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Inceneritore, archiviazione con il giallo

Scarlino Energia, dopo aver chiesto un rinvio, non ha finanziato né organizzato l’inchiesta pubblica: per questo la Regione ha detto no
L'inceneritore di Scarlino
L’inceneritore di Scarlino

SCARLINO. Hanno esultato, mercoledì 6 ottobre, i Comuni di Scarlino e di Follonica. Hanno esultato perché nelle loro caselle di posta elettronica era appena arrivata la comunicazione dell’archiviazione della richiesta di revamping presentata da Scarlino Energia. L’inceneritore quindi, contro il quale le due amministrazioni si sono sempre battute, non riaprirà. O almeno non nella forma in cui lo conoscevamo.

Ma la felicità dei sindaci di Follonica e Scarlino, Andrea Benini e Francesca Travison, è stata leggermente smorzata ieri pomeriggio, giovedì 7 ottobre, dalla nota inviata dalla Regione. Che specificava che quello di cui avevano ricevuto comunicazione non era un atto di archiviazione dell’istanza di Paur (Provvedimento autorizzatorio unico regionale) relativamente al progetto, perché «l’archiviazione – si legge –  viene disposta con decreto dirigenziale mentre la nota a cui ci si riferisce è trasmessa al proponente a carattere informativo in relazione al procedimento in corso».

Nota che però non racconta tutto quello che è successo in questo mesi, ovvero da quando la Regione Toscana, di fronte alla richiesta di revamping di Scarlino Energia, ha chiesto alla società di organizzare – e finanziareun’inchiesta pubblica.

Era il  7 aprile, quando la Regione ha chiesto alla società la diponibilità di farsi carico «degli oneri economici e organizzativi derivanti dall’attivazione dell’inchiesta Pubblica». Richiesta alla quale Scarlino Energia ha risposto una settimana dopo, comunicando  la momentanea indisponibilità a farsi carico degli oneri economici ed organizzativi e  chiedendo di rimandare l’avvio  oltre la fine di maggio 2021. In conferma dell’accettazione della proposta.

Il 19 aprile, poi, il settore Via (Valutazione impatto ambientale della Regione), ha inviato un sollecito alla società che ha risposto chiedendo di sospendere i termini del procedimento, per un periodo complessivo di 150 giorni. In ballo c’era il Pnrr in arrivo e Scarlino Energia voleva quindi valutare il progetto presentato, quello del revamping, anche alla luce del Piano nazionale di resistenza e resilienza che sarebbe stato approvato poco dopo.

I 150 giorni, però, sono trascorsi e la il Pnrr è stato approvato definitivamente a luglio. Scarlino Energia però, non avrebbe inviato alcuna manifestazione d’interesse alla Regione. «Per questo – si legge nella lettera inviata due giorni fa dalla Regione alla società e ai Comuni che avevano fatto ricorso –  si comunica che si procederà d’ufficio all’archiviazione dell’istanza di Paur “Progetto di Revamping, Ottimizzazione e Sviluppo del Termovalorizzatore esistente ed impianto di trattamento rifiuti liquidi di Scarlino Energia”».

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