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Lasciato nell’armadietto per non farlo cadere

Fissata l’autopsia sul corpo del neonato trovato morto nella cabina della nave da crociera: la mamma e due colleghe sono in carcere a Sollicciano. Il piccolo era stato allattato fin dalla nascita. L’avvocato: «Negligenza criminale»
La Silver Whisper davanti a Porto Santo Stefano
La nave da crociera davanti a Porto Santo Stefano

GROSSETO. Verrà conferito venerdì 24 maggio in Procura a Grosseto l’incarico per effettuare l’autopsia sul neonato trovato morto domenica 19 su una nave da crociere al largo di Porto Santo Stefano.

Sarà il professor Mario Gabrielli, direttore del dipartimento di Medicina legale dell’Università di Siena, insieme allo specialista di anatomia patologica Paolo Toti, a ricevere l’incarico dal sostituto procuratore Giovanni De Marco, che sta coordinando le indagini insieme ai carabinieri di Orbetello e ai militari del nucleo investigativo di Grosseto.

Nel pomeriggio poi verrà effettuata l’autopsia.

Chi sono le tre donne arrestate

Il bambino è nato venerdì 17 maggio sulla nave da crociera, partita da Civitavecchia alla volta di Porto Santo Stefano, dov’è rimasta ormeggiata al largo dell’Argentario per una notte. 

L’allarme è partito quando il comandante della nave ha saputo che nella cabina nella quale dormivano tre dipendenti della compagnia, imbarcate come cameriere, c’era il piccolo ormai senza vita. 

La mamma, Chan Jheansel Pia Salahid, 28enne nata a Manila, difesa dall’avvocato Giovanni Di Meglio,  insieme a due colleghe, Mutundu Dorcas Njuguini, originaria del Kenya e Mphela Kgothadso Mabel Jasmine, Sudafricana, difese dagli avvocati Luca e Mario Fabbrucci, si trovano adesso a Solliocciano con l’accusa di omicidio volontario in concorso.

Allattato fin dalla nascita, l’avvocato: «Negligenza criminale»

La giovane filippina addetta alle cucine e appartenente all’equipaggio, che aveva partorito venerdì 17 un bambino sull’imbarcazione “Silver Whisper”, lo aveva allattato fin dalla nascita. 

Drammatica la ricostruzione della Procura, che ha tradotto il decreto di fermo anche in inglese, lingua parlata e capita dalle tre donne. 

Il piccolo infatti, sarebbe stato tenuto nascosto nella cabina della nave. E quando doveva restare da solo, veniva sistemato nell’armadietto della cabina per evitare che cadesse dal letto. Armadietto del quale venivano lasciati gli sportelli aperti per permettere al piccolo di respirare

Azioni queste, che fanno ritenere che la 28enne non volesse uccidere suo figlio. E sarà anche questo uno dei nodi che le indagini dovranno sciogliere: ovvero, se la morte del piccolo sia stata provocata volontariamente dalla madre o se invece si sia trattato, «di una negligenza criminale», come sostiene l’avvocato Di Meglio. 

Autore

  • Francesca Gori

    Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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