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Irio Tommasini sarà cittadino onorario di Castiglione

All’onore dell’amministrazione comunale di insignire come cittadino onorario Irio Tommasini, si unisce la sua commozione, assieme ad un racconto che parla di bici, passione e territorio
Isabelle Mariani, Irio Tommasini, ed Elena Nappi

CASTIGLIONE DELLA PESCAIA. Buriano, Castiglione e la Maremma tutta sono conosciute nel mondo anche grazie alle biciclette, realizzate rigorosamente su misura da un “burianese doc”, Irio Tommasini.  La sindaca di Castiglione Elena Nappi, assieme alla presidente del consiglio comunale, Isabelle Mariani, questa mattina, lunedì 7 marzo, sono andate a trovarlo all’interno della sua azienda in via Nepal, a Grosseto, dove gli hanno anticipato che l’amministrazione comunale della cittadina costiera intende conferirgli la cittadinanza onoraria.

La notizia ha visibilmente emozionato l’89enne e la prima cittadina castiglionese ha immediatamente tenuto sottolineare la riconoscenza doverosa che tutto il paese e la Maremma deve a questo grande artigiano delle due ruote.

«Mio padre – ha detto Elena Nappi – è da sempre un ciclista amatore di Irio Tommasini, del suo ingegno, sempre pronto a produrre novità ne ho sentito parlare spesso sia in casa che negli ultimi dieci anni nelle vesti di amministratore pubblico. Molti sono gli abitanti di Buriano e di Castiglione della Pescaia che, oltre a confermare il lavoro di indiscusso valore portato avanti da quest’azienda, hanno sostenuto quanto il Tommasini riesca a promuovere con i clienti, soprattutto quelli provenienti dall’estero, sia i suoi modelli unici di biciclette, che le peculiarità della Maremma, mettendo sempre in primo piano Castiglione della Pescaia e la sua Buriano».

Un tecnico specializzato Tommasini al lavoro su una bici

«Sono sempre stata affascinata da uno sport impegnativo come il ciclismo – aggiunge la sindaca – e avere un burianese doc tra i fondatori di uno dei marchi artigianali italiani più conosciuti nel mondo è un vero piacere, oltre che onore. Irio è riuscito in passato, ma anche oggi assieme alle figlie ed ai generi, ad essere sempre un passo avanti agli altri nel suo lavoro. Posso affermare tranquillamente che un po’ di bello del “made in Italy” esportato nel mondo ha origini castiglionesi e come amministrazione comunale lo vogliamo ringraziare assegnandogli la cittadinanza onoraria, una formalità istituzionale che condividerò assieme a tutto il Consiglio comunale e per la quale sarò orgogliosa di poterlo fare avendo seduto accanto a me, come ospite nella prossima seduta, lo stesso Tommasini».

Tommasini: bici, passione e territorio

«Sono nato a Buriano – dice emozionato Irio Tommasini – luogo che ho sempre portato nel cuore e con cui ho mantenuto un forte legame. Ho scoperto il ciclismo a Varazze nel 1946 al passaggio della più bella corsa del mondo, la Milano Sanremo, ed è rimasta vivida nella mia mente l’immagine di Coppi che usciva dalla curva del Grand Hotel tutto solo».

Una bici Tommasini

«La prima bici tipo corsa – rivela Irio- molto vecchia, fu un regalo davvero ambito e con quella incominciarono le mie prime pedalate assieme agli amici, ma anche il mio lavoro di meccanico, smontando, controllando e rimontando tutti i pezzi».

«Nel 1948 – prosegue – i miei zii aprirono un negozio di biciclette ed io, felicissimo, dopo la scuola iniziai presso di loro quello che per me è il lavoro più bello del mondo. Nel 1956 sono stato per un periodo a Milano, alla Fuchs, dove ho conosciuto Faliero Masi, meccanico della squadra Nivea Fuchs (Capitano Fiorenzo Magni) e noto costruttore di bici da corsa. Forse perché entrambi Toscani, ma si instaurò tra di noi un buon rapporto ed i suoi suggerimenti in futuro mi furono di grande aiuto».

«Alla fine degli anni 60 – rivela – sono finalmente riuscito ad incontrare quello che sapevo essere il costruttore dei telai di quasi tutti i più importanti corridori del tempo, Giuseppe Pelà. Abitava a Torino ma, come lui stesso ci tenne a specificare, era nato alle porte di Grosseto e dopo poco ci sembrava di conoscerci da sempre, di essere come parenti. Tante volte sono andato nel suo laboratorio e lì ho imparato le sue tecniche di costruzione e nel 1972 ho rilevato la sua azienda».

X-Fire GRAVEL Disc, pronta per essere spedita in Germania

«Da quel momento in poi – ha affermato Irio Tommasini – la mia produzione di telai è aumentata in modo consistente e la rete di vendita si è estesa sia in Italia che all’estero. Sono passati tanti anni, i tempi ed il ciclismo stesso sono cambiati, ma l’amore e la passione per questo sport sono rimasti immutati».

«Quando passione e amore per il proprio lavoro s’incontrano – concludono Elena Nappi e Isabelle Mariani – viene fuori sempre il meglio. La dimostrazione ce la offre proprio Irio Tommasini, che grazie ai materiali usati come l’acciaio, per arrivare a quelli più innovativi come il carbonio e il titanio, mette sul mercato internazionale telai esteticamente ambiti, ma soprattutto performanti nelle geometrie, tutte predisposte personalmente e non realizzate in catena di montaggio».

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