ROCCASTRADA. Un piccolo grande spettacolo ha emozionato genitori, insegnanti e tutta la comunità locale: si tratta della recita di fine anno della scuola elementare di Sticciano Scalo dal titolo “Dolente Pia”, andata in scena il 10 giugno.
Il progetto, nato dal desiderio di riscoprire e valorizzare le tradizioni storiche del territorio, ha riportato in vita la figura tragica e affascinante di Pia De’ Tolomei e ha coinvolto trasversalmente tutte le classi delle elementari del paese, dimostrando quanto l’arte e la memoria possano diventare strumenti potenti di educazione civica e culturale.
La recita
La recita è un progetto articolato che ha visto i bambini non solo impegnati nelle messa in scena del racconto, ma anche nella realizzazione delle scenografie, andando a ricreare l’atmosfera medievale, con la realizzazione, tra gli altri, del cartonato del castello dove la Pia fu rinchiusa.
Pia, figura evocata anche da Dante nella Divina Commedia, è il simbolo di una donna vittima del potere maschile: fu rinchiusa in un castello dal marito, che l’accusò di tradimento senza aver mai aver accertato la verità.
Una vecchia storia, ma purtroppo molto attuale, che ha offerto ai piccoli attori e al pubblico l’opportunità di riflettere su temi importanti come il femminicidio, la violenza di genere e l’importanza dell’ascolto e del rispetto.
Lo spettacolo, che è stato un percorso trasversale che ha coinvolto tutte le discipline, non ha lasciato nulla al caso e la drammatizzazione è stata accompagnata da testi musicali che trattavano quei temi importanti e sensibili portati all’attenzione dalla storia.
“Dolente Pia” di Gianna Nannini, da cui ha preso il nome lo spettacolo e “Volevo essere un duro” di Lucio Corsi sono due delle canzoni portate in scena. I bambini hanno cantato la canzone di Corsi con la voglia di lanciare un messaggio: quello che conta nella vita è essere sempre se stessi.
Autore
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Collaboratrice di MaremmaOggi. Dammi carta e penna e mi farai felice. Amo leggere e parlo tanto. Camminare nei miei boschi mi rimette a posto l’anima. Mamma di Pietro e Sergio: sono loro il mio primo lavoro.
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