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I primi vent’anni di Maremma Magazine

Celestino Sellaroli, ideatore del progetto editoriale racconta il viaggio che ha portato la sua rivista al giro di boa del ventennale. E anticipa i progetti futuri
Maremma Magazine compie 20 anni
Il poster del ventennale

GROSSETO. Il 1° marzo del 2003 usciva il primo numero di Maremma Magazine, il mensile ideato e diretto da Celestino Sellaroli. Carta patinata, foto di alta qualità, carattere di scrittura elegante e ben leggibile, contenuti professionali e accattivanti sono la ricetta che, da 20 anni, tiene sulla breccia l’unica rivista interamente dedicata alla Maremma e alle sue eccellenze

Il ventennale è un compleanno importante, perché dall’alba del nuovo millennio tante cose sono cambiate e con una velocità che allora era impensabile. Eppure, la formula della rivista di Sellaroli ha saputo resistere, là dove progetti simili e anche più ambiziosi hanno fallito. E lo ha fatto adeguandosi ai tempi, ma senza snaturare il progetto editoriale concepito fin da subito con le idee chiare e un preciso obiettivo: essere la rivista della Maremma e per la Maremma, raccontata attraverso i suoi protagonisti.

Dunque rivolta ai lettori, ovviamente, ma ritagliandosi al contempo il ruolo di punto di riferimento per chi in Maremma vive, lavora, amministra. Insomma un vero e proprio “house organ” del territorio. La rete che Sellaroli ha saputo creare – e rafforzare con pazienza – tra istituzioni, imprenditori, lettori è una delle chiavi del successo.

Un successo fatto – anche e soprattutto – di passione, professionalità, amore per la propria terra. Certificato, 20 anni dopo, dai risultati: 218 numeri pubblicati (la rivista esce in 10 numeri, da marzo a dicembre), più di 5.000 articoli, 1.500 abbonati, più di 100 inserzionisti fidelizzati, una ventina di collaboratori.

20 anni di passione per la Maremma

Celestino Sellaroli è un grande lavoratore, un uomo dalle idee chiare e solide, ma che non ama apparire, né tanto meno incensarsi o parlare troppo di sé. Ma questa volta, che sta per spegnere le 20 candeline della sua creatura, non può sfuggire. La sua è stata una scommessa vinta, alla faccia di chi non gli dava allora più di tre mesi di vita.

Avevano sbagliato pronostico e sottovalutato la tenacia e la determinazione del direttore.

Come ci si sente tagliare un traguardo così importante che rappresenta un’intera vita lavorativa?

«Come ho scritto nell’editoriale del numero del ventennale, sono emozionato. Quando ho chiuso la rivista che ora è in edicola mi sono sentito davvero a una svolta “epocale”. Confesso che mi fa un certo effetto leggere in copertina “anno XXI, numero 1, marzo 2023″. Nell’editoriale del primo numero avevo scritto: “Un giornale che parla di Maremma, della sua gente, del suo folklore, delle sue bellezze. Ma ce n’era davvero bisogno?”. Dopo aver illustrato finalità e contenuti del progetto, concludevo: “Sarà un successo? Chissà… Da parte nostra ce la metteremo tutta, consci, sin da adesso, delle difficoltà che sicuramente incontreremo”. Pur consapevole del concreto rischio di non farcela, non volevo avere il rimpianto di non averci provato, “di non aver dato alla luce una una piccola creatura, frutto di un sogno, a lungo coltivato e diventato realtà”».

20 anni senza perdere un appuntamento e i numeri di oggi dicono che la scommessa è vinta. Ma quanto le è costato?

«Sono fermamente convinto che ognuno di noi abbia il dovere verso se stesso di coltivare i propri sogni. Questo per dire che il “costo” emotivo e psicologico è stato ripagato nel momento stesso in cui il primo numero è arrivato fresco di stampa tra le mie mani. Il costo economico è il rischio di impresa che ogni imprenditore sa che deve mettere nel conto. Venivo da esperienze lavorative in parte belle e formative, in parte deludenti, ma volevo rimanere nel settore e volevo farlo con un progetto tutto mio. Volevo inventarmi il lavoro e non andare a cercarlo. Mi guardavo intorno e vedevo un territorio che non aspettava altro che essere raccontato. Ho incontrato tante difficoltà, ma poi il seme è germogliato».

Ha mai pensato, all’inizio di questo viaggio, di fare marcia indietro?

