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Manca la Co2, non si trova l’acqua gassata

Da inizio di luglio è sempre più difficile reperire acqua con le bollicine. E la grande distribuzione non sa come sopperire alla richiesta
Un bicchiere di acqua frizzante

GROSSETO. Chi è abituato a bere l’acqua gassata, e in estate un bicchiere fresco con le bollicine è una bella sensazione, se n’è già accorto da qualche settimana: le bottiglie di acqua frizzante sono sparite dagli scaffali di supermercati e negozi, mentre i rifornimenti arrivano con il contagocce.

L’allarme era stato lanciato quasi un mese fa dai produttori, ora però la “crisi dell’acqua gassata “si è concretizzata. Nelle catene della grande distribuzione organizzata, nei negozi di vicinato, nei piccoli market di quartiere, le bottiglie di acqua frizzante iniziano a scarseggiare o mancano del tutto, a causa dell’aumento del prezzo della Co2.

Nel breve periodo, se la situazione non cambia, i problemi per le aziende si sposteranno anche sulle bibite, con alcuni marchi che hanno già fatto sapere ai propri distributori che i disagi sono dietro l’angolo.

Il prezzo della Co2 è aumentato di 7 volte

A mettere in crisi le linee produttive è il prezzo della Co2, aumentata anche di 7 volte: una cisterna di anidride carbonica è schizzata da 3.000 mila a 21.000 euro, cui si aggiungono i ritardi nelle consegne e non pochi disagi nel reperire il gas. Di conseguenza, molte aziende non possono più garantire – specialmente in agosto – la fornitura di acqua frizzante, ma il problema potrebbe durare anche nei mesi successivi. 

«Non sappiamo più come fare – ha spiegato un distributore – purtroppo non vengono rispettati gli impegni presi dalle aziende e alla fine sia noi distributori, che il consumatore finale ne paga le conseguenze. In questo momento è quasi inutile anche fare gli ordini e passiamo giornate a cercare l’acqua gassata. Ma in giro non ce n’è». In pochi giorni, i distributori hanno smesso di consegnare l’acqua gassata.

A cosa serve l’anidride carbonica?

La crisi della Co2 non è una novità e non è limitata solo all’Italia. Il suo uso è diffuso in diversi settori, da quello sanitario, all’alimentare, all’agricoltura:

  • In ambito sanitario, è utilizzata per sterilizzare gli strumenti e per diversi esami diagnostici
  • nel settore alimentare, oltre all’acqua e alle bevande gassate, è necessaria per spillare la birra e altre bevande, nonché per refrigerare e conservare il cibo
  • in agricoltura, si usa nelle serre e negli allevamenti

E se si aggiunge il lungo periodo di siccità degli ultimi mesi, il quadro è presto fatto: i costi di produzione andrebbero fuori mercato. ragione per cui le più importanti aziende del settore hanno deciso di non confezionare l’acqua frizzante.

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