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I “dimenticati” della Concordia

L’ex direttore sanitario della Asl di Grosseto, Danilo Zuccherelli, ha scritto una lettera per ricordare il grande lavoro del personale dell’azienda impegnato per due anni intorno alla Concordia e passato spesso sotto silenzio
operatori del 118 al Giglio

ISOLA DEL GIGLIO. La notte del 13 gennaio 2012, in soccorso ai naufraghi della Concordia sul molo di Giglio Porto, c’erano i vigili del fuoco, la guardia costiera, i volontari, la polizia municipale, le forze dell’ordine, tanti cittadini intervenuti per dare una mano e un riparo. Insieme a loro già mezz’ora dopo il disastro c’erano anche gli uomini del 118, medici, infermieri, piloti – i primi ad atterrare sull’isola –  c’era la dottoressa della guardia medica, mentre all’ospedale di Grosseto scattava l’emergenza per accogliere i feriti (si chiama Peimaf, Piano Emergenza Interno Massiccio Afflusso di Feriti).

Nelle settimane successive e per tutti i due anni che hanno preceduto la partenza del relitto verso Genova a luglio 2014, il personale dell’Asl ha portato avanti il suo grande impegno a fianco delle altre istituzioni, di chi lavorava al cantiere e soprattutto dei cittadini e dei familiari delle vittime.

A tutte queste persone, che spesso sono “sfuggite” alle maglie del ricordo e delle celebrazioni, per dimenticanza o perché hanno “semplicemente fatto il proprio dovere”, è dedicata la lettera che l’ex direttore sanitario dell’allora Asl 9 Grosseto, Danilo Zuccherelli, ha inviato a Maremma Oggi e che pubblichiamo integralmente.

Un ringraziamento doveroso che spesso è mancato

«10 anni sono un tempo giusto per analizzare i fatti avvenuti con il necessario livello di distacco, per poter esprimere giudizi sui comportamenti, per riflettere sulle cose da cambiare, per tutti coloro che sono sopravvissuti e che oggi sono in grado di approfondire e riflettere», scrive Zuccherelli.

«Sono solito intervenire poco, ma ho deciso di rompere la mia riservatezza per sottolineare una cosa che, nelle varie occasioni di commemorazione del disastro della Costa Concordia, è stata sistematicamente tralasciata: il valore, il ruolo e i risultati della struttura sanitaria dell’emergenza della Asl di Grosseto, in occasione del naufragio.

In tempi pre-Covid, ma anche adesso nel pieno della tempesta pandemica, le strutture sanitarie vengono criticate e attaccate anche per ogni minimo particolare che non funziona: nell’emergenza Costa Concordia, nessuna critica, nessun commento negativo emerse nei confronti della struttura della Asl 9, a quei tempi titolare dell’organizzazione sanitaria territoriale. Quando nessuno si lamenta vuol dire che tutto è andato bene e ciascuno ha svolto fino in fondo il proprio ruolo.

Dunque vorrei ricordare sinteticamente lo sforzo immane che la struttura sanitaria fu in grado di esprimere, per esternare un forte ringraziamento alle professioniste e ai professionisti, ai volontari tutti che si prodigarono in quelle ore per portare assistenza agli oltre 4mila naufraghi, al centinaio di feriti, ai congiunti dei deceduti», continua Zuccherelli.

I protagonisti

«E come direttore sanitario in quei giorni, voglio ricordare in particolare

  • gli operatori del 118, che alle 23 concretizzarono la gravità della situazione e dettero il primo allarme interno
  • la dottoressa Domitilla Ordini, guardia medica in servizio al Giglio che per prima confermò, da testimone  sull’isola, la gravità della situazione
  • l’equipaggio dell’elisoccorso Pegaso 2 che, attivato da me, atterrò per primo sull’isola dopo aver atteso anche un componente dei vigili del fuoco
  • il personale dell’ospedale Misericordia (il direttore, i primari, i medici, le caposala, gli infermieri, i tecnici, gli operatori socio-sanitari, ecc) che in piena notte, avvertito dagli operatori in servizio, rientrò in ospedale per provvedere a dimettere i ricoverati meno gravi e liberare posti letto. Furono trasportati al pronto soccorso, con una spola continua per tutta la notte, 110 naufraghi bisognosi di cure
  • il personale sanitario e i volontari (10 medici, 16 infermieri, 80 soccorritori, 25 ambulanze) che permisero un primo controllo e una prima assistenza nelle due postazioni mediche avanzate allestite nella notte in pochissimo tempo al Giglio, per visitare, assistere, asciugare, rincuorare i naufraghi, in collaborazione con i gigliesi
  • tutti gli altri operatori della Asl 9 (tecnici della prevenzione nei luoghi di lavoro, tecnici della igiene, psicologi, veterinari, ufficio comunicazione) che nei giorni del disastro, poi nei mesi e anni successivi si impegnarono in tutto quello che restava da fare, non ultimo per garantire le condizioni di sicurezza delle operazioni di recupero del relitto
  • e purtroppo anche la vittima sul lavoro, il subacqueo spagnolo di 40 anni, Israel Franco Moreno, deceduto nonostante il tempestivo intervento dell’equipe del 118, il 1° febbraio 2014», aggiunge l’ex direttore sanitario.
operatori del 118 al Giglio
Gli operatori del 118 al Giglio per il parbuckling. Da sinistra Pietro Aloia, Giacomo Fatarella, Robusto Biagioni e con loro Danilo Zuccherelli

Un ricordo particolare per uno dei protagonisti che non c’è più

«Nei giorni successivi il lavoro continuò con il massimo impegno e dedizione sia per l’assistenza psicologica e sociale ai naufraghi, sia per far fronte ai mass media che si riversarono in maniera massiccia e talvolta invadente, da tutto il mondo, sull’isola e all’ospedale di Grosseto. Aggiungo anche il lavoro degli addetti per l’accoglienza delle salme, il supporto alla polizia scientifica, l’accoglienza dei familiari delle vittime. E gli impegni continuarono fino alla rimessa in galleggiamento del relitto.

Giacomo Fatarella
Giacomo Fatarella

Tutti gli operatori sono stati ringraziati in varie occasioni interne alla Asl, anche per il silenzio, la dedizione e lo spirito di servizio con cui hanno affrontato quell’emergenza nei due giorni di lavoro ininterrotto dopo il naufragio e negli anni successivi.

In particolare, mi permetto di ringraziare a nome di tutti un valido e insostituibile collaboratore: il coordinatore degli infermieri del 118, Giacomo Fatarella che non è più con noi e che in stretta collaborazione con il dottor Robusto Biagioni, coordinatore medico del 118 e dell’elisoccorso, fu un cardine per il corretto andamento delle operazioni di soccorso», conclude Danilo Zuccherelli.


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