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I primi 75 anni di sacerdozio di don Franco

Cattedrale di San Lorenzo gremita per la Messa presieduta dal vescovo Bernardino. Un lungo applauso per una vita spesa al servizio della Chiesa maremmana
Don Franco durante la celebrazione

GROSSETO. Una Cattedrale di San Lorenzo gremita ha accolto, martedì 23 dicembre, la celebrazione per il 75° anniversario di ordinazione sacerdotale di don Franco Cencioni, punto di riferimento per la Chiesa maremmana e per intere generazioni di fedeli.

La Messa è stata presieduta dal vescovo Bernardino Giordano e concelebrata dal vescovo emerito Rodolfo Cetoloni e da circa trenta sacerdoti, in un clima di intensa comunione ecclesiale. Numerosi i fedeli che hanno partecipato alla celebrazione, manifestando affetto e riconoscenza per una lunga vita di ministero vissuta a servizio del Vangelo e delle comunità.

Impossibilitati a essere presenti, hanno fatto giungere i loro auguri anche i vescovi Giovanni Roncari e Franco Agostinelli.

La liturgia è stata arricchita, a sorpresa, dalla presenza di una rappresentanza della Corale Puccini, che ha animato il canto contribuendo a rendere ancora più solenne la celebrazione.

Le parole di don Franco: «Facciamo vita comune con la nostra gente»

Nel ringraziamento finale, don Franco ha espresso profonda gratitudine per l’affetto ricevuto: «In questi giorni è stata un’alluvione di auguri, di saluti, di ricordi che mi hanno commosso e riempito di gioia».

Rivolgendosi ai confratelli sacerdoti, ha richiamato il valore di un ministero vissuto nella quotidianità delle persone: «Facciamo vita comune con la nostra gente, chiedendo al Signore di poterlo rappresentare al meglio nelle loro vite, nelle loro vicende belle e meno belle».

Don Franco durante la celebrazione

Un appello particolare è stato rivolto alla comunità diocesana perché continui a sostenere il seminario diocesano e le scuole paritarie: «Chiedo a tutti voi di tenerle presenti nella vostra preghiera e nella vostra affettuosa stima, perché possano continuare ad accogliere anche le famiglie in difficoltà, offrendo ai più piccoli le linee essenziali di quella vita che il Signore Gesù torna a riproporci».

Nel saluto conclusivo, don Franco ha infine richiamato il valore della Cattedrale come chiesa madre della diocesi e il cammino di unità che la Chiesa locale sta vivendo: «Due Chiese sorelle chiamate a fare un’unica famiglia, perché questa unità possa consentirci davvero una presenza incisiva nella nostra società».

Un ministero lungo 75 anni

Don Franco Cencioni venne ordinato sacerdote alle prime ore del mattino del 23 dicembre 1950, nella chiesa di Santo Stefano a Porto Santo Stefano, dal vescovo Paolo Galeazzi, nella stessa celebrazione in cui venne consacrata la chiesa ricostruita dopo i bombardamenti del 1943.

Già nel pomeriggio di quel giorno iniziò il suo servizio sacerdotale: «Venni mandato dal Vescovo all’orfanotrofio Garibaldi, a Grosseto, a confessare. Quello fu il mio avvio sacerdotale».

Figlio di minatori, primo di quattro figli, cresciuto nel borgo minerario di Boccheggiano, nelle Colline Metallifere, la sua vocazione nasce presto. Ancora ragazzo fu accolto da don Luigi Orione a Tortona, nella Piccola Opera della Divina Provvidenza. Nel 1940 si trasferì a Voghera, ma la guerra lo costrinse a rientrare in Maremma.

Accolto nel seminario di Grosseto, vide gli studi interrotti tra il 1943 e il 1945 a causa dei bombardamenti, per poi riprenderli a Pisa e a Roma, conseguendo la maturità classica al Collegio Santa Maria.

Dalla parrocchia ai beni culturali ecclesiastici

Nel 1951 fu per alcuni mesi vice rettore e insegnante al Collegio arcivescovile di Pisa, ma il vescovo lo richiamò a Grosseto per il riordino dell’archivio diocesano, salvato dai bombardamenti del 1943 e dall’alluvione del 1944.

Da lì ebbe inizio un lungo e fecondo ministero pastorale che lo ha visto parroco a Giuncarico, Marina di Grosseto, Bagno di Gavorrano e, per oltre trent’anni, in Cattedrale. È stato proposto del Capitolo, insegnante di religione, assistente di Azione cattolica e di numerose realtà associative.

Tra i primati che gli vengono riconosciuti, l’organizzazione dei primi campeggi estivi per ragazzi alla fine degli anni Cinquanta e la prima festa di carnevale “mista”, con la partecipazione di ragazzi e ragazze.

Nel 1999 è stato nominato primo responsabile dell’Ufficio diocesano per i Beni culturali ecclesiastici, incarico che ricopre tuttora, curando opere e memoria storica della diocesi.

A 99 anni e mezzo, una vocazione ancora viva

Oggi, a 99 anni e mezzo, don Franco continua a vivere pienamente la sua vocazione. Se il passo è più incerto, la mente resta lucidissima, la curiosità intatta e l’entusiasmo contagioso.

Non ha mai cercato onori, ma la città di Grosseto gli ha conferito la civica benemerenza, riconoscendo il suo servizio all’intera comunità, credenti e non. Durante la pandemia è stato anche testimonial della campagna vaccinale.

La celebrazione si è conclusa con un lungo applauso e con l’augurio finale di don Franco: «Grazie e auguri di bene a tutti voi e alle vostre famiglie».

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