott nel film “L’Uomo che uccise Liberty Valance” (1962, John Ford). È come se muovesse intorno a questa frase il libro “I guardiani del sagro sanguine” di Oriano Negrini (Betti Editrice).

Il testo illustra un’attività di ricerca notevole, avviata tra manoscritti e fonti autorevoli. Oriano, grande appassionato di storia, è assistente del giudice di pace a Grosseto e per anni è stato archivista del Comune a Montieri. «Per la mia passione di archivista – racconta – ho aiutato a recuperare l’archivio storico del Comune. Soprattutto i documenti che riguardano gli anni prima del 1920, era tutto rimasto a Boccheggiano». L’habitat di Oriano, come lui stesso confessa, è l’archivio: quando ci entra si perde e il suo smarrimento poi porta sempre a qualche scoperta.

Questa volta si è smarrito a Montieri, ritrovando una serie di documenti che, sommati insieme, richiamano storia e leggenda insieme. Per Oriano uno più uno fa sempre due e un indizio rimanda sempre a qualcosa di riscontrabile. Confondersi tra realtà e leggenda ne “I guardiani del sagro sanguine” è facile ed è sempre compito del lettore provare a tracciare una linea netta tra i due mondi, sempre a patto che esista.

Montieri
Montieri

Per tutti i curiosi e gli incuriositi di storia, il libro viene presentato sabato 11 marzo alle 17.30, nella sala conferenze del Museo di storia naturale della Maremma, in strada Corsini 5.

«Io mi baso su chi ha raccolto la storia a Montieri – dice Oriano – come i documenti dei francescani, che a lungo hanno rappresentato il sapere del luogo. Dai loro ambienti vengono i memoriali sui quali mi baso».

«Furono i francescani a trovare la tomba del cavaliere dal quale ha origine il libro – ricorda Oriano – Nella tomba c’era un tubo di piombo, con dentro un testo scritto in una lingua orientale che fu tradotta a Roma. Lì c’era la sua storia. Trovarono anche un calice».

Sopra i resti del cavaliere-eretico e sotto la canonica di San Lorenzo (fonte: UNISI, ricerche del Prof G.Bianchi)

Il cavaliere e il sacro sanguine

Tutto inizia con un cavaliere figlio illegittimo di un re che non ne riconosce la paternità. Così, a cavallo dell’anno 1000, si mette a fare attività di brigantaggio. Collezionista avido di oggetti e reliquie va errando e mercanteggiando. E sono proprio i mercanti, grandi connettori del medioevo, a parlargli di una reliquia che contiene il sangue di Cristo. Conservata dai tempi di Longino, riuscirà ad entrarne in possesso e a stabilirne il luogo per la conservazione: la canonica di san Lorenzo a Montieri.

Un edificio con pianta circolare affiancata da sei absidi. «Unica costruzione di quel tipo in Italia – dice Oriano – lì verranno trovati dei resti sepolti, non precisamente attribuiti al cavaliere, ma a un eretico. Tutto lascia pensare però che sia lui».

La “spada dentro la roccia”

Al cavaliere, identificato senza dubbio come una figura ribelle, è anche attribuito il mito della “spada dentro la roccia“. Spezzò infatti una lama gettandola dentro una buca di una miniera d’argento «Un materiale che ha reso famoso Montieri nel medioevo – dice Oriano – ne parla anche lo storico inglese Peter Spufford, quando afferma che tra i motori dell’epoca c’era senza subbio l’argento di Montieri, un luogo dove confluivano anche varie personalità».

Probabilmente il gesto del cavaliere ha ispirato altri come quello di San Galgano della “spada nella roccia”, e chissà, forse anche Thomas Malory qualche secolo dopo «È lui che introduce Excalibur nel ciclo arturiano – dice Oriano – prima la spada c’era».

Giacomo da Montieri e il marchese

Dopo il cavaliere, nel 1200 il paese rimarrà ammaliato dalla personalità di Giacomo da Montieri. Entrato in contrasto col vescovo di Volterra, si ergerà in difesa del paese delle colline metallifere divenendone poi anche il suo Santo.

L’ultimo nobile, se non per titolo per natura, che si affaccia sul paese è il marchese Biagio Capizzucchi, nel 1600. Combattente per natura, si ritrova anziano, con lo stipendio decurtato e privo della sua solita scorta. Per difendere sia sé stesso che tutta Montieri fonderà quindi una compagnia di cavalieri da un nucleo di 20 persone. Nascono così i “Cavalieri della compagnia della croce e del pugnale”, un gruppo di persone che si occupavano di risolvere le controversie dove la legge non riusciva e che divenne custode della reliquia del sacro sanguine.

Secoli di memorie conservate in uno scrittoio

«La compagnia doveva avere un maestro – dice Oriano – con una borsa, un fondo che la manteneva. Al maestro poi spetta conservare tutto il materiale che viene tramandato. Proprio in questa compagnia militava chi ha lasciato il memoriale su cui mi baso. Nonostante la memoria fosse sempre stata tramandata per via orale, qualcuno si era preso la briga di scriverla e nasconderla, sotto forma di pizzini, nello scrittoio».

Il motto della compagnia è “ora e sempre”, ma il tempo ha cambiato un po’ le cose. «Dopo le guerre mondiali è divenuta una sorta di club» – dice Oriano. Alla domanda se la reliquia, il calice, esista la risposta è solo una: «La reliquia c’è – dice – a molti potrà sembrare tutto una leggenda, ma anche se così fosse, le leggende non si discutono, si prendono per quello che sono. Adesso al posto della compagnia esiste l’Associazione della croce d’argento, e il maestro quando mi consegnò tutto, mi ha fatto scoprire una selezione di oggetti mai visti». 

Autore

  • Federico Catocci

    Nato a Grosseto, pare abbia scelto quasi da subito di fare l’astronauta, poi qualcosa deve essere cambiato. Pallino fisso, invece, è sempre rimasto quello della scrittura. In redazione mi hanno offerto una sedia che a volte assomiglia all’Apollo 11. Qui scrivo, e scopro. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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