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In Maremma, 300 famiglie e rischio sfratto

L’allarme di Sunia, Sicet e Uniat che chiedono al Governo e investimenti in alloggi popolari. Consegnate 600 firme alla prefetta Berardino per sollecitare l’esecutivo sulle politiche abitative

GROSSETO. Emergenza affitti anche in Maremma. Le associazioni di inquilini Sunia, Sicet e Uniat hanno consegnato alla prefetta Paola Bernardino oltre 600 firme per sollecitare «il Governo a destinare il 2% del bilancio dello Stato alle politiche della casa», scrivono.

I segretari di Sunia (Cgil) Antonio Terribile, di Sicet (Cisl) Sergio Cammerota e di Uniat (Uil) Stefano Cherubini, hanno espresso alla prefetta i punti a sostegno della piattaforma messa a punto sui temi dell’housing sociale, da tante famiglie.

Servono risorse

Le tre organizzazioni sindacali, dunque, chiedono che il Governo impegni il 2% delle risorse di bilancio annuali per sostenere le politiche abitative, attraverso un grande piano nazionale per la realizzazione di nuove case. E di procedere alla riqualificazione del cospicuo patrimonio pubblico, in gran parte deperito, realizzato in Italia fra gli anni 70 e la fine del secolo scorso. Allo stesso tempo viene chiesto il ripristino del fondo nazionale di sostegno agli affitti, quello per la morosità incolpevole e l’estensione dell’utilizzo delle risorse di Pnrr e bonus edilizi alla riqualificazione delle case popolari.

Terribile: «Nel 2023 ci aspettiamo oltre 300 sfratti»

«Nella nostra realtà – ha detto Terribile – ci aspettiamo almeno 300 sfratti esecutivi nel corso del 2023, con centinaia di famiglie in attesa dell’assegnazione di una casa pubblica. Oltre alle politiche nazionali occorre uno sforzo coordinato anche da parte degli Enti locali. Cominciando dalla costituzione di un’agenzia per la casa, in grado di intervenire tempestivamente sulle situazioni di crisi attraverso gli enti del terzo settore. Soggetto che non può non avere il sostegno dei Comuni».

Camerota: «La situazione destinata ad aggravarsi»

«I numeri delle firme raccolte – dice Camerota – danno solo una visione parziale del problema abitativo che, presto, sarà ancora più grave. La decisione del Governo di eliminare il fondo per la locazione abitativa non tiene conto delle difficoltà che migliaia di famiglie nel nostro Paese affrontano ogni giorno.

Il nostro intento è quello di portare all’attenzione delle istituzioni la situazione, prima che si arrivi a uno stato di tensione sociale difficilmente recuperabile. Nel nostro Paese il diritto alla casa fatica ad essere riconosciuto come diritto sociale, ma non dobbiamo dimenticare che nella scala dei valori, la ricerca di una abitazione insieme alla salute rappresenta uno dei bisogni prioritari».

Cherubini: «Governo e istituzioni locali fanno poco o niente»

«L’impatto dell’inflazione sui redditi – dice Stefano Cherubini – sta accrescendo il disagio di fasce di popolazione sempre più ampie, che non solo non riescono a sostenere gli affitti ma hanno anche problemi a pagare le bollette delle utenze. A fronte di un disagio sociale crescente sia il Governo che le istituzioni locali fanno poco o niente, come se ignorare il problema contribuisse ad eliminarlo. E il momento di cambiare passo e iniziare a costruire una nuova politica di housing sociale, prima che sia troppo tardi ed esploda il malessere sociale».

Cozzupoli (Pd): «Intervengano Stato, Regione e Comuni» 

«I numeri parlano chiaro – ha detto Demetrio Cozzupoli, segretario dell’unione comunale Pd di Grosseto – e testimoniano come il problema case e affitti sia ormai generalizzato. Non è più un discorso che riguarda le grandi metropoli, ora interessa tutti, da Grosseto a Follonica e Orbetello. Stato, Regioni e Comuni non possono rimanere alla finestra, servono interventi mirati e celeri».

«Purtroppo con l’economia che va male e la provincia di Grosseto, secondo tutti gli indicatori, sta ormai indietreggiando costantemente in classifica – aggiunge Cozzupoli –  portano come conseguenza alla crisi. Tra cui appunto la ricerca di abitazioni per tante famiglie. Servono politiche di sostegno e chiediamo al Governo Meloni di rintegrare il contributo all’affitto, la legge 431, che certo era un sollievo e un aiuto per tanti».

Quello che manca sono però anche le case per i cittadini: «Purtroppo a fronte di migliaia di case in Maremma (moltissime sono le seconde case) – spiega ancora Cozzupoli – è difficile per tante persone trovare alloggi in affitto tutto l’anno. Non so se è una forma di speculazione, certo è che negli ultimi anni sono diminuiti gli investimenti».

 

Autore

  • Enrico Giovannelli

    Giornalista di MaremmaOggi. Ho iniziato a scrivere a 17 anni in un quotidiano. E da allora non mi sono mai fermato, collaborando con molte testate: sport, cronaca, politica, l’importante è esagerare! Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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