Biogas a Pian del Bonucci: l'impianto non s'ha da fare | MaremmaOggi Skip to content

Biogas a Pian del Bonucci: l’impianto non s’ha da fare

Il consiglio comunale ha discusso oggi un’interrogazione del gruppo di minoranza “Cambiare in Comune”. Il sindaco ha ribadito la netta contrarietà del Comune
La localizzazione dell'impianto a Pian del Bonucci
La localizzazione dell’impianto a Pian del Bonucci

ROCCASTRADA. Approda in consiglio comunale il progetto per il mega impianto per la produzione di biometano, a Pian del Bonucci, nel comune di Roccastrada.

Nella seduta di oggi, 20 aprile, infatti è stata presentata l’interrogazione a risposta orale del consigliere Mario Gambassi, della lista “Cambiare in Comune”, che esprime preoccupazione sulla “debolezza” delle motivazioni della contrarietà del Comune al progetto.

Questo malgrado le rassicurazioni del sindaco di Roccastrada, Francesco Limatola, sulla posizione dell’amministrazione (ribadite nella risposta all’interrogazione) e la quasi certa procedura di Valutazione di impatto ambientale (Via) a cui dovrà essere sottoposto il progetto della società Mpn1 Green Energy srl di Verona.

L’iter autorizzativo, infatti, è fermo all’ultima conferenza dei servizi del 23 marzo, ma, in attesa di conoscere le decisione dell’organismo regionale, il livello di attenzione dei cittadini sul futuro della zona di Pian del Bonucci, tra Montemassi, Ribolla e La Castellaccia, è sempre altissimo.

Gambassi: «le obiezioni del Comune sono aggirabili»

Il timore espresso da Gambassi riguarda le 2 motivazioni in base alle quali il Comune ha espresso il suo No al progetto:

  1. perché in contrasto con le scelte urbanistiche, dato che la destinazione urbanistica dei terreni interessati dall’intervento e di “area a prevalente funzione agricola”
  2. perché se l’impianto venisse realizzato la viabilità locale non sarebbe sufficiente a sostenere la mole di traffico pesante in entrata e in uscita.

«Un consistente numero di cittadini residenti in zona – recita l’interrogazione – hanno invece evidenziato l’esistenza di altri motivi di opposizione all’impianto, in particolare:

  1. l’omessa valutazione del rischio di contaminazione a carico dell’ambiente idrico (…)
  2. l’obbligo di procedere secondo una Valutazione d’impatto ambientale
  3. l’omessa presentazione del Piano di utilizzazione agronomica (Pua), attraverso il quale si dimostra che i materiali in uscita dall’impianto (digestato liquido e solido paria a 34.333 tonnellate/anno), depositato sui terreni agricoli, non produrranno inquinamento».

Su questo punto in particolare si concentra l’attenzione di Gambassi, tenendo conto che «da un calcolo approssimato sarebbero necessari un migliaio di ettari su cui depositare ogni anno i digestati» , che la Mpn1 Green Energy srl «non è un’azienda agricola, non ha dichiarato di possedere un solo ettaro di terreno nel quale spandere il digestato, non ha dimostrato che il digestato potrà essere utilizzato in un’altra azienda», continua l’interrogazione.

Dato che la normativa del 2003, per semplificare l’iteri degli impianti da fonti rinnovabili ha introdotto l’autorizzazione unica, che costituisce variante urbanistica, in attesa di conoscere il parere di tutti gli Enti che partecipano alla conferenza di servizi, Gambassi chiede al sindaco Limatola «perché il Comune non ha fatto presente i motivi di legge sopra rammentati che sono oggettivamente ostativi all’approvazione del progetto».

Il sindaco Limatola: «La contrarietà del Comune si basa su elementi normativi certi»

Ma per Francesco Limatola non ci sono dubbi sulla solidità della posizione del Comune, in base alla normativa, alla tipologia di progetto e alla natura dell’azienda che lo ha proposto

Francesco Limatola

«L’interrogazione di Gambassi – spiega Limatola – mi ha consentito di fare ulteriore chiarezza sulla posizione dell’amministrazione, dandomi  modo di portare all’attenzione del Consiglio la nostra contrarietà, già espressa in ogni sede e in ogni occasione. Le legittime preoccupazioni della lista “Cambiare in Comune” sono facilmente confutabili», aggiunge, spiegando la posizione del Comune.

«La procedura autorizzativa è stata attivata da un soggetto, la Mpn1 Green Energy, che non è azienda agricola, pertanto non può presentare un Piano di Utilizzazione Agronomica. Se dovesse ottenere l’autorizzazione, il prodotto esausto derivato dalla produzione del biogas, il digestato, potrebbe seguire due strade:

  1. essere trattato come rifiuto e inviato a un impianto di trattamento e smaltimento finale
  2. essere ceduto a un’azienda agricola che presenterà, allora sì in questo caso, un Pua da approvare da parte dei Comuni in cui ricadono i terreni interessati dallo smaltimento, quindi non necessariamente Roccastrada.

La società che ha chiesto l’autorizzazione non può presentare il Pua perché non è agricola, ma, al momento, non ne è nemmeno obbligata in quanto può dichiarare che non intende effettuare l’utilizzazione agronomica del digestato e smaltirlo come rifiuto.

Infine – conclude il sindaco – la Valutazione di impatto ambientale non viene richiesta dal Comune, ma dagli uffici regionali competenti», che peraltro stanno procedendo in questa direzione. 

Il consigliere Mario Gambassi, si è ritenuto soddisfatto della risposta del sindaco.

 

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