GROSSETO. Stop a una sala slot all’interno di un bar di Grosseto: lo ha deciso il Tar Toscana, che con un’ordinanza ha respinto la richiesta cautelare urgente presentata dalla titolare dell’attività contro un provvedimento del Comune.
La contestazione riguarda la presunta violazione delle norme sulle distanze minime dai luoghi sensibili, regole introdotte per contrastare la diffusione del gioco d’azzardo patologico e tutelare la salute pubblica.
La decisione del Tar Toscana
Secondo quanto riportato da Agipronews, la titolare del bar aveva chiesto la sospensione immediata del provvedimento comunale, sostenendo che lo stop alle slot avrebbe comportato gravi danni economici e di reputazione. In particolare, la preoccupazione era legata alla possibile perdita di clientela e al rischio di decadenza o cancellazione dall’Elenco RIES (Registro per esercenti che gestiscono apparecchi da gioco), il cui rinnovo è previsto tra il 1° novembre e il 20 gennaio.
Il Tar Toscana, tuttavia, ha ritenuto che non sussistano danni irreparabili nel breve periodo. L’attività principale del locale, cioè la somministrazione di alimenti e bevande, può infatti proseguire regolarmente. Inoltre, la decisione collegiale arriverà prima della scadenza dei termini per il rinnovo del RIES.
Il bilanciamento degli interessi
Nell’ordinanza, i giudici amministrativi hanno sottolineato come il bilanciamento tra gli interessi economici della titolare e la tutela della salute pubblica non giustifichi un’accoglimento urgente della sospensiva.
Per questo motivo, la richiesta cautelare è stata respinta: la vicenda sarà discussa nel merito nella camera di consiglio fissata per il 18 settembre 2025.
La normativa sulle sale slot
Il caso di Grosseto si inserisce in un quadro normativo complesso. In Toscana, così come in altre regioni italiane, le leggi stabiliscono distanze minime obbligatorie tra le sale slot (o i punti di installazione degli apparecchi da gioco) e i cosiddetti “luoghi sensibili”: scuole, chiese, centri sportivi, luoghi di aggregazione giovanile.
L’obiettivo è quello di limitare l’accesso indiscriminato al gioco e ridurre il rischio di dipendenze patologiche. Proprio su questo punto, i giudici hanno dato maggiore peso alla tutela della salute pubblica rispetto agli interessi economici del singolo esercente.



