Morto insieme al suo cane, la disperazione degli amici Skip to content

Morto insieme al suo cane, la disperazione degli amici

Fino a un po’ di tempo fa Davide Alasia aveva vissuto in una casetta di legno che poi era stata demolita: «Era un uomo di una bontà unica, sempre pronto ad aiutare gli altri»
Davide Alasia

GROSSETO. La tragedia è stata scoperta questa mattina, sabato 11 febbraio, in una roulotte sulla strada delle Conce, a Istia d’Ombrone. Un uomo di 51 anni è stato trovato senza vita da suo figlio: ucciso, probabilmente, dal monossido di carbonio. Accanto al suo corpo, anche quello del suo cane Brem Brem: anche lui trovato senza vita.

L’ultima telefonata

Alle prime luci dell’alba, Davide Alasia, ha telefonato a suo figlio. Erano le cinque del mattino e molto probabilmente il cinquantunenne stava già male. Già nei giorni scorsi infatti, aveva lamentato un mal di testa che non gli dava tregua.

Viveva da tempo in una roulotte sulla strada delle Conce, nella campagna vicino a Istia d’Ombrone. Per ripararsi dal freddo, aveva sigillato alla bell’e meglio con del nastro da carrozzieri, le finestre e la porta del mezzo. Per evitare che il calore, prodotto da alcuni fornelli e da una stufetta uscisse. Probabilmente è stato proprio questo ad ucciderlo.

Il figlio del cinquantunenne, intorno alle 9 di sabato 11 febbraio, è andato a trovare suo padre per capire se stesse bene. Lo ha trovato morto insieme al suo cane.

Il ragazzo ha immediatamente dato l’allarme al 118 e i sanitari si sono precipitati sulla strada delle Conce. Ma per Davide Alasia, non c’era ormai più nulla da fare. La salma è stata portata all’obitorio, a disposizione del pm di turno. Sul posto è intervenuto anche il personale delle volanti.

Il ricordo degli amici

Davide Alasia, fino all’anno scorso aveva abitato in una casetta alle Stiacciole, che poi fu demolita. Nella frazione, erano state raccolte le firme per chiedere al Comune la demolizione del piccolo fabbricato in legno. Lui e il figlio, dal settembre dell’anno scorso, si erano sistemati in due roulotte, una di fronte all’altra.

«Davide era un uomo di una bontà e di una simpatia unica – ricorda l’amico Marco – che non meritava una morte come questa». Raccoglieva il ferro vecchio, aiutava a ripulire i piazzali delle officine. «Se in questa zona si restava impantanati – dice ancora Marco – bastava chiamarlo e veniva subito. Non ha mai chiesto un euro a nessuno per questi interventi».

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