«Ci sono stati momenti difficili, porte chiuse, scetticismo, ma ormai ero partito. Ho consumato le suole delle scarpe in giro a presentare il progetto. All’inizio i miei interlocutori sono state le istituzione, a partire dalla Provincia di Grosseto, che negli anni del Distretto rurale, investiva in promozione del territorio. Poi i Comuni, gli enti pubblici e, soprattutto, gli imprenditori locali che dovevano diventare i miei inserzionisti. Senza questo parterre non avrei potuto dare corpo e poi gambe a Maremma Magazine. Ci sono stati momenti di profondo sconforto, al limite dello smarrimento, ma non ho mollato. Sono tenace, ci credevo e in fondo non volevo darla vinta alle cassandre che avevano cantato il mio rapido fallimento».

«La Maremma è un mondo che aspetta di essere raccontato»

Come è nata l’idea e il progetto editoriale?

«Quando si parla di Maremma, si danno per scontati il mare, la campagna, la buona tavola. Ma questo territorio è anche molto altro. È un mondo in cui ambiente, cultura, arte, archeologia, enogastronomia si intrecciano con imprenditoria, progettualità, storie, personaggi che non aspettano altro che di essere raccontati. Poi ero convinto della necessità di una rivista che avesse al suo interno un’agenda di tutto quel che c’è da fare, da vedere, da scoprire. Rivolta ai turisti, ma anche ai maremmani, che fossero lettori o essi stessi protagonisti. Il progetto editoriale è venuto di conseguenza. Ed è cresciuto anche grazie alla “grande famiglia” di collaboratori che cercano, propongono, scrivono. Alcuni storici, altri occasionali, belle firme che rendono grande la rivista. È anche grazie a loro se Maremma Magazine è cresciuta, si è affermata e ha raggiunto questo giro di boa».

Si può dire che la rivista è un catalizzatore, intorno al quale si raccoglie il territorio in tutte le sue sfaccettature?

«Sì, assolutamente. Il progetto si è evoluto ed è cresciuto anche grazie alla rete di contatti e rapporti che si sono, appunto, catalizzati intorno alla rivista. Penso al mondo economico e imprenditoriale, a quello del lavoro e del tempo libero, alle eccellenze, alla cultura e all’arte, all’associazionismo e alle istituzioni. Un “pacchetto” che si trasforma ogni mese in un racconto che incontra il gradimento del lettori».

Celestino Sellaroli
Celestino Sellaroli

In questi anni sono cambiate tante cose nell’editoria, ma soprattutto nel modo di leggere da parte del pubblico. Quanto ha pesato e come la rivista si è adeguata?

«Bisogna guardare al cambiamento senza averne timore, ma cercando di afferrarne le potenzialità. Oggi è tutto più veloce e smart. E noi ci siamo adeguati con il sito internet, la versione on line della rivista (che si può acquistare e leggere ovunque), le pagine social. È un grande lavoro che richiede tempo e competenze, ma il risultati ci sono. Ci danno visibilità, ci permettono di raggiungere un pubblico prima impensabile e di farlo ovunque. Ci permettono di rilanciare servizi, foto, notizie. Abbiamo migliaia di follower che leggono e commentano i nostri contenuti, che sono anche uno stimolo costante. Impensabile, oggi, fare senza, ma non sostituiscono la carta».

Il futuro tra la carta e un portale di servizio per il territorio 

Quindi Maremma Magazine rimarrà di carta?

«Sarò vecchio, ma la risposta è sì. Battute a parte, sono fermamente convinto che la carta sia insostituibile. Certamente deve fare un servizio diverso, non può mandare in edicola un mese dopo, quello che sui social o sul web è immediato. Sulla carta si usa un altro linguaggio, la lettura di una rivista come questa è un processo lento, che si fa in un momento di relax o di pausa. Vanno proposti contenuti adeguati. La rete, nel nostro caso, è una vetrina promozionale rivolta al pubblico che ama la velocità e l’immediatezza. Ma i nostri lettori e abbonati continueranno a trovare Maremma Magazine in edicola o a riceverlo a casa per posta».

Come sarà il futuro del mensile?

«L’impianto della rivista rimarrà il solito, ma immagino Maremma Magazine come un “marchio” da allargare su altri fronti. Penso a un portale in più lingue e con più funzioni, che offra nono solo contenuti informativi ma anche servizi. Insomma una piattaforma in cui trovare quello che c’è da sapere sulla Maremma, ma che sappia anche rafforzare l’effetto catalizzatore di cui parlavamo prima con tutti gli attori del territorio. A quel punto si può pensare al grande salto, alla creazione di un portale di livello internazionale».

Allora, non resta che fare gli auguri a lei, a CS edizioni, a Maremma Magazine e prepararci ai suoi prossimi 20 anni, con la curiosità e l’interesse che ce l’ha fatta leggere per i primi 20. La storia continua…

Info e contatti

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