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L’albanella, il rapace che certifica la qualità in agricoltura

L’associazione Pygargus, che sta portando avanti uno studio sul rapace, lancia l’appello: segnalare la presenza degli uccelli per la ricerca e la conservazione
L’albanella minore (foto Marco Brandi)

GROSSETO. È un appello che si rinnova ogni anno quello dell’associazione Pygargus, per preservare l’Albanella minore. Tra le distese ondulate della Maremma toscana, dove la terra profuma di sole e silenzio, un uccello di rara grazia disegna arabeschi nell’aria. È, appunto,  l’Albanella Minore (Circus pygargus), rapace lieve e fiero, che vola come un pensiero sopra i campi dorati. Testimone della bellezza selvatica, oggi lotta contro l’ombra lunga delle mani dell’uomo. Ma nel respiro della natura, c’è ancora una scintilla di speranza.

Ricerca nidi albanella (foto Marco Brandi)

Come comprovato da numerosi studi sulle migrazioni di questa specie, è noto ormai da più di un decennio che sverna nella fascia subsahariana in particolare nelle zone del Senegal, Gambia, Mali tornando ogni anno in Europa dove trova le condizioni migliori per nidificare.

La Maremma in questo senso si presta egregiamente con la sua morfologia caratterizzata da un andamento collinare dolce e la presenza di agroecosistemi, contraddistinti da una agricoltura su piccoli appezzamenti a carattere estensivo che rende, da un punto di vista naturalistico, l’area ricca di ambienti e zone ecotonali da cui deriva un’elevata diversità vegetale e animale.

Il progetto di ricerca sull’Albanella

L’associazione Pygargus, centro studi sull’Albanella minore, con l’aiuto di associati e collaboratori, si occupa di promuove attività a protezione dell’ambiente, degli habitat e delle specie a rischio di estinzione e non, comprese attività di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e di divulgazione, educazione e formazione.

In particolar modo l’associazione porta avanti il “Progetto di ricerca e conservazione dell’Albanella minore nella Maremma toscana”, nato nel 2020 con il benestare della Regione Toscana e di ISPRA, e per il quale è coaudiuvata per le attività di campo, dalla sezione maremmana della Federazione Nazionale Pro-Natura, Maremma Pro Natura ODV.

La responsabile scientifica è Elena Grasso, consulente ambientale e ornitologa esperta in azioni di monitoraggio, protezione, conservazione e tutela della fauna, della flora e della biodiversità; con una vasta esperienza in progetti e studi su diverse specie di avifauna, riguardanti migrazione, reintroduzioni, habitat ed etologia, guida con la propria esperienza il gruppo di appassionati e studiosi che ogni anno partecipa alle operazioni.

L’albanella, il rapace che certifica la qualità agricola

Lo scopo del progetto è quello di trovare i siti di nidificazione dell’albanella minore per riuscire a mettere in atto misure di protezione e sorveglianza e contemporaneamente studiare l’ambiente e la specie poiché una maggiore conoscenza permette di attivare sempre migliori misure di conservazione riguardo la specie target, l’ambiente e le altre specie di avifauna e non, che caratterizzano gli agro-ecosistemi e quindi collegate alla sopravvivenza dell’albanella minore.

Inoltre, il progetto si propone come obiettivo prioritario di mettere a conoscenza le aziende agricole e la comunità della Maremma della presenza e delle abitudini di questo rapace dichiarato vulnerabile, far conoscere al tempo stesso, il valore aggiunto della presenza del rapace per l’ambiente naturale e agricolo, poiché la sua presenza denota un’attenzione all’ambiente e ad un’agricoltura ecologica e di qualità.

Istruire su come la presenza dell’albanella aiuti l’agricoltore stesso nella lotta biologica ai nocivi (alcune specie di ortotteri e di muridi), indicare come preservare i nidi e le nidificazioni messi a rischio dalle operazioni di trebbiatura nei campi di cereali e fieno, poiché l’albanella minore nidifica al suolo, in questa tipologia di colture, e i tempi delle attività di trebbiatura coincidono con le nidificazioni.

Uno studio per tutelare l’albanella

Al centro di questo progetto c’è la consapevolezza che la conservazione di una specie non possa prescindere dalla comprensione delle sue abitudini, dei suoi movimenti e delle minacce che affronta. Attraverso il monitoraggio accurato delle popolazioni di Albanella Minore e degli ambienti che abitano, i ricercatori e gli esperti coinvolti nel progetto sono stati in grado di identificare le aree critiche e di adottare misure di tutela mirate.

Per fare ciò Pygargus e i gruppi che fanno ricerca in Europa, adottano una deontologia professionale che non permette di compromettere la nidificazione di una specie a rischio avvicinandosi troppo ai nidi o andando agli stessi, mettendo in serio pericolo le nidificazioni e la vita dei pulli. Solo laddove necessiti, si interviene direttamente a difesa dei nidi con le apposite recinzioni e, solo in questo caso, si può andare fisicamente ai nidi  per le attività di controllo, inanellamento e posizionamento radio come da linea di condotta in uso in tutta Europa.

Per aiutare questo splendido rapace a portare avanti la sua prole, dal 18 maggio si dà inizio all’invio di segnalazioni e avvistamenti da parte del pubblico, al personale dell’associazione via whatsapp il numero 349-6668959 per messaggi o via email il seguente indirizzo pygargus.info@gmail.com.

 

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