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I formaggi della Maremma conquistano l’Africa

L’azienda grossetana, per il progetto Coopermondo – Terra di valore, ha promosso a Capo Verde e in Giordania il proprio modello industriale valutando soluzioni innovative su misura
La visita del presidente Luciano Nucci del caseificio di Sorano in Giordania
La visita del presidente Luciano Nucci del caseificio di Sorano in Giordania

SORANO. Il Caseificio non esporta solo formaggio. L’interessante iniziativa per il caseificio di Sorano lo vede collaborare in due progetti internazionali che fanno capo a Coopermondo – Terra di Valore: uno a Capo Verde e l’altro con l’associazione Habibi in Giordania.

Negli scorsi mesi proprio il presidente del caseificio di Sorano, Luciano Nucci, è andato in questi paesi incontrando aziende simili: l’obiettivo è quello promuovere lo sviluppo sostenibile e la responsabilità sociale d’impresa a livello globale.

Il progetto “Terra di Valore” a Capo Verde

Il progetto nasce dalla collaborazione del caseificio di Sorano con “Coopermondo”, l’associazione per la cooperazione internazionale allo sviluppo Eta. Intende promuovere l’attività rurale inclusiva e sostenibile a Capo Verde, paese dell’Africa occidentale, andando a superare le principali problematiche, legate soprattutto agli effetti del cambiamento climatico.

Il caseificio di Sorano ha fornito supporto tecnico ad una piccola cooperativa locale che si occupa della produzione di formaggi e latticini: e la cooperativa sta potenziando le proprie capacità produttive in modo da accedere a nuovi mercati, migliorando le opportunità economiche e occupazionali per la comunità locale.

Gli incontri e le consulenze si sono svolte per il momento via web, ma già nei primi giorni di luglio una delegazione capoverdiana farà visita al caseificio per vedere fisicamente come funziona la filiera produttiva della cooperativa soranese.

Un momento durante la formazione online al caseificio CapoVerde

 

E quello in Giordania

Il secondo progetto si svolge in Giordania, un paese che affronta sfide socioeconomiche significative. L’iniziativa è nata dall’associazione Habibi, con il contatto con il caseificio “FormaJO” nato nel 2018 nel villaggio di Ader, nella regione del Kerak, una delle più povere del paese.

Lo scopo anche in questo caso è quello di sostenere donne giordane appartenenti a categorie vulnerabili, attraverso la formazione per la produzione di formaggio ovino italiano. Il caseificio è interamente a conduzione femminile: sei donne sono incaricate della produzione, e una si occupa della supervisione.

Due pastori lavorano alla fattoria e gestiscono il gregge di pecore, acquistato inizialmente grazie a una campagna di autofinanziamento e al sostegno dell’ambasciata Bulgara ad Amman.

L’azienda soranese sta fornendo supporto tecnico soprattutto nella formazione del personale. Nucci si è recato personalmente in Giordania per verificare lo stato del sistema produttivo, constatare i punti critici della produzione e della stagionatura del formaggio e per studiare metodologie alternative adatte all’ambiente estremamente difficile del deserto.

 

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