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Si schiantano con l’auto per sfuggire alle volanti

Il proprietario della Ford Focus ha denunciato i due arrestati per furto: la folle corsa per le strade della città
La panchina divelta
La panchina divelta dopo lo schianto

GROSSETO. È finita con gli airbag esplosi la folle corsa della Ford Focus intercettata dalle volanti della polizia in via Aurelia nord, alle 2,50 di martedì 18 gennaio. Al volante dell’auto c’era Serghei Banahovschi, un ragazzo di origini romene di 22 anni, che è stato arrestato insieme a Dumitru Tcaci, moldavo di 33 anni, entrambi muratori che abitano a Grosseto. Alla fine dell’udienza di convalida dell’arresto, il giudice Adolfo Di Zenzo ha disposto per entrambi gli arresti domiciliari.

Inseguimento da film per le strade della città

Alle 2,50 del mattino di martedì 18 gennaio, la volante ha vito una Ford Focus uscire a folle velocità dal parcheggio dell’Upim, in via Aurelia Nord. Per raggiungere via della Pace, l’auto ha invaso parzialmente anche l’altra corsia, rischiando di fare un frontale con la polizia. Nonostante la manovra spericolata, il ragazzo che era al volante ha continuato la sua folle corsa verso la stazione mentre l’autista della volante si è messo subito all’inseguimento dell’auto, dopo aver acceso sirena e lampeggiante, e dopo aver intimato l’alt con l’altoparlante esterno. L’inseguimento è andato avanti fino a via Trieste: lì la Focus ha cambiato direzione, facendo perdere le proprie tracce. 

 

Le due volanti si sono messe immediatamente alla ricerca dell’auto: arrivati sul viale Sonnino, all’altezza del sottopasso, gli agenti della questura hanno visto di nuovo l’auto che ha imboccato in controsenso il viale, dopo essere arrivata, anche qui contromano, da via Telamonio. 

Arrivati in piazza La Marmora a sirene spiegate, gli uomini delle volanti hanno visto l’auto imboccare via Gramsci, in contromano. La Focus i è dileguata di nuovo per ricomparire pochi minuti dopo da via Brigate Partigiane verso piazza della Libertà, per poi imboccare via Mascagni. Arrivata all’incrocio con via Leoncavallo, l’auto ha continuato a viaggiare a folle velocità e, all’incrocio con via Vivaldi, ha concluso la sua corsa contro il marciapiede e contro una panchina che è stata scaraventata dall’urto a una decina di metri di distanza

«Volevo andare a casa per non far arrabbiare mia moglie»

Banahovschi, difeso dall’avvocato Roberto Cerboni, ha cercato di scappare, mentre Tcaci, assistito dall’avvocata Valentina Chech è rimasto immobile nell’auto, dove i poliziotti hanno trovato una pistola a salve senza il tappo rosso e un pugnale con la lama di 21 centimetri. Il ragazzo che era al volante, poi, non aveva mai conseguito l’esame per la patente.

Avvisato il pm di turno, Giampaolo Melchionna, i due sono stati arrestati. In tribunale, davanti al giudice Adolfo Di Zenzo, Banahovschi ha scelto di restare in silenzio, mentre Tcaci ha raccontato perché fosse stato su quell’auto la notte precedente al processo. «Avevo accompagnato un parente al lavoro. Fa il pasticcere e mi aveva chiesto un passaggio – dice – Ero appena tornato a casa quando mi ha chiamato Banahovschi, dicendomi che mi avrebbe raggiunto». 

Tcachi sarebbe così salito sulla Ford Focus. «Fuori era freddo – dice – Sono salito per salutarlo, poi lui mi ha detto che doveva andare a restituire l’auto al proprietario. Siamo partiti insieme, ma arrivati in via dei Mille gli ho chiesto di riportarmi a casa perché non volevo litigare con mia moglie». Ma all’altezza del bar, il ragazzo ha svoltato dalla parte opposta. «Si è messo a correre, io non lo so perché – ha detto – è durato tutto pochi secondi, non ho nemmeno fatto in tempo a chiederlo». 

La vice procuratrice onoraria Pamela Di Guglielmo ha chiesto che l’arresto venisse convalidato e che i due fossero portati in carcere, i difensori invece hanno chiesto per entrambi l’obbligo di dimora. L’arresto è stato convalidato dal giudice che ha scelto, per il momento, gli arresti domiciliari per entrambi

 

 

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