MANCIANO. Strade trasformate in torrenti, l’acqua che corre veloce e buia nella notte di pioggia battente, e un’ambulanza che avanza a fatica, con dentro un paziente, un equipaggio di volontari e la paura come compagna di viaggio.
È accaduto tra Manciano e Pitigliano, nell’entroterra della Maremma, dove ogni emergenza sanitaria si trasforma in una corsa contro il tempo, resa ancora più difficile dal maltempo e da ospedali sempre più lontani.
Le forti piogge che hanno colpito in questi giorni l’area di Manciano e Pitigliano hanno riacceso un tema che nelle zone interne della Maremma torna puntualmente a ogni emergenza: la distanza dagli ospedali e le difficoltà nei soccorsi.
Strade allagate e “viaggi della speranza”: il racconto del soccorritore
A denunciare la situazione è stato un soccorritore della Misericordia di Manciano, Luca Giorgi, che in un lungo post corredato di foto di strade allagate ha raccontato i rischi corsi durante un intervento nella notte:
“Abbiamo veramente rischiato tanto. Ha rischiato un’ambulanza, il suo paziente, il sanitario e l’equipaggio spesso formato da soli volontari. Bisognava arrivare in pronto soccorso, ma la notte i nostri ospedali periferici sono ridotti all’osso. La specialistica è a Grosseto, a 70, 80, 90 e anche 100 km di distanza. Viaggi della speranza, li chiamiamo, ma non si può andare avanti così”.
Il racconto del soccorritore fotografa una realtà quotidiana nelle aree interne: ambulanze costrette a percorrere decine di chilometri, spesso in condizioni proibitive, con tempi che superano l’ora di viaggio per raggiungere il pronto soccorso di Grosseto.
QUI IL POST
La lettera aperta di Celata: «Qui non vivono statistiche, ma persone»
Alle parole del volontario si è aggiunta la voce di Emilio Celata, consigliere comunale di Pitigliano, che ha scritto una lettera aperta al governatore della Toscana, Eugenio Giani.
Celata richiama l’attenzione sui rischi legati alla sanità nelle zone interne e sulla condizione di chi continua a vivere nei borghi della Maremma:
“Novanta chilometri per raggiungere un pronto soccorso non possono diventare la normalità. Non può essere accettabile. Qui non vivono statistiche, qui vivono persone. Noi pratichiamo la ‘restanza’: resistiamo nei borghi, ma abbiamo bisogno di sentire che non siamo stati dimenticati”.
Il consigliere chiede che i piccoli ospedali periferici non diventino “gusci vuoti” e che la salute dei cittadini non dipenda “dai chilometri percorsi in una notte di pioggia”.
Maltempo e sanità in Maremma: un problema che si ripete
La vicenda non è nuova. Negli ultimi anni le ondate di maltempo hanno più volte messo in crisi la viabilità tra Manciano, Pitigliano e Grosseto. Qui abbiamo scritto dei recenti problemi nella zona di Paganico. E qui di quelli nel sud della Maremma.
Ogni volta riemerge la fragilità del sistema dei soccorsi in un territorio vasto, caratterizzato da distanze importanti e strade spesso compromesse.
Noi di MaremmaOggi abbiamo già documentato casi di ambulanze costrette a deviare per frane o allagamenti, con pazienti che hanno dovuto affrontare viaggi interminabili verso l’ospedale. Un problema che, come denunciano operatori e amministratori, non può più essere lasciato irrisolto.
Maltempo e sanità in Maremma: un problema che si ripete
Il post del soccorritore e la lettera di Celata convergono nello stesso messaggio: la necessità di riorganizzare la sanità nelle aree periferiche della Maremma.
Un appello rivolto al presidente Giani, affinché la “restanza” dei borghi non si trasformi in solitudine e abbandono.
