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Lascia le cucine stellate e apre una trattoria sull’Amiata

Agata Felluga ha lavorato per anni al fianco dei migliori chef in Francia. Ha scelto di tornare in Maremma e si è rifugiata a Rocchette di Fazio, frazione di Semproniano. Il suo Cacciaconti è prossimo ad entrare nella guida Slowfood dell’Osterie d’Italia nel 2024
La trattoria Cacciaconti e Agata Felluga
La trattoria Cacciaconti e Agata Felluga

GROSSETO. Tra le tante eccellenze dalla Maremma, rientra di diritto anche la trattoria Cacciaconti a Rocchette di Fazio, frazione di Semproniano, uno dei paesi più a sud del Monte Amiata, a un tiro di schioppo dalle terme di Saturnia.

La particolarità del ristorante è che il locale è l’unica attività di Rocchette di Fazio, visto che ci vivono solo 23 persone, tra cui la famiglia della chef Agata Felluga, che ha voluto a tutti i costi, quasi due anni fa, cimentarsi in questa avventura.

La storia di Agata, chef cresciuta in Francia ma con il cuore in Maremma

Proprio Agata fin da bambina anche se cresciuta a Roma, ha sempre frequentato Rocchette di Fazio, la dimora delle vacanze estive, con babbo istriano e madre per metà veneta e per metà tedesca, entrambi con una grande passione per la cucina macrobiotica e francese.

E Agata, che frequentava gli studi in arte e cinema, nel 2000 ha deciso di mollare tutto e partire per Parigi, collaborando alla trattoria Bocconi.

L’inizio del suo futuro da vera autodidatta, continuando poi a lavorare nelle più importanti cucine della capitale francese: da Lucas Carton fino all’Astrance a fianco di Pascal Barbot, e poi a Le Châteaubriand di Inaki Aizpitarte.

Poi un nuovo trasferimento a Strasburgo per dirigere la cucina di Jour de Fête. E infine la decisione di aprire la sua trattoria Cacciaconti ad inizio del 2022, nei luoghi dell’infanzia, dove i genitori hanno deciso di vivere.

Un ristorante però c’era già dal 2000 e si chiamava Osteria Piccolo Borgo, poi altri cambi di gestione fino all’arrivo di Agata Felluga. E in poco tempo, grazie al passa parola, la trattoria Cacciaconti ha iniziato a farsi conoscere, tanto che Slow Food l’ha già inserita nella guida Osterie d’Italia del 2024.

La voglia di tornare a respirare aria di casa

«Volevo isolarmi e per questo ho scelto Rocchette di Fazio per aprire il mio ristorante – racconta Agata – e ho imparato tantissimo. In questi quasi due anni ci sono stati moneti duri, specialmente all’inizio con la fine del Covid e la mancanza di personale, però di carattere sono sempre stata ottimista. Il mio non è certo un ristorante di passaggio, bisogna proprio venirci e l’atmosfera che si trova è di quelle davvero particolari. Pensavo di conoscere la realtà locale, invece c’è voluto un vero adattamento».

Il menu è scritto sulla lavagna

Alla trattoria Cacciaconti non c’è un vero menu di carta. Ci sono però quattro lavagne, una per ogni portata, dove la chef Agata elenca i piatti del giorno, soprattutto preparati con i prodotti stagionali, e quelli invece che sono fissi: tagliatelle al ragù, gnudi fatti da sua mamma, tagliata e il gelato al miele.

«Non ci sono contorni – spiega Agata – ma piatti vegetali tra gli antipasti. E cerco sempre di avere un’insalata mista con polveri, erbe aromatiche e cereali. Mi rifaccio alle tradizioni toscane di altri tempi, magari portandomi dietro le mie esperienze internazionali, puntando molto sui prodotti locali, che sono in sostanza il mio vero segreto».

Fra gli antipasti c’è il radicchio, le uova marinate e aioli, la mozzarella di bufala e piantaggine di campo, ma anche cacio e pere. Tra i primi i pici alla salsa verde sono quasi una specialità, e ancora l’acquacotta e i tagliolini neri alla bottarga.

Fra i secondi viene proposto il filetto di merluzzo e salsa ai calamari. Per finire con i dolci: la torta caprese e la crema catalana. Importante la carta dei vini, visto che chef Agata pensa alla preparazione dei cibi proprio in funzione a come abbinarli e anche qui il contatto diretto con i produttori è imprescindibile.   

Il sogno di Agata

«Quello che vorrei fare davvero è coltivare l’orto – confida chef Agata – ma so che al momento è impossibile. Vorrei coltivare da sola le mie verdure e ortaggi, e la cosa mi rammarica. Il ristorante è aperto quattro giorni alla settimana anche se il lavoro non manca mai tutti i giorni».   

Insomma, andare fino a Rocchette di Fazio potrebbe essere un vero “investimento” culinario per provare una vera esperienza enogastronomica in un’atmosfera familiare e unica.

 

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