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In sella alle Harley per portare felicità dove serve

Sono una sessantina gli iscritti al Granducato motoclub Grosseto: operai, professionisti, artigiani, tutti con la passione per il rombo delle americane. Domenica 19 dicembre, vestiti da babbo Natale, la donazione alla Farfalla
Alcuni soci del Motoclub Granducato nel loro “covo”

GROSSETO. Il loro “covo” è alle porte di Grosseto, in un terreno alla Rugginosa dove a tempo record, hanno tirato su un prefabbricato che è diventato la loro seconda casa. Giubbotti di pelle consunti, toppe e stemmi cuciti ovunque e – in estate – braccia al vento.

Lo stereotipo dell’Harleista medio è questo, come da sempre la cultura americana e il cinema ci hanno proposto. E quella dell’harleista grossetano non è tanto differente, almeno a prim’occhio. Ma dopo una birra o uno shottino di whiskey al miele, tutta l’umanità del Motoclub esce con la forza della terra che accoglie il gruppo. 

Giubbotti di pelle, tatuaggi e cuori d’oro

Vittorio Conte, nel 2017, ha fondato il club Granducato di Grosseto. «L’Harley è la mia grande passione – spiega – e di persone come me, in provincia ce ne sono tante. Noi ora siamo una sessantina di iscritti: il più giovane ha 22 anni, il più grande ne ha 77. Siamo diventati una grande famiglia al di là delle moto che guidiamo. Ci ritroviamo ogni giovedì sera nella nostra sede e qui organizziamo le uscite e pensiamo ai progetti da realizzare». Non ci sono soltanto Harleisti al Granducato, ma appassionati di custom, moto uniche nel loro genere proprio perché tagliate e cucite addosso a chi le guida.

Vittorio Conte, presidente del Motoclub Granducato @maremmaoggi

Conte, socio di una concessionaria di automobili, sul gilet di pelle ha cucito il suo soprannome: lui è il presidente, ovviamente, anche se subito sotto spunta la scritta ricamata “Shrek”. «Ciascuno di noi ha una specie di nome di battaglia – dice – ci chiamiamo per soprannome, condividiamo tante cose insieme e siamo uniti da una fratellanza speciale». 

Fratellanza che include in questo gruppo anche le donne. Una ventina in totale. «Ma guai a chiamarle “zavorrine” – dice ancora Conte – come succede in altri club. Alcune di loro hanno la moto, altre invece sono le compagne e mogli di motociclisti. Ma fanno tutte parte di questa grande famiglia».

Da sinistra Angela, Serena e Manuela, socie del Motoclub Granducato

Vittorio ha acquistato la sua prima Harley Davidson nel 2014. «Ho preso una 883 – racconta – e ci sono entrato subito in simbiosi. Il bello di chi ama queste moto è proprio questo ed è attraverso questo spirito che si possono portare avanti i progetti di solidarietà». 

Due ruote contro il bullismo

Domenica 19 dicembre le moto rombanti dei soci del Granducato faranno il giro delle Mura di Grosseto prima di arrivare alla sede della Farfalla, alle 11: è questo il regalo che gli speciali babbi Natale (sì, i vestiranno proprio così), porteranno all’associazione, insieme a una donazione. 

La cassetta con le donazioni per la Farfalla

Un altro progetto di solidarietà lo hanno organizzato la scorsa settimana, quando un gruppo di motociclisti è arrivato a Canino dove ha consegnato abiti per i bambini di un orfanotrofio o quando due bikers, Luigina Fattorosi, la fondatrice e Silvia Giannetti, hanno portato il ricavato della lotteria fatta alla club house del gruppo per aiutare Lorella Ronconi a pagare il finanziamento della sua auto. 

Lorella Ronconi con Luigina Fattorosi e Silvia Giannetti

Ma non c’è solo la solidarietà nel dna dei motociclisti del Granducato: c’è anche l’attenzione per quello che succede intorno al gruppo e l’impegno per aiutare chi si trova ad attraversare un momento di difficoltà. «Per due o tre volte – racconta ancora Vittorio – in sette abbiamo accompagnato un ragazzino che veniva bullizzato a scuola. Quando gli altri alunni ci hanno visti  arrivare, tutti vestiti in pelle, con le moto e con il loro compagno in sella, hanno smesso di bersagliarlo, non perché abbiamo fatto loro paura, ci mancherebbe. Ma perché lo hanno visto inserito in un gruppo, si sono accorti che faceva parte di una fratellanza che non lo avrebbe mai lasciato solo». 

 

Motociclisti – o meglio harleysti – pronti anche a partecipare anche a lezioni nelle scuole. «Sulla strada siamo disciplinatissimi – aggiunge il presidente – per quanto riguarda il rispetto del codice della strada. I ragazzi, dalla nostra esperienza, potrebbero imparare tanto». 

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