Il 118 piange "Fabione", l'infermiere sempre in prima linea Skip to content

Il 118 piange “Fabione”, l’infermiere sempre in prima linea

Dall’ospedale in via Saffi a Pegaso: Cerignoli, 72 anni, non si è mai tirato indietro di fronte alle emergenze. I funerali saranno celebrati nella chiesa di Scansano
Fabio Cerignoli, deceduto a 72 anni
Il pronto soccorso e, nel riquadro, Fabio Cerignoli

GROSSETO. Era stato uno dei fondatori della moderna infermieristica e tutto questo solo grazie al fatto che la sua passione per il lavoro e la sua dedizione ai pazienti era totale. Fabio Cerignoli, 72 anni, se n’é andato poco prima di mezzanotte di martedì 3 gennaio, all’ospedale Misericordia, dov’era stato ricoverato da alcuni giorni. 

Era malato da tempo e nelle ultime settimane le sue condizioni si sono aggravate: come ultimo gesto d’amore, Fabio ha donato le cornee

L’infermiere «sempre in cima all’ambulanza»

La notizia della morte di Cerignoli è un macigno, per i suoi colleghi. Fabio era stato infatti uno dei fondatori della moderna infermieristica: aveva cominciato a lavorare al pronto soccorso dell’ospedale quando ancora era in via Saffi e aveva poi visto e partecipato a tutti i trasferimenti del Misericordia. Poi, una volta nato il 118, per l’azienda era stato naturale affidargli il compito del soccorritore. 

L’infermiere «in cima alle ambulanze»: si definiva così, Cerignoli, proprio per spiegare ai colleghi, soprattutto ai più giovani, che il loro mestiere era quello di stare dove c’era bisogno per aiutare gli altri. «Noi giovani – ricorda Rita Malacarne, segretaria dell’Opi – siamo stati cresciuti da Fabione. Per lui eravamo come figli, i colleghi sono sempre stati la sua seconda famiglia. Una famiglia alla quale lui ha dato veramente tanto: la dedizione, l’amore, la passione, il coraggio». 

Originario di Scansano, Fabio era rimasto orfano di padre da piccino ed era cresciuto con la madre e le sorelle. 

Poi aveva scelto la sua strada, aveva conosciuto Pia, che sarebbe diventata sua moglie e si era creato quasi una seconda famiglia fatta di infermieri e personale dell’emergenza urgenza. Prima sull’ambulanza, poi su Pegaso. Quando è stata la volta di salire sull’elisoccorso per prestare servizio, Fabio Cerignoli era lì. 

Il cordoglio dell’Opi

I suoi colleghi lo chiamavano affettuosamente “Fabione”, “Il Cerignolone” per la sua stazza. «Era sempre pronto ad aiutarci – aggiunge Malacarne – e a difenderci, quando ce n’era bisogno. Aveva un grandissimo senso del gruppo, aveva con tutti noi un legame speciale. Era schietto, semplice e di una generosità unica». 

Appassionato di cavalli, Fabio e la moglie tornavano sempre nella loro casa di Scansano, dove erano conosciutissimi in paese e dove tutti gli volevano bene. La salma sarà esposta all’obitorio dell’ospedale Misericordia: i funerali saranno celebrati mercoledì 4 gennaio alle 12 nella Chiesa di San Giovanni Battista a Scansano.

L’Ordine delle professioni infermieristiche di Grosseto ha espresso cordoglio per la morte del collega amato da tutti, stringendosi alla famiglia di Fabio, uno dei professionisti da portare come esempio per le future generazioni di infermieri. 

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