Grosseto liberata, commemorazione senza sindaco. È polemica Skip to content

Grosseto liberata, commemorazione senza sindaco. È polemica

Si è fatta sentire la mancanza del primo cittadino all’anniversario della liberazione di Grosseto. I partigiani hanno parlato dell’importanza della memoria e della Costituzione, che si basa sull’antifascismo
La folla alla commemorazione

GROSSETO. Il 15 giugno è l’anniversario della liberazione di Grosseto, che è avvenuta nel 1944, per l’occasione l’Anpi, l’associazione nazionale dei partigiani italiani, ha organizzato una commemorazione a Porta Vecchia e ha deciso di ricordare la storia della Provincia, la seconda ad essere liberata dopo Roma.

Si è fatta sentire l’assenza del sindaco di Grosseto.

«È una dimostrazione dei tempi che viviamo – dice Bruno Possenti, coordinatore regionale dell’Anpi.- tempi che preoccupano, che vogliono smontare la divisione dei poteri statali: legislativo, giudiziario ed esecutivo, il tutto supervisionato dal garante della democrazia, dal presidente della Repubblica. Uno Stato presidenziale o semipresidenziale è una minaccia alla democrazia che ci ha condotto fino ad oggi». 

I membri dell’Anpi chiedono di ricordare la storia e di ricordare che la Costituzione nasce dalla Resistenza e dall’antifascismo e che tutt’oggi i valori che tramanda rischiano di essere dimenticati

«La Costituzione è antifascista»

«Ci dicono che siamo divisori e lo siamo – dice Massimo Bisca presidente dell’Anpi di Genova –  nella divisione fra fascismo e antifascismo, in questo separiamo, abbiamo valori e ideali diversi, basati sulla libertà».

Bisca continua il suo discorso basandosi sull’eroicità degli umili.

«Anche questo ci divide, l’eroismo della povera gente, di chi ha perso la vita per nascondere i partigiani, di chi è stato fucilato, noi non abbiamo il disprezzo nella nostra battaglia, abbiamo la lotta sociale e armata. È per questo che abbiamo vinto e non perso contro i fascisti, non solo grazie alle armi, ma grazie alla visione di una vita libera».

La Costituzione italiana è ciò che guida i partigiani di oggi.

«La Costituzione non potrà mai essere fascista: è antifascista e se non lo si capisce è perché non la si comprende e nessuno la può stravolgere› – continua Bisca mentre cita Guido Rossa – e chi giura su di essa per avere cariche istituzionali e non la capisce, o peggio non la legge, è distratto».

«Oggi manca una carica istituzionale importante della città, che abbiamo invitato, ma mi voglio soffermare sulla presenza perché ci sono il presidente della Provincia e altre cariche istituzionali. Aggiungo che è grazie ai partigiani che oggi qualcuno può essere un parlamentare, quindi siate grati a chi ha lottato per la liberazione».

I valori che non durano per sempre

Era presente anche Francesco Limatola, primo cittadino di Roccastrada, presidente della Provincia e iscritto dell’A.n.p.i.. Nel suo discorso ha parlato degli ideali che sono destinati a svanire nel tempo se non vengono curati e ricordati.

«I valori non sono per sempre devono essere ricordati, per chi è morto per la libertà, la giustizia e la solidarietà – dice il primo cittadino di Roccastrada – ‹questa non è una rivoluzione, ma una rivelazione degli antichi mali d’Italia›, come disse Gobetti, mali che potrebbero tornare perché il loro degrado è sempre in agguato».

«I valori sono troppo importanti per essere dimenticati, quindi dobbiamo, attraverso l’esercizio della memoria, ricordarli perché sono il cemento della comunità – continua Limatola – e la resistenza è una questione di diversificazione e unione, visto che c’erano tanti partiti politici e cittadini che si sono uniti contro la dittatura fascista».

Francesco Limatola, Bruno Possenti e Massimo Bisca durante la commemorazione

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