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Impianti elettrici, diffidare dai “tuttofare”

Alessandro Bardelli, presidente elettrici Cna a livello provinciale, racconta quanto pericoloso possa essere il fenomeno dell’abusivismo nel suo settore
Alessandro bardelli, presidente elettrici Cna

GROSSETO. Un mestiere non può essere sostituito dall’improvvisazione. Cercare di inventarsi dal nulla professionisti spesso crea un duplice danno: al cliente e a chi si finge “del mestiere”.

Un fenomeno che ancora è duro a conoscere il proprio tramonto è quello dell’affidarsi ai cosiddetti “tuttofare”, come li chiama Alessandro Bardelli: con la sua azienda che si occupa dell’installazione di impianti elettrici ha purtroppo riscontrato quanto questo possa rappresentare un pericolo.

La passione di un mestiere costruito con l’esperienza

Alessandro opera nel settore dell’impiantistica elettrica dall’età di 14 anni. Entrato nell’azienda di famiglia come collaboratore ha conseguito il diploma tecnico sempre proseguendo il proprio lavoro, e poi ha intrapreso il percorso di specializzazione anche in aziende di notevoli dimensioni.

Questo lo ha portato, osservando la crescita della sua azienda, ad avere anche un panorama variegato del suo settore, che purtroppo non è estraneo ai problemi dell’abusivismo.

L’installazione di una presa elettrica domestica

I “tuttofare”

«Si tratta di persone che non hanno ricevuto adeguata formazione e quindi non hanno alcuna abilitazione alla professione – precisa Alessandro – Questo lavoro necessita di anni di studio e pratica. I “tuttofare” operano a proprio rischio e pericolo, esponendo a notevoli rischi anche i clienti che li chiamano a fare qualche intervento».

Il ritratto più classico del “tuttofare”, come spiega Alessandro, è quello di una persona magari neanche diplomata nel settore in cui viene chiamata ad operare, «Che in alcuni casi fa tutt’altro lavoro – precisa – ma nel fine settimana o nei ritagli di tempo si improvvisa idraulico o elettricista, per esempio».

Rischi e pericoli dell’abusivismo

Il fenomeno dell’abusivismo nel suo settore ha portato anche a tragici epiloghi: ci sono storie purtroppo finite tragicamente, di persone che hanno perso anche la vita sul lavoro.

Installazione di un impianto

Una delle sentenze finite in Cassazione racconta di un uomo non abilitato alla professione, chiamato a sostituire una pompa di una autoclave, dove purtroppo è rimasto folgorato. In questo caso e in casi simili, oltre alla tragedia, c’è anche da constatare che la responsabilità è ricaduta totalmente sul proprietario dell’autoclave che lo aveva chiamato ad operare.

«Eventi del genere – racconta Alessandro – oltre a parlare di un evento tragico che ci addolora tutti, spesso danneggiano l’immagine di chi lavora seriamente nel settore dell’impiantistica. Chi commissiona i lavori non dovrebbe ricorrere a chi si improvvisa professionista, dovrebbe assicurarsi che si tratti di professionisti seri e certificati. Ricorrere ai “tuttofare” non ripaga, anzi».

La certificazione è affidabilità

«Ogni professionista – racconta Alessandro – con adeguato studio ed esperienza alle spalle, sa che per ogni lavoro deve essere in grado di rilasciare la dichiarazione di conformità dell’impianto. Allegata ad una relazione dei materiali utilizzati. Anche sui piccoli interventi. Questo significa dare garanzie al cliente e svolgere il proprio lavoro ad opera d’arte».

 

 
 
 
 
 
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Il proprietario di un immobile per esempio, per qualsiasi modifica, comprese quelle relative ai bonus edilizi, dovrebbe sempre avere tra le mani la dichiarazione di conformità dei lavori effettuati. «Per qualsiasi problema si verifichi su un impianto o per un intervento non certificato, non sarà certo considerato estraneo ai fatti» avverte Alessandro.

Spesso la dichiarazione di conformità può fare la differenza anche nelle compravendite di immobili. «Anche al momento della vendita di una casa la dichiarazione degli impianti dovrebbe essere conforme – racconta Bardelli – comprensiva delle modifiche fatte, che devono essere riportate. L’intervento di un professionista rilascia sempre traccia del suo lavoro con una documentazione. Anche chi acquista dovrebbe fare una verifica che questa ci sia»

La campagna antiabusivismo

In base alla sua esperienza e al riscontro di molti clienti rimasti delusi e danneggiati dal ricorso ai cosiddetti “tuttofare” Bardelli sostiene con convinzione la campagna contro l’abusivismo lanciata da Cna Grosseto e Federconsumatori e sostenuta anche dalle fiamme gialle.

«Evidenziare i rischi nei quali incorrono tutti quelli che si affidano agli abusivi – commenta Bardelli – è doveroso non solo per difendere un mestiere come il mio portato avanti da professionisti seri ed esperti, ma lo è soprattutto nei confronti dei cittadini: sono proprio loro che pagano le conseguenze di tutti quelli che operano non rispettando le regole e, spesso senza preparazione».

Una delle locandine per la campagna contro l’abusivismo

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