GROSSETO. Un’ampolla piena di significato. È quella che il questore Antonio Mannoni, ha donato al vescovo di Massa Marittima-Piombino, Carlo Ciattini e al vescovo di Grosseto Giovanni Roncari per le Diocesi di Grosseto e di Pitigliano-Sovana-Orbetello.
È l’ampolla di olio ricavato dai frutti degli ulivi che crescono nel luogo dove trentadue anni fa, il 23 maggio 1992, avvenne la tremenda strage mafiosa di Capaci, in cui perse la vita il giudice Giovanni Falcone insieme alla moglie Francesca Morvillo ed ai tre agenti della scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo.
L’olio prodotto nel luogo della strage
Là oggi sorge un uliveto curato dall’Associazione Quarto Savona 15 (sigla radio dell’auto di scorta), animata da Tina Montinaro, vedova del capo scorta, che in questi giorni sta portando la teca contenente i resti dell’auto della scorta in giro per tutta l’Italia, (a Grosseto il 19 marzo) al fine di diffondere fra i giovani la cultura antimafia ed incoraggiarli a seguire il valore della legalità e del senso del dovere che animavano i poliziotti uccisi dalla mafia mentre scortavano il Giudice Falcone.
L’olio di Capaci è stato utilizzato in occasione della Messa crismale, celebrata nelle cattedrali di Grosseto e San Cerbone a Massa Marittima, il Giovedì Santo.
Sarà quello l’olio santo con cui i sacerdoti, durante l’anno, ungeranno i bambini nei battesimi, gli anziani, i malati e gli infermi e con cui lo stesso Vescovo ungerà la fronte dei giovani nelle cresime e le mani dei candidati al sacerdozio.
nasce dall’idea di Guido Fiorini e Francesca Gori
Notizie in tempo reale, turismo, economia, sport, enogastronomia, ambiente, informazione
MaremmaOggi il giornale on line della Maremma Toscana – #UniciComeLaMaremma