PORTO SANTO STEFANO. Oggi, mercoledì 18 giugno, Raffaella Carrà avrebbe spento 82 candeline. Ma per Porto Santo Stefano, il borgo marinaro dell’Argentario dove era di casa, Raffaella non è mai andata via davvero. Il suo ricordo vive nei luoghi che ha amato, nelle persone che l’hanno conosciuta da vicino, nei gesti concreti di affetto e generosità che ha lasciato sul territorio.
Il suo legame con l’Argentario non era di semplice villeggiatura. Era qualcosa di più profondo, autentico. Una relazione fatta di abitudini quotidiane, sport, risate sincere e un fortissimo attaccamento alla comunità. Raffaella Carrà ha scelto Porto Santo Stefano come suo rifugio d’anima: nella sua villa vista mare trascorreva lunghi periodi dell’anno insieme al compagno di una vita, Sergio Japino, e a una cerchia di amici fidati, tra cui il noto comandante Totaro e la sua famiglia.
Al Circolo Aeronautica, dove giocava spesso a tennis, era una presenza fissa ma mai invadente. La si vedeva con la racchetta in mano, in tenuta sportiva, sempre gentile e sorridente. Nessuna diva, solo una donna che aveva scelto la semplicità. Dopo il tennis, amava passeggiare sul lungomare, spingersi fino alla cantoniera, chiacchierare con pescatori e commercianti, fermarsi per una colazione al bar o una spesa al supermercato o magari che comperare il pesce dal suo amico Di Roberto. Un’abitudine che la rendeva parte viva del paese.
L’amore per i guzzi e il grande cuore di Raffaella
«Lei preferiva i nostri guzzi agli yacht», raccontano ancora oggi gli amici del posto. Ed è con questa frase che si capisce quanto la Carrà sentisse l’Argentario come casa sua
Era una spettatrice appassionata del Palio Marinaro dell’Argentario, e nel 2013 ricevette il “Guzzo d’Oro”, premio dell’Ente Palio per chi promuove il valore delle tradizioni locali. Non mancavano poi le cene tra rionali nella storica Villa Pomodoro, sempre in compagnia di Japino e degli amici dei quattro rioni.

Ma il legame di Raffaella con la sua “seconda casa” non era fatto solo di affetto privato. Era concreto, tangibile. Donò alla Confraternita di Misericordia la sua palestra personale, un locale di oltre 160 metri quadri, oggi a disposizione della collettività per attività sociali e sanitarie. E sempre attraverso la Misericordia, con assoluta riservatezza, contribuì dopo il terremoto dell’Aquila del 2009, aiutò una famiglia colpita dal disastro della Costa Concordia nel 2012 e finanziò due respiratori per l’ospedale di Grosseto durante la pandemia.
La cittadinanza onoraria
«Quando le proposi di rendere pubblica la donazione della palestra – dice Roberto Cerulli, governatore della Misericordia – mi disse soltanto: “Non è il momento”. Non voleva visibilità, voleva fare del bene».

Nel 2022, a un anno dalla scomparsa, il Comune di Monte Argentario le ha conferito la cittadinanza onoraria e ha intitolato a suo nome un parco giochi nel cuore di Porto Santo Stefano. Un gesto simbolico per suggellare un affetto che l’intera comunità nutriva da anni.
Oggi, a tre anni dalla scomparsa e in quello che sarebbe stato il suo 82° compleanno, Porto Santo Stefano ricorda Raffaella Carrà come una presenza vera, discreta, elegante e profondamente umana. Una donna che ha saputo essere grande anche nel silenzio, e che ha scelto l’Argentario non solo per il mare, ma per farne parte davvero.
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Redattore di MaremmaOggi. Per me scrivere è uno strumento di verità, di bellezza, è di liberta, un mezzo per esprimere ciò che altrimenti rimarrebbe inespresso. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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