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Maltempo, allarme per i terreni appena coltivati

Più di metà del territorio a rischio alluvione secondo l’analisi di Coldiretti. A Civitella Paganico caduti 107 mm di pioggia in 36 ore
Il Bozzone allagato. Foto da drone di Massimiliano Boldorini

GROSSETO. Più della metà della superficie della provincia di Grosseto si trova in aree a pericolosità idraulica. Questo significa che quasi 2.400 chilometri quadrati di territorio dei 4.500 complessivi è potenzialmente a rischio alluvione. Sono invece 17mila i cittadini, il 7,6% della popolazione, che vivono in aree a rischio frane elevato e molto elevato. A dirlo è Coldiretti Grosseto in riferimento all’ultima ondata di maltempo che ha colpito Manciano, Castiglione della Pescaia, Civitella Paganico e gran parte della piana nord di Grosseto provocando esondazioni, black out, interruzioni della viabilità ed enormi disagi per cittadini ed imprese.

La pioggia caduta negli ultimi due giorni – in località Pari sono caduti 107 mm di acqua in 36 ore secondo Centro Funzionale Regionale – ha fatto alzare il livello dei fiumi, fino a poche settimane fa in deifici idrico, causando numerosi allagamenti. Diverse le aziende interessate dati effetti del maltempo che segnalano dilavamento delle semine e difficoltà di raggiungere i terreni coltivati. 

Dissesto idrogeologico evitato grazie alle aziende

«Dobbiamo invertire una tendenza molto pericolosa e rimettere l’agricoltura con la produzione di cibo e la salvaguardia del territorio al centro del sistema paese – spiega Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Toscana e delegato confederale di Grosseto – La presenza delle aziende agricole garantisce una costante e vitale attività di manutenzione contro il dissesto idrogeologico e l’erosione ma anche contro gli incendi innescati dagli effetti dei cambiamenti climatici. L’ultima generazione è responsabile della perdita in Italia di oltre un quarto della terra coltivata per colpa della cementificazione e dell’abbandono provocati da un modello di sviluppo sbagliato che ha ridotto in maniera purtroppo irreversibile la superficie agricola utilizzabile. Tutto questo ha un impatto sulla nostra sicurezza. I cambiamenti climatici metteranno sempre più la fragilità del nostro futuro. Ecco perché una legge contro il consumo di suolo non è più rimandabile».

Ad aggravare la fragilità di un territorio che ha tra i più alti indici di suolo consumato procapite della Toscana, e tra i più alti d’Italia (647 chilometri quadrati) il cambiamento climatico in atto con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, il rapido passaggio dal sole al maltempo e precipitazioni brevi ed intense. Ma ci sono solo questi fattori.

Agricoltori messi in fuga da ungulati e predatori

Negli ultimi dieci anni il consumo di suolo unito al fenomeno dell’abbandono delle campagne esasperato dalla presenza degli ungulati e dei predatori ed i bassi compensi riconosciuti agli agricoltori hanno già contributo alla perdita di 105 mila quintali di prodotti agricoli per l’alimentazione dell’uomo e degli animali nella nostra regione, aumentando il deficit produttivo del Paese e la dipendenza dall’estero. La sparizione di terra fertile non pesa peraltro solo sugli approvvigionamenti alimentari – sottolinea Coldiretti Grosseto – poiché dal 2012 ad oggi il suolo sepolto sotto asfalto e cemento non ha potuto garantire l’assorbimento dell’acqua piovana che ora scorrono in superficie aumentando il rischio idrogeologico.

«Valutiamo positivamente la scelta del Governo di investire nella manovra sul “Fondo per il contrasto al consumo di suolo”, finanziato con 10 milioni di euro nel 2023, 20 milioni nel 2024, 30 milioni di euro nel 2025 e 50 milioni di euro all’anno nel biennio 2026-2027 previsto dalla manovra – spiega il direttore di Coldiretti Grosseto, Milena Sanna – Ma sono anche necessari interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini per l’acqua piovana in modo da raccoglierla quando è troppa e usarla quando serve in modo da gestire gli effetti dei cambiamenti climatici e aumentare la capacità produttiva del Paese. Gli agricoltori – conclude il direttore Sanna – sono pronti a coltivare di più in modo da difendere la capacità produttiva nazionale e la sovranità alimentare del Paese messa a rischio dalla guerra, dalla speculazione internazionale e dal clima che nella provincia di Grosseto ha causato solo questa estate, per la siccità, 100 milioni di euro di danni».

 

 

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