GROSSETO. Dopo le regionali 2025, già archiviate in fretta, lo sguardo politico in Maremma è già puntato verso le comunali del 2027.
A Grosseto e Orbetello, i due centri principali che da quasi dieci anni sono guidati dal centrodestra, l’analisi dei risultati elettorali dell’ultimo decennio racconta un quadro molto diverso da quello di pochi anni fa: i due blocchi si sono avvicinati, e oggi la sfida appare più aperta che mai.
A Grosseto il vantaggio del centrodestra, che nel 2021 superava i 25 punti, si è ridotto a meno di cinque.
A Orbetello, dove la coalizione guidata da FdI aveva toccato il 72% alle comunali 2021, il centrosinistra è risalito fino al 47,7% alle regionali 2025: un recupero di oltre 40 punti percentuali in quattro anni.
Un riequilibrio netto, favorito dal calo della Lega e dalla crescita costante del Pd, ma anche dal crollo del Movimento 5 Stelle, che nel 2018 era protagonista e oggi è ridotto a ruoli marginali.
Molto dipenderà, nei prossimi due anni, dal recupero dell’astensione: alle regionali 2025 ha votato appena il 44% degli elettori, ma alle comunali la partecipazione è sempre più alta, intorno al 60%.
Significa che ogni tre voti del 2025, nel 2027 ce ne dovrebbe essere uno nuovo, potenzialmente decisivo per ribaltare gli equilibri.
Per essere davvero competitiva, la coalizione di centrosinistra dovrà allargare ancora il campo: includere la sinistra (la Bundu ha preso il 2,38% a Grosseto e l’1,71% a Orbetello), ma anche guardare con attenzione ai voti del centro. L’unica direzione in cui può ancora crescere.
Serviranno candidati forti, liste civiche ben costruite e un messaggio unitario capace di motivare l’elettorato che oggi resta a casa.
Perché, in fondo, nelle comunali sono proprio i nomi e le liste a spostare gli equilibri.


Il fattore Marras sulla crescita del Pd
Un elemento che aiuta a capire la crescita del Pd in Maremma è il cosiddetto “fattore Marras”.
Alle regionali 2025, l’assessore regionale Leonardo Marras ha infatti trainato il voto democratico in modo decisivo, soprattutto nei due comuni più grandi della provincia.
A Grosseto Marras ha raccolto 5.314 preferenze personali su un totale di 9.035 voti al Pd, cioè quasi sei elettori su dieci tra quelli del partito. Un risultato che conferma la sua centralità politica e territoriale e che ha contribuito in modo diretto all’avanzata del centrosinistra in città.
Anche a Orbetello il suo peso si è fatto sentire: 799 preferenze su 1.272 voti Pd, pari a oltre il 62% del totale di lista.
Numeri che raccontano una leadership radicata e un legame personale con l’elettorato, capace di spostare consensi ben oltre ai confini di partito.
Il “fattore Marras”, quindi, non è solo un dato statistico, ma rappresenta una variabile politica reale in vista delle comunali del 2027: un capitale elettorale personale che, se valorizzato, può incidere sulla strategia e sugli equilibri delle coalizioni.
Certo se non sarà lui il candidato, al momento l’ipotesi pare assai lontana, soprattutto se come sperano in tanti sarà confermato assessore, si apre per il centrosinistra la difficile ricerca di un nome, donna o uomo che sia, che abbia lo stesso carisma oppure sparigli il campo con una forte componente di novità.
Grosseto, sfida aperta: Fratelli d’Italia resta primo, ma il Pd accorcia
A Grosseto la sfida politica è ormai tutta aperta.
Il centrodestra resta avanti, ma il divario con il centrosinistra si è ridotto ai minimi storici: dal +26% delle comunali 2021 al +4,7% delle regionali 2025.
Un riequilibrio che segna la fine di un ciclo e l’inizio di una nuova fase, in vista delle comunali del 2027.


FdI in testa, ma cala la spinta dopo il 2022
Dopo il boom nazionale e locale, Fratelli d’Italia si conferma primo partito anche a Grosseto, ma con segnali di frenata.
Dopo aver toccato il 32,8% alle politiche 2022, il partito di Giorgia Meloni è sceso al 26,4% alle regionali 2025, pur restando la forza trainante della coalizione.
Un calo contenuto, ma indicativo di una fase di stabilizzazione dopo anni di crescita ininterrotta.
La Lega, che tra il 2018 e il 2019 aveva rappresentato l’ala più forte del centrodestra (fino al 36,2%), oggi è ridimensionata al 6%, tornando ai livelli pre-2018. L’effetto Vannacci ha fatto come dare acqua salata alle piante.
Forza Italia, invece, ritrova un po’ di ossigeno e torna in doppia cifra, al 15,4%, dopo anni di numeri modesti.
In vista delle comunali, visto il peso avuto nelle due elezioni di Vivarelli Colonna, molto dipenderà anche dal movimento civico. Sempre che gli elettori credano ancora che chi parte come civico poi concluda l’esperienza come tale.

Il Pd cresce e trascina il centrosinistra
Dall’altra parte, il Partito Democratico mostra un percorso inverso: dal 18,9% del 2016 al 31,9% del 2025, un salto di 13 punti in nove anni.
Il Pd è ormai la prima forza stabile della città, capace di intercettare voti sia dalla sinistra che dal Movimento 5 Stelle, in caduta libera.
I Riformisti si muovono in una fascia compresa tra il 2 e il 5%, mentre le liste civiche di centrosinistra, presenti solo alle comunali, hanno pesato tra il 5 e il 10%. E potrebbero essere ancora decisive.
Il Movimento 5 Stelle, che nel 2018 superava il 26%, si ferma ora al 5%, lasciando spazio a una ristrutturazione del campo progressista.

