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La Corte dei Conti bacchetta il Comune

Cerboni: «Da una situazione presentata politicamente come disastrosa già al 2020 si recuperano la maggior parte dei rilievi della Corte»
Giacomo Cerboni nel corso della conferenza stampa sui rilievi della Corte dei Conti
Giacomo Cerboni nel corso della conferenza stampa sui rilievi della Corte dei Conti

GROSSETO. La Corte dei Conti bacchetta il Comune di Grosseto per il triennio 2017-2019. Il “problema” era emerso nel corso del consiglio comunale del 7 marzo. Ma, a quanto pare, le soluzioni sono state già trovate, almeno per la maggior parte.

A spiegare la vicenda, in una lunga conferenza stampa ricca di numeri, l’ex assessore al bilancio, Giacomo Cerboni, chiamato in causa in quanto era titolare della delega proprio nei tre anni incriminati.

«Il problema è nato perché il presidente del consiglio – spiega Cerboni – ha letto solo le conclusioni della Corte dei Conti. Ma così è come leggere l’ultimo capitolo di un libro senza conoscere la storia. Perché già a novembre, con una nota firmata dal dirigente Festeggiato, erano state indicate alla Corte le soluzioni. Una nota, peraltro, formalizzata a novembre, ma frutto dell’ottimo lavoro degli uffici fatto nell’anno precedente».

Pareva, infatti, che ci fosse una situazione dei conti disastrosa, un vero e proprio “buco” in bilancio.

«In realtà da una situazione presentata politicamente come disastrosa, ci ritroviamo che già al 2020 si recuperano la maggior parte dei rilievi della CdC, con un residuo di 320mila euro (e non di milioni) recuperabile ancora nel 2020 o nel 2021. Insomma, se qualcuno voleva trovare degli scheletri nel mio armadio, dovrà ripassare la prossima volta. Dispiace che così si “sporchi” il buon lavoro fatto dagli uffici e dai dirigenti del settore degli ultimi anni».

Tutto è legato al codice della strada, o quasi

Per capire questa complessa vicenda serve una premessa.

Nel 2020 la legge ha introdotto una nuova contabilizzazione del codice della strada, vincolando a opere legate allo stesso CdS (asfaltature, cartelli, dossi ecc) tutti i proventi dell’autovelox. Quindi l’Ente a partire dal bilancio 2021 ha impostato la gestione di queste risorse finanziandoci anche gli oneri per l’ammortamento dei mutui per la viabilità e le spese per il pronto intervento sulle strade comunali.

Nel rideterminare la gestione di questi fondi autovelox per gli anni passati, si è usato questo stesso metodo, ottenendo di poter svincolare somme rilevanti a vantaggio dei bilanci del comune.

Nel 2021 la Corte dei Conti apre una verifica sul triennio 2017-2019 su tutti i Comuni toscani.

E a Grosseto contesta alcuni dati contabili.

Nel 2017 c’è un errore materiale di contabilizzazione di 420mila euro, ma con il nuovo sistema introdotto per autovelox ne vengono recuperati 260mila. Restano quindi circa 160mila.

Nel 2018, con lo stesso sistema, il recupero è di 372mila euro, così, a conti fatti ne “avanzano” oltre 200mila. Quindi il contenzioso 2017-2018 è risolto.

I problemi più seri sono nel 2019.

La prima criticità riguarda la rottamazione delle cartelle esattoriali sotto ai mille euro decisa da Renzi e Salvini. Decisa dallo Stato, ma a carico dei Comuni. Per Grosseto qualcosa come 3,5 milioni di euro. Nella note di novembre il Comune ipotizza di utilizzare il Fondo crediti di dubbia esigibilità, per un importo di 3 milioni. Mettendo così a bilancio circa 500mila euro da spalmare in cinque anni, dei quali 354mila già coperti nel 2019.

Il problema è che la Corte dei Conti, con una nota dei primi di febbraio di quest’anno, avverte il Comune che il Fcde può essere usato solo per 2,5 milioni. Quindi i soldi da spalmare diventano 962mila.

La seconda criticità riguarda il Fondo per il contenzioso legale (i soldi che si accantonano per eventuali cause che si rischia di perdere) che non è mai stato costituito dal 2015 in quanto non c’erano cause di rilievo. Ora la Corte dei Conti chiede di costituirlo.

Unendo le voci si genera un disavanzo di circa 1 milione di euro.

«Ma anche su questo la strada è già tracciata – dice Cerboni – perché si svincolano 608mila per il metodo ordinario, invece che semplificato, del Fondo crediti dubbia esigibilità sul Codice della strada e si scende a circa 460mila e nel 2020 si generano ulteriori risorse per 140mila. Restano, in sostanza, 320mila euro. Peraltro recuperabili nel 2020 e nel 2021».

Conclude Cerboni: «Presto il consiglio valuterà il rendiconto 2021, che dovrà tenere in considerazione questa situazione, come da nota del 17 novembre 2021. Sono certo che con l’assestamento del 30 novembre l’Amministrazione abbia provveduto a gestire il bilancio 2021 in modo adeguato per chiudere la vicenda. Resta il dettaglio che la Corte a febbraio 2022 ha rideterminato il fondo contenzioso calcolato dagli Affari legali da 342mila a 859mila euro. Ma questa è già storia che non mi riguarda, perché è l’attuale Amministrazione che ha calcolato in solo 342mila il fondo contenzioso».

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