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Le spoglie di don Gino tornano a Campagnatico

Domenica 19 marzo la cerimonia solenne. Sarà il vescovo Giovanni a presiedere la messa, poi don Faldini tornerà nella sua amata pieve
La pieve di San Giovanni battista a Campagnatico, nel riquadro don Gino Faldini
La pieve di San Giovanni Battista a Campagnatico, nel riquadro don Gino Faldini

CAMPAGNATICO. La comunità del paese riaccoglierà di nuovo il suo storico proposto don Gino Faldini. A 39 anni dalla morte, domenica 19 marzo, è in programma una solenne cerimonia.

Alle 11, infatti, col vescovo Giovanni che presiederà la Messa, i resti del sacerdote saranno tumulati all’interno della pieve di San Giovanni Battista. Proprio nella chiesa che lo ha visto impegnato nell’esercizio del suo ministero per la quasi totalità della sua vita sacerdotale.

Un gesto di amore e riconoscenza voluto dal parroco don Ivano Rossi.

Gino Faldini torna nella sua pieve

Don Gino era nato nel 1909 a Montemassi. Alla sua morte, il 23 gennaio 1984, era stato sepolto nel piccolo cimitero del paese.

«Due anni fa – racconta don Rossi – mentre effettuavo, su incarico del vescovo, la visita amministrativa alla parrocchia di Montemassi, parlando col parroco don Giorgio Nencini venni a sapere che la salma di don Faldini sarebbe stata riesumata. Da lì è nato in me il desiderio di portare i suoi resti a Campagnatico».

La Pieve di Campagnatico (foto di Andrea Fabbreschi)

Nel frattempo, sono passati i mesi, c’era anche da superare qualche passaggio burocratico. Poi poche settimane fa, mentre don Ivano si trovava in Ucraina, è stato raggiunto dalla notizia che la salma di don Faldini era stata riesumata.

«Ricevuto il consenso dei parenti, che oggi non vivono più a Montemassi, e sentito il Vescovo, ho potuto andare avanti con l’idea che il 19 marzo si concretizzerà. Accoglieremo i resti di don Gino e li tumuleremo nella pieve» conclude don Rossi.

Profonde le radici nella comunità di Campagnatico

Don Faldini era stato ordinato prete il 1° aprile del 1933. Anno santo della redenzione, insieme a don Astutillo Pellegrini. Furono i primi due preti ordinati dal vescovo Galeazzi. Esercitò il suo ministero in Cattedrale, poi a Buriano, quindi, per 38 anni, a Campagnatico.

Ma fu anche cappellano militare e archivista diocesano.

«A Campagnatico don Gino è stato e rimarrà un’istituzione per il bene fatto a tutti i livelli e per l’inserimento pieno nella vita e nelle tradizioni del suo popolo – scriveva nella Rivista diocesana del 1984 don Umberto Ottolini tracciandone il profilo per il necrologio – Che cosa non conosceva don Gino della millenaria storia di Campagnatico?”.
E fu nell’antica pieve di San Giovanni Battista che si tennero i funerali prima della sepoltura a Montemassi, «In una tempesta di vento e di nevischio», annotava don Ottolini. Che ricordava anche come la cura per le chiese, in particolare per la pieve di Campagnatico (da don Gino riportata ai primitivi splendori) e per la chiesa di Santa Maria (oggi santuario diocesano), gli valse la nomina a canonico onorario della cattedrale.

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