Il 2025 chiude un ciclo politico
Il dato complessivo racconta una città che non ha più un blocco dominante. Il centrodestra resta avanti, ma la somma Pd + alleati è ormai a ridosso del 46,5%.
In un contesto di astensione alta (46,9%), il ritorno alle urne nel 2027 potrebbe cambiare tutto: se si confermerà l’affluenza del 60% tipica delle comunali, ogni tre voti del 2025 ne dovrebbe entrare uno nuovo, potenzialmente decisivo per spostare l’ago della bilancia. Vedremo chi sarà più bravo ad intercettarli. E, occhio, chi pensa che siano tutti voti di giovani sbaglia di grosso.

Orbetello, il centrodestra arretra e il centrosinistra sfiora la parità
A Orbetello la fotografia politica è ancora più dinamica che a Grosseto.
Il centrodestra resta avanti, ma il suo dominio assoluto è ormai un ricordo: nel 2021 la coalizione aveva toccato il 72,1%, mentre alle regionali 2025 è scesa al 50,6%, con il centrosinistra che ha recuperato fino al 47,7%.
Una differenza di appena tre punti, dopo un divario che quattro anni prima superava i quaranta.

FdI domina, ma non basta più
Anche a Orbetello la spinta principale del centrodestra è arrivata da Fratelli d’Italia, che negli ultimi cinque anni è passata dal 6% al 31,6%.
Un’ascesa poderosa che ha però mascherato il crollo verticale della Lega, passata dal 39% delle europee 2019 al minimo storico del 3,4% del 2025.
Forza Italia, invece, mostra una certa tenuta, oscillando tra l’8 e il 14%.
Il risultato complessivo dice che la coalizione resta prima forza in città, ma con un consenso dimezzato rispetto ai momenti migliori.
Il 2025 segna insomma un punto di svolta: la maggioranza larga non c’è più, e la coalizione dovrà affrontare le comunali del 2027 con un equilibrio molto più fragile.

Il Pd cresce, il M5S scompare, il centrosinistra torna competitivo
Dall’altra parte, il centrosinistra costruisce il suo ritorno con un percorso costante.
Il Pd, pur non raggiungendo i livelli di Grosseto, passa dal 19,5% del 2018 al 25,9% del 2025, diventando il perno di un’alleanza che alle ultime regionali ha sfiorato la vittoria.
Riformisti stabili tra il 2 e il 5%, mentre il Movimento 5 Stelle perde quasi tutto il suo peso: dal 28% del 2018 a poco più del 5% nel 2025.
Il totale di coalizione cresce fino al 47,7%, riportando Orbetello tra i comuni contendibili. Un risultato costruito nel tempo, grazie anche alla crescita dell’area progressista e ambientalista, che alle regionali 2025 ha aggiunto un ulteriore 1,7%.

Il 2027 sarà una sfida aperta
Come a Grosseto, anche a Orbetello la partita si giocherà sull’affluenza. Alle regionali 2025 ha votato il 44,5%, ma alle comunali la media è intorno al 60%.
Significa che un voto su tre nel 2027 sarà nuovo, e il bacino dell’astensione potrebbe determinare l’esito.
Molto dipenderà dai candidati, dalle liste civiche e dalla capacità delle coalizioni di costruire messaggi credibili e inclusivi.
Il centrosinistra dovrà allargare ancora, includendo la sinistra e soprattutto dialogando con il centro. Si schiacciasse su posizioni di sinistra non avrebbe ulteriori margini di crescita.
Il centrodestra, invece, dovrà ritrovare unità interna e una nuova spinta civica per difendere la posizione conquistata.
Verso il 2027: una Maremma contendibile, con molti voti ancora da conquistare
L’analisi degli ultimi dieci anni elettorali a Grosseto e Orbetello restituisce un quadro chiaro: la Maremma non è più blindata dal centrodestra, ma nemmeno già conquistata dal centrosinistra. Le distanze si sono ridotte, i blocchi si sono riequilibrati e le prossime comunali del 2027 si preannunciano più aperte che mai.
Il centrodestra resta in vantaggio, ma con un consenso che non cresce più e che appare oggi più frammentato.
FdI si conferma baricentro politico, ma la Lega è in crisi e Forza Italia, pur in leggera ripresa, non basta a compensare.
L’epoca dei risultati “plebiscitari” sembra chiusa: servono nuove energie civiche e una capacità di ricostruire consenso attivo, oltre la semplice fedeltà di partito.
Dall’altra parte, il centrosinistra ha ritrovato una base solida e oggi ha davanti due strade obbligate: allargare il campo e parlare all’astensione.
La sinistra, esclusa da molte coalizioni, ha comunque un potenziale che oscilla tra il 2 e il 3% nella provincia.
E se si considera che alle comunali voterà almeno un 15% di elettori in più rispetto alle regionali, il bacino dei voti in uscita e in ingresso può valere la differenza tra vittoria e sconfitta.
Le prossime candidature saranno quindi decisive.
Nei comuni medi e grandi della Maremma, i candidati e le liste civiche pesano più dei simboli, perché sanno intercettare elettori trasversali e reti personali.
Il 2027 non sarà una sfida solo di numeri, ma di identità, credibilità e prossimità: chi saprà costruire la squadra giusta e parlare agli elettori disillusi potrà cambiare gli equilibri di un decennio.



