Violazione della privacy, 20.000 euro di multa all'Asl | MaremmaOggi Skip to content

Violazione della privacy, 20.000 euro di multa all’Asl

Nella foto utilizzata per una campagna di comunicazione del 2022, si legge il nome di un paziente su un computer del pronto soccorso di Arezzo. L’uomo si è rivolto al Garante della privacy che gli ha dato ragione
Il dettaglio del manifesto affisso all'ospedale di Arezzo
Il dettaglio della campagna di comunicazione dell’Asl

GROSSETO. «La sanità di tutti per la salute di tutti» recita lo slogan di una campagna di comunicazione realizzata dall’Asl sudest nel 2022, attraverso l’affissione di manifesti negli ospedali. E che ha finito per costare cara all’azienda, che ha visto comminarsi una sanzione di 20.000 euro da parte del Garante della privacy, per la violazione di dati personali di un paziente.

Cose che possono capitare, non è nemmeno la prima volta che succede, avendo a che fare con la salute, dunque con dati sensibili e ultrasensibili, per i quali il Codice richiede un’attenzione elevatissima: basta anche una semplice disattenzione che possa ricondurre a nomi, cognomi, stato di salute, ecc, per incappare nelle rigidissime maglie dell’autorità preposta alla tutela dei dati personali.  

In un manifesto si legge il nome di un paziente

Ma questa volta la cosa è marchiana: in un manifesto, infatti, è riportata la foto con in primo piano un’operatrice del pronto soccorso del San Donato di Arezzo, di spalle, davanti il monitor del computer. La donna sta lavorando e, come è normale, ha una scheda aperta in cui sta riportando i dati di un paziente. Nella foto si vede il nome e il cognome dell’uomo, che avrebbe dovuto essere coperto o pixelato per poter utilizzare l’immagine. 

Il manifesto con il nome ben leggibile è stato affisso nello stesso pronto soccorso e il dettaglio che è sfuggito ai creativi della campagna di comunicazione al momento della scelta delle foto, non è invece passato inosservato agli occhi del diretto interessato che si è rivolto al Garante della privacy.

Il procedimento di verifica è scattato a giugno del 2022 e a distanza di un anno, fatti tutti i passaggi e le verifiche, è arrivata all’Azienda l’ingiunzione di pagamento di una sanzione di 20.000 euro per la violazione del codice sulla protezione di dati personali. 

Tutto riportato sulla delibera che prende atto della sanzione

È scritto tutto nero su bianco sulla delibera 3093, pubblicata ieri, 18 luglio, sull’albo pretorio dell’Azienda, che prende atto del «provvedimento di ingiunzione numero 227 adottato dall’Autorità in data 1° giugno 2023 a conclusione dell’attività istruttoria avviata a ottobre 2022 con richiesta all’Azienda di chiarimenti sulla presenza presso il pronto soccorso dell’ospedale san Donato di Arezzo di un cartellone aziendale raffigurante un operatore sanitario del pronto soccorso alla postazione di lavoro di fronte al monitor di un Pc su cui risultava visibile il nominativo di un paziente», si legge sul documento.

Contestualmente, la delibera, dà mandato agli uffici di pagare, entro 30 giorni, la prima tranche di 10.000 euro.

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