Gli assenti ingiustificati ai funerali di Roberto Madonna | MaremmaOggi Skip to content

Gli assenti ingiustificati ai funerali di Roberto Madonna

In centinaia hanno riempito il Duomo, la piazza e il sagrato. Mancavano i vertici della Asl
L'arrivo del feretro di Roberto Madonna in Duomo
L’arrivo del feretro in Duomo

GROSSETO. «Ciao maestro, fai buon viaggio ovunque tu vada e magari, chissà, incontrerai Margherita Aldobrandeschi».

Si è chiusa con queste parole la lettera intensa e commovente per ricordare Roberto Madonna, scomparso improvvisamente il 10 febbraio, che Luana Ugolini, oggi operation manager della terapia intensiva del Misericordia, ha letto scossa dalle lacrime a nome dei colleghi e degli amici più intimi di Madonna.

Poi è scattato l’applauso nel duomo gremito di persone venute per porgere l’estremo saluto al medico, all’amico, al collega e sì, per molti, al maestro. Come nella giornata di ieri all’obitorio, anche stamani hanno riempito la piazza, la cattedrale e il sagrato. Occhi lucidi, sguardo basso, ma c’erano anche capannelli da cui si levava qualche risata, subito spenta dalle lacrime, al ricordo di aneddoti, tanti, che hanno avuto per protagonista un personaggio che ha dato il massimo in tutto. Un mattatore con il camice e senza.

Tanti amici, conoscenti, ex pazienti e soprattutto i colleghi. C’erano tutti, ma proprio tutti: i primari di oggi, di ieri e in qualche caso dell’altro ieri, giovani che da Madonna hanno imparato la professione, meno giovani che hanno condiviso con lui la sanità maremmana degli ultimi 40 anni e l’hanno vista crescere e affermarsi.

L’assenza dei vertici della Asl

Impossibile non notare l’assenza della direzione della Asl, come ne è stato notato il silenzio assordante dal giorno della morte. C’era il direttore della rete ospedaliera aziendale, Massimo Forti, insieme al responsabile del Misericordia, Michele Dentamaro.

Mancavano i vertici, quelli più alti, di questa direzione e di quelle precedenti (c’era solo, seduto dietro, Fausto Mariotti).

Roberto Madonna era in pensione dal 2014, è vero, ma oltre a essere stato presidente dell’Ordine dei medici per due mandati, fino al 2020, è stato un protagonista indiscusso della sanità e della vita sociale della Maremma. Dunque un’assenza inspiegabile e fastidiosa, quasi uno schiaffo a una comunità intera che invece si è stretta intorno a lui e alla sua famiglia.

Inspiegabile. Oppure si spiega con lo scollamento tra il vertice e la base, tra la comunità e chi eroga servizi, tra chi decide e chi esegue. Ma per governare – non solo la salute – serve la consapevolezza dell’appartenenza comunitaria, la capacità di valorizzare la storia degli individui, serve la conoscenza del territorio, la rete di rapporti formali e informali. Se la Asl sudest è troppo grande, allora occorre uno sforzo maggiore.

Oggi sarebbe stato importante esserci, far sentire la propria vicinanza, dimostrare non solo a parole che si è parte della squadra. Invece è sembrato piuttosto un “rompete le righe” e ognuno faccia quello che può.

 

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