I 50 anni dell'Istituto musicale nei ricordi del primo diplomato | MaremmaOggi Skip to content

I 50 anni dell’Istituto musicale nei ricordi del primo diplomato

L’allora undicenne Giovanni Lanzini ha suonato le prime note proprio nella scuola di Grosseto. Le corse al pullman, lo studio, il primo diploma, l’insegnamento: in 50 anni tutto ritorna e si proietta
Istituto musicale Giovanni Lanzini maremma oggi
Giovanni Lanzini, un percorso che si inscrive nella vita dell’Istituto musicale “Palmiero Giannetti”

GROSSETO. L’Istituto musicale comunale “Palmiero Giannetti” compie cinquant’anni di attività. La struttura gestita da Fondazione Grosseto cultura e diretta da Antonio Di Cristofano li celebra con una giornata speciale. Mezzo secolo di musica, al servizio di migliaia di allievi. Tra di loro anche il maestro Giovanni Lanzini, primo allievo dell’allora Scuola comunale di musica, a diplomarsi. Il clarinettista ha mosso proprio lì i primi passi nel mondo della musica. E il suo ricordo, parla di una strada di successo, sia suo che dell’Istituto.

L’appuntamento per la celebrazione dei 50 anni è per domenica 8 ottobre alle 17 al teatro degli Industri di Grosseto, con un evento aperto a tutti e a ingresso libero.

Con la memoria, invece, l’appuntamento è qui e adesso, tra le parole di Lanzini.

Quell’inverno 1973: corse al pullman e prime note

Aveva 11 anni Giovanni Lanzini quando iniziò a frequentare la Scuola comunale di musica di Grosseto (si chiamava così allora). Nel 1973 Iniziò nella classe di clarinetto del professore Marcello Governi. «La scuola era stata riqualificata, con l’aggiunta di varie classi di strumento, proprio in quell’anno grazie alla volontà dell’amministrazione comunale di Grosseto e all’opera lungimirante dell’allora assessore alla cultura, Alfio Gianninoni. Per me, giovane musicante proveniente dalla banda del mio paese, Cinigiano, era come toccare il cielo con un dito», racconta Lanzini.

Giovanni Lanzini
Giovanni Lanzini

Era un’occasione unica, infatti, frequentare una scuola dove all’insegnamento di uno strumento musicale si affiancavano tutta una serie di discipline complementari come teoria, solfeggio, armonia, storia della musica, coro, orchestra ecc. La scuola (fino a metà anni ’90) era in una villetta tutt’ora esistente in via Damiano Chiesa, non lontano dall’allora stazione dei bus Rama. «Solo Dio lo sa quante corse ho fatto per non perdere il pullman, visto che volevo sfruttare le mie lezioni musicali fino all’ultimo minuto – dice Lanzini – D’altronde, dato che per scendere in città mi alzavo alle 6 del mattino e che fino alle 18.30 non rientravo a casa, non potevo sprecare neanche un minuto di quella fortuna che mi era capitata: quella di poter studiare musica a livello professionale».

La direzione della scuola allora era affidata al professore Adello Arzilli, docente di flauto diplomato al conservatorio di Santa Cecilia di Roma. Tra gli insegnati c’erano nomi molto conosciuti nel panorama musicale grossetano, come i professori Olivetta (violino), Pepe (pianoforte), Finisio Manfucci (coro e solfeggio), Mazzella (tromba). «Quell’anno, e fu sottolineato con soddisfazione anche dai giornali cittadini, ci fu un vero e proprio boom di iscrizioni: oltre 140. Tante per una città nella quale a quel tempo le uniche realtà musicali erano la Banda cittadina e la Corale Puccini».

«Fu inoltre in quegli anni bellissimi che si formò lo zoccolo duro degli attuali apprezzati musicisti cittadini “più grandicelli” come me – dice Lanzini con un tocco d’ironia – fra i quali mi piace ricordare i fratelli Cavalieri, Antonio Di Cristofano, Laura Menchini, Giovanni Profeta, Sabrina Savelli, Daniela Bilotti, Massimo Dondolini, Gaetano Schipani, Paolo Maffei… solo per citarne alcuni. E con chi in questo momento ho dimenticato mi scuso preventivamente».

Lanzini il primo allievo diplomato della scuola

Dopo il professor Arzilli la direzione fu poi affidata dall’assessorato alla cultura del Comune al prof. Rolando Bogi, docente di educazione musicale della scuola media “Da Vinci” di Grosseto. Nel 1981 poi, sostenendo gli ultimi esami al Conservatorio “Luigi Cherubini” di Firenze, Lanzini ottiene il diploma di clarinetto, divenendo il primo allievo della scuola di musica diplomato. «Allora si chiamava diploma e non laurea come adesso – dice Lanzini – Ricordo che fu una vera e propria festa per tutta la scuola: conservo ancora gelosamente l’articolo che apparse sulla stampa cittadina che mi ritraeva, poco più che diciottenne, fiero con il mio clarinetto».

Giovanni Lanzini si diploma
Giovanni Lanzini si diploma

Alla soddisfazione del diploma ne seguì presto un’altra ancora più grande. «Non appena ebbi conseguito il titolo il mio insegnante mi comunicò che, per problemi familiari e di salute, avrebbe abbandonato la classe di clarinetto nella scuola – racconta Lanzini – Disse che aveva già caldamente suggerito all’amministrazione comunale il mio nome come suo successore».

