GROSSETO. C’era stato prima un esposto presentato alla procura di Grosseto da parte di un collega, subito archiviato. Poi era arrivata una sanzione pecuniaria, subito declassata a richiamo scritto da parte del compartimento della polizia stradale. A farne le spese era stato un poliziotto della stradale che, per vedersi cancellare il richiamo e ottenere così il giusto riconoscimento dei gradi di carriera, si è dovuto rivolgere al Tar.
Che gli ha dato ragione, condannando il ministero dell’Interno al pagamento delle spese di giudizio per 2.000 euro. Anche perché, il suo rendimento negli anni, era sempre stato eccellente. Ma nonostante l’ottima valutazione, il ministero non voleva saperne di cancellare quel richiamo.
Un esposto presentato da un collega
La vicenda risale a 11 anni fa quando un collega del poliziotto, si era rivolto alla Procura, segnalando che l’ispettore superiore durante una giornata di lavoro, aveva prestato servizio solo per tre ore anziché 6 senza recuperare le tre ore mancanti.
Appena ricevuta l’archiviazione da parte della procura, il poliziotto aveva scritto al ministero, senza però avvertire il compartimento. E da quegli uffici era arrivato prima un atto di trasferimento, poi una sanzione pecuniaria trasformata infine in sanzione di richiamo.
L’agente che aveva denunciato l’ispettore superiore era stato trasferito alla polizia ferroviaria, mentre lui era rimasto alla stradale.
Per quattro volte di seguito, ogni due anni, il poliziotto aveva chiesto la riabilitazione: con quella sanzione di richiamo, infatti, era stato degradato.
Il Tar dà ragione al poliziotto irreprensibile
Senza mai aver ricevuto risposta, alla fine, l’ispettore superiore si è rivolto direttamente al Tar. Assistito dalle avvocate Mariapaola Marro e Barbara Chelli, i giudici della sezione prima del tribunale amministrativo hanno accolto il ricorso contro il provvedimento.
Anche perché, durante gli anni di servizio, aveva sempre ricevuto valutazioni eccellenti: tutti i rapporti informativi, dal 2014 ad oggi, lo descrivevano come un dipendente dal rendimento “ottimo”.
Anche il dirigente del compartimento regionale della polizia stradale era stato favorevole alla concessione del beneficio che aveva richiesto. Per questo i giudici Roberto Pupipella, presidente, Luigi Viola, consigliere e Flavia Risso, consigliera estensora, hanno accolto il ricorso e hanno condannato il ministero dell’Interno al pagamento di 2.000 euro di spese.
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Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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