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Grosseto troppo pericolosa per i pedoni

L’allarme dell’associazione Grosseto al Centro, che propone 5 azioni per rendere la città più sicura
Una pattuglia della polizia municipale

GROSSETO. Cinque punti per rendere la città a misura di pedoni e biciclette: più sicura, per chi non si muove in auto, in moto o con i mezzi pubblici. È l’associazione Grosseto al centro (Gac) a proporli, anzi a riproporli, dopo che ieri, in due ore, sono stati investiti due pedoni.

Sono diversi anni che il gruppo politico di Matteo Della Negra avanza proposte per l’incolumità dei cittadini, chiamando il Comune alle sue responsabilità, in quanto ente di governo anche in materia di viabilità urbana. E lo fa a partire da un esame di semplici dati statistici. Quelli indicati dall’Istat:

  • distrazione alla guida
  • mancata precedenza
  • velocità troppo elevata.

«In città gli incidenti più gravi e con esiti fatali sono rappresentati dagli investimenti: i pedoni (tra cui gli anziani, le persone con disabilità, i bambini) e i ciclisti sono gli utenti deboli che maggiormente ne fanno le spese», scrive l’associazione, invitando il Comune a prendere in considerazione 5 punti su cui lavorare.

Le 5 proposte di Grosseto al Centro al Comune

«Riteniamo che l’Amministrazione comunale, con le sue scelte, abbia una chiara responsabilità nel ridurre il rischio per l’incolumità delle persone. Essa infatti può e deve agire su 5 aspetti fondamentali che aumentano la sicurezza per tutti i grossetani», aggiunge.

Eccoli: 

  • ridurre i limiti di velocità (zone 30) e gli spazi alle automobili (in particolare in prossimità degli attraversamenti), realizzare attraversamenti rialzati, in modo da ridurre l’energia cinetica dei veicoli
  • aumentare gli spazi a pedoni e ciclisti (isole e penisole pedonali, percorsi ciclopedonali protetti) in modo da ridurne l’esposizione alle situazioni di pericolo
  • rafforzare la presenza di pattuglie della polizia municipale sul territorio comunale, poiché la vista di mezzi e agenti in divisa è il principale deterrente all’infrazione delle regole
  • aumentare il numero delle sanzioni alle infrazioni, raccogliendo così risorse da investire in interventi per la sicurezza stradale
  • promuovere un’efficace comunicazione alla cittadinanza sui quattro punti precedenti, per massimizzarne gli effetti.

Grosseto diventi tutta “Città 30”

«Città come Bologna e Milano si apprestano a diventare in pochi mesi intere “città 30” – riprende Della Negra – pendendo esempio da altre capitali europee come Bruxelles, che dopo aver ridotto il limite di velocità a 30 Km/h ha visto dimezzare gli incidenti mortali e gravi. Anche a Grosseto, da quasi due anni, il Consiglio comunale ha approvato il Piano urbano della mobilità sostenibile, che prevede la realizzazione di un biciplan e di 10 “zone 30” in città: sono le aree di via de Amicis, via Monte Bianco, via Sicilia, Villaggio Curiel, via Garigliano, vio Ugo Bassi, Velodromo-Giotto, via Ansedonia, via Leopardi, Barbanella-Rovetta».

Solo annunci

«Delle tante “zone 30” più volte annunciate sui giornali, però, non si vede ancora l’ombra. Per  realizzarle, il piano approvato indica la necessità di creare attraversamenti pedonali rialzati, penisole pedonali in prossimità di attraversamenti e incroci e transenne parapedonali, importanti in modo particolare in prossimità delle scuole, come quanto realizzato in via Uranio a seguito delle sollecitazioni di Grosseto al centro. Oltre a ciò vanno realizzate isole pedonali salvagente, che azzerano i sorpassi sugli attraversamenti, come quelle installate in via Giusti, via Monte Labro, via della Pace e via Senese a seguito delle 1.700 firme raccolte nel 2015 e 2016 da Gac.

Tutti interventi necessari anche nelle frazioni, come da tanti anni continuano a chiedere gli abitanti di Rispescia, Alberese, Il Cristo e Batignano. Per via Mascagni proponemmo il restringimento della carreggiata mantenendo tutti i parcheggi, l’allargamento dello spartitraffico centrale e dunque la riduzione della parte esposta negli attraversamenti pedonali, la realizzazione di attraversamenti rialzati e la riduzione del limite di velocità a 40 Km/h. La definizione del Piano della mobilità sostenibile costa alle tasche dei contribuenti. È stato approvato solo perché previsto dalla legge, e poi lasciato lì, o è intenzione dell’Amministrazione comunale attuarlo effettivamente in tutti i suoi aspetti, dimostrando di avere realmente a cuore l’incolumità dei grossetani?», conclude Grosseto al Centro.

 

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