GROSSETO. Un’amichevole faticosa per tutti. Dal campo, alla panchina, alla tribuna. Nessuno escluso. La pessima prestazione dell’uccellaccio ha sollevato montagne di interrogativi, svariate perplessità, almeno un milione di perché, gettando ombre su una formazione sempre accompagnata dal sole della fiducia.
Il giudizio di mister Indiani
Scrivere la cronaca è stata una salita di prima categoria verso il passo del Pordoi. Tradurre in parole meno amare il dettato che arrivava dall’erba dello Zecchini una impresa meritevole almeno di un Guinness. Il Grifone era assente, un ectoplasma. Attingendo a mani basse dal mercato dei sinonimi, arrancando su tornanti improvvisamente nemici, evitando cadute rovinose sull’asfalto, la tribuna stampa si è posta quesiti cattivi. Al termine le risposte le ha, deliberatamente, lasciate al tecnico con il miraggio di ascoltare note di ottimismo. È successo l’esatto contrario.
«Le partite precampionato sono fatte apposta per provare varie soluzioni – inizia Indiani con l’espressione di sempre colorata dal consueto sorriso – speravo di disputare una gara alla pari ma attualmente la Pistoiese è più forte di noi che siamo indietro, non c’è ombra di dubbio. C’è delusione. Ripeto, speravo di essere allo stesso livello indipendentemente dal risultato invece abbiamo giocato a sprazzi, il resto l’hanno fatto loro dimostrando di essere più avanti. Se vogliamo avere delle ambizioni dobbiamo migliorare, migliorare e migliorare. Non smetterò mai di ripeterlo». Le mani sbattono sul tavolo.
«Gli interpreti sono lontani dalla forma ideale»
Manca qualcosa a questa rosa?
«A prescindere da questo sono gli interpreti ad essere lontani da una buona condizione. L’esempio per tutti è Bellini, se è questo…- allarga le braccia – mi auguro, spero, anzi sono convinto che non sia il Bellini che conosco. Questo riguarda altri, anzi tutti. Faccio fatica a trovare una nota positiva se non quella che le magagne emergano in questo periodo. Dobbiamo maturare complessivamente, altrimenti è dura».
Si sperava in commenti meno negativi.
«Io sono sempre realista – controbatte – conosco benissimo i miei compiti, so quello che voglio. L’importante lo sappiano e lo capiscano i miei interpreti. Tra pochi giorni arriva la coppa, la prima gara ufficiale, occorre darsi una sterzata. Se oggi il nostro valore è questo significa che si è sbagliato tutto – gelo artico – e non credo proprio che il nostro valore sia questo, anzi – vento caldo – vediamo cosa saremo tra un mese, due o tre».
Indiani poi va avanti con decisione e lucidità: «Nel primo tempo non abbiamo fatto un tiro in porta, in generale non si sono visti tre passaggi di fila – ride – cose che sulla carta non dovrebbero succedere. Auguriamoci tutti che si tratti solo di preparazione anche se in questo periodo speravo di essere molto, molto più avanti. Non sto nascondendo niente, ricerco, come ho sempre fatto, assetti diversi, soluzioni ideali. Questo giochino lo conosco molto bene».
Il Grifone non deve essere scorticato
Questo il pensiero di un Indiano deluso, che guarda al domani con fiducia. Fiducia che andrebbe allargata. Il momento non è dei migliori ed è facile vacillare di fronte al rendimento visto contro gli aranci, ma è il campionato l’obiettivo primario. Perdere la stima nello spogliatoio sarebbe come spennare l’uccellaccio. Non si diventa squadra in pochi mesi.
L’allenamento congiunto allo Zecchini con il Poggibonsi di sabato 23 agosto è stato anticipato alle 17.





