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Golfo degli etruschi: qui si pesca la qualità

L’attività del Flag golfo degli etruschi mira a mettere insieme pubblico e privato attorno al mercato e alla tutela del pescato, per fornire un prodotto sempre più sicuro e riconoscibile, dando opportunità di lavoro
Alcune delle attività delle aziende che fanno parte del Flag golfo degli etruschi

LO SPECIALE SUL FLAG GOLFO DEGLI ETRUSCHI

FOLLONICA. Intercettare i fondi europei per investirli in qualità dell’ambiente e del pescato. Questo è l’obiettivo del Flag golfo degli etruschi, che si propone non solo di far nascere produzioni uniche, ma anche con quello di tutelare al massimo l’ambiente e le specie marine del golfo di Follonica e dell’Isola di Capraia.

Flag sta per “Fisheries Local Action Group” ovvero Gruppo di azione locale nei settori di pesca e acquacoltura.

Alcuni tecnici all’opera su un impianto di acquacoltura aderente al Flag

Mirjam Giorgieri, assessora al Comune di Follonica e presidente del Flag, sottolinea quanto sia importante l’attività portata avanti nello specchio di mare che guarda la zona nord della Maremma: «Il flag è un partenariato pubblico-privato, con enti locali, associazioni, istituzioni, amministrazioni e privati che lavorano insieme. Delle amministrazioni ne fanno parte i Comuni di Scarlino, Follonica, Piombino e Isola di Capraia. Riesce a mettere insieme vari mondi e a prenderne il meglio, promuovendo anche il territorio. Questo Flag è nato da poco, nel 2016, e ha già ottenuto i primi risultati. Ci aspettiamo anche futuri sostegni dalle università, per poter ampliare il raggio d’azione». 

Piccoli pescatori e Acquacoltura

La pesca e l’acquacoltura sono le due principali attività produttive che fanno parte del flag.

Uno dei piccoli pescherecci locali aderenti al Flag

Lo straordinario apporto dei piccoli pescatori di Scarlino e Piombino è mirato alla pesca di specie pregiate che vivono nel territorio, effettuata con tecniche poco impattanti. Quasi tutto il pescato è venduto sul mercato locale. Tramite il Flag i pescatori hanno accesso a un processo di valorizzazione del prodotto, legato al territorio di pesca e ai disciplinari di produzione che garantiscono territorialità, qualità e genuinità al prodotto. In più il consumatore si troverà chiaramente davanti a prodotto locale, e saprà riconoscere meglio contraffazioni o prodotti non autoctoni.

Uno degli impianti di acquacoltura

L’acquacoltura, osservando parametri simili a quelli dei piccoli pescatori, dà un apporto importante al Flag, che si rivela uno strumento di collaborazione comune per il riconoscimento della qualità e della provenienza del prodotto, ma anche per il miglioramento della gestione delle aziende.

La possibilità alle aziende presenti (piccoli pescatori e allevatori ittici) date dal Flag sono quindi molteplici, all’insegna di prodotti sempre più riconoscibili e sani, andando ad interessare anche attività di trasformazione e commercializzazione del pescato tramite appositi bandi.

 

Un tecnico su un impianto di acquacoltura

 

Il Flag difende anche l’ambiente

Le aziende pescano e producono pesce, e in futuro sempre più importanti quantità di pesce usciranno dagli impianti di acquacoltura. Anche per questo il sistema di monitoraggio del golfo, come delle molte attività che si affacciano e operano sul mare, rimane una delle prerogative del Flag. 

Che rimane strumento di valorizzazione del territorio sia dal punto di vista turistico sia da quello occupazionale: la produzione ittica sviluppata attraverso la pesca e l’acquacoltura pone le basi per creare nuove e pari opportunità occupazionali in questi ambienti e nell’indotto.

Peschereccio locale

Lo stesso ruolo giocheranno i progetti di impianti di trasformazione dei prodotti e l’istituzione di un mercato a vendita diretta riservato alla piccola pesca.

La presidente Giorgieri parlando di futuro, pensa ad un ampliamento: «Per la nova programmazione che nascerà tra due anni, dovrà essere allargato lo spettro d’azione, anche per snellire la burocrazia. Proveremo a costruire un nucleo di confronto che sia anche un modello di governance. Il Flag parla di programmazione, ma è prima di tutto una visione comune. Con questo spirito, coinvolgendo sempre più interessati, anche il mondo della ricerca, ad esempio, il futuro del Flag potrà essere un successo per tutti».


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