La soddisfazione di Lanzini toccò vette mai viste prima di allora ma allo stesso tempo fece la preoccupazione: sarebbe passato immediatamente da allievo a docente. «Soddisfazione e preoccupazione andarono alle stelle – ricorda Lanzini – Insieme al pensiero della responsabilità che avrei dovuto avere verso i miei ex compagni di classe, fra i quali mio fratello Augusto, che in un colpo solo divenivano da compagni di corso ad allievi non mi fece dormire per tante notti». 

Da allievo a maestro

Siccome a diciott’anni siamo dotati anche di quel pizzico di follia che a volte manca in età adulta, «Accettai l’incarico – dice Lanzini – Che ho mantenuto poi con orgoglio fino al 2010 dopo aver insegnato e per alcuni condotto al diploma, schiere di clarinettisti grossetani e non».

In trent’anni di docenza è stato poi testimone diretto di tutta la vita della scuola, «Come della nomina a direttore del compianto maestro Palmiero Giannetti che rivoluzionò con il suo intraprendente spirito libero la scuola orientandola verso una visione più moderna e professionale».

La svolta negli anni ’90

«La svolta epocale della scuola è avvenuta a metà anni ’90, quando si pensò ad una operazione che avrebbe rivoluzionato la vita musicale cittadina – dice Lanzini – Ovvero fondere l’esperienza di una Scuola comunale di musica oramai un po’ troppo chiusa su se stessa con la nuova visione aperta, giovane e dinamica dell’allora Centro musica Donizetti. Sorto nel quartiere Pace per opera dell’allora circoscrizione: artefici Roberto Bozzi e Giovanni Corbini».

Il Centro musica era ben gestito da alcuni dei migliori ex allievi della Scuola comunale di musica, oramai brillantemente diplomati nei conservatori statali e raccoglieva giovani e adulti con corsi pomeridiani e serali. «Sia per numeri che per qualità stava diventando un temibile “concorrente” musicale alla Scuola di musica – ricorda – La fusione dei due Istituti avvenne con la fondazione, fortemente voluta anche dal Comune di Grosseto, dell’Istituto comunale di musica di Grosseto che riuniva finalmente le due “anime” musicali della città. Proprio per questo i due rispettivi direttori Palmiero Giannetti (Scuola comunale di Musica) e Antonio Di Cristofano (Centro musica Donizetti) divennero in questa nuova struttura rispettivamente presidente e direttore». Trovò sede in via Bulgaria, dove c’era l’ex scuola media “Ungaretti”, dove è fino ad oggi e dove trova sede anche la Fondazione Grosseto Cultura.

Arrivano l’orchestra della città e le grandi rassegne

Il successo di questa operazione culturale fu enorme. «Inserito fra l’altro nell’onda lunga di un periodo veramente importante per la musica nella nostra città – rimarca Lanzini – nel 1994 fu fondata l’Orchestra Città di Grosseto» il maestro ne sarà fondatore e primo presidente. Ma non finisce qui, «Arrivarono altri importantissimi eventi musicali cittadini che si sono consolidati come storici – ricorda Lanzini – la stagione operistica, il Concorso città di Grosseto, il Premio internazionale Scriabin, il Festival music & wine, solo per citarne alcuni».

Purtroppo la prematura e tragica scomparsa del maestro Palmiero Giannetti, al quale l’Istituto è dedicato, in quel 2004 fu un brutto colpo per tutti. «Ma oramai la strada, anche grazie alla sua opera instancabile, era stata tracciata – dice Lanzini – L’Istituto musicale cittadino, entrato poi a far parte della Fondazione Grosseto cultura, è ancora oggi una importante realtà musicale che, personalmente, ho vissuto intensamente per gran parte della mia vita. Prima come allievo, poi come insegnante e come genitore di allievi. I miei figli Michele (violoncellista) ed Elisa (violinista) hanno mosso i loro primi passi proprio nell’istituto cittadino. Sono stato capo dipartimento, organizzatore, appassionato sostenitore. Parte della mia vita è lì dentro».

«Un solo cruccio»

Anche se per Lanzini è stato tutto davvero bello in questi 50 anni, qualcosa ancora rimane da fare. «In tutto questo percorso rimane un solo cruccio – dice Lanzini – quello di non avere ancora potuto vedere l’Istituto musicale “Giannetti” annoverato fra gli Istituti pareggiati ai conservatori della Toscana. Sarebbe la naturale prosecuzione degli studi musicali in città e in provincia dopo le scuole medie a indirizzo musicale e dopo il liceo musicale cittadino».

«Peccato. Forse si è avuto paura e non si è colto l’attimo, forse è mancata la volontà politica. Chissà – conclude – non sta a me giudicare, spero tanto che un giorno accada».

Autore

  • Nato a Grosseto, pare abbia scelto quasi da subito di fare l’astronauta, poi qualcosa deve essere cambiato. Pallino fisso, invece, è sempre rimasto quello della scrittura. In redazione mi hanno offerto una sedia che a volte assomiglia all’Apollo 11. Qui scrivo, e scopro. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

    Visualizza tutti gli articoli

Riproduzione riservata ©

Condividi su

Articoli correlati

Reset password

Inserisci il tuo indirizzo email e ti invieremo un link per cambiare la tua password.

Powered by Estatik