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I monumenti “verdi” della Maremma

Sono 150 gli alberi monumentali censiti finora in provincia di Grosseto, 105 di loro sono raccolti e documentati nella pubblicazione “Patriarchi di Maremma” di Paolo Stefanini e Davide Melini
Il Castagno di Castell'Azzara e l'olivo di Manciano
Il Castagno di Castell’Azzara e l’olivo di Manciano

GROSSETO. Gli alberi sono gli esseri viventi più grandi e più longevi al mondo, alcune specie possono arrivare a vivere migliaia di anni e racchiudere tra i rami e le foglie il passaggio dei secoli. Questi “patriarchi” verdi sono testimoni del tempo e della storia, veri e propri monumenti, quasi immortali, perché capaci di rinascere dalle proprie radici con giovani e vigorosi polloni.

In Maremma si contano ad oggi almeno 150 di questi “alberi monumentali”, come vengono chiamate le piante che rispondono ai “criteri di monumentalità” stabiliti dalla legge 10/2013 e dal Decreto attuativo 23 ottobre 2014. E tra questi criteri, oltre all’età, si considera la dimensione, la forma, l’appartenenza a una specie rara, ma anche essere stati testimoni di un fatto storico, come ad esempio era la sughera di Garibaldi a Scarlino, tra le cui fronde si dice si fosse nascosto l’Eroe dei due mondi il 1°settembre del 1849, prima di raggiungere Casa Guelfi e da lì Cala Martina, in fuga verso la libertà.

I patriarchi della Maremma

Tra i patriarchi più celebri si annovera l’Olivone di Fibbianello, a Semproniano, plurimillenario, di eccezionale altezza, distrutto da un incendio doloso nel 1998, al quale tuttavia è sopravvissuto e oggi è rinato grazie ai polloni che ha prodotto.

Tra i più rari, ma anche più facilmente raggiungibili, l’acero della Chiesa di Santa Croce a Monterotondo, il castagno del Fredi a Roccastrada, il crognolo di Travale a Montieri, il faggio della Contessa sull’Amiata, il frassino del Lago dell’Accesa a Massa Marittima, l’olivo degli Etruschi a Magliano, l’olivo di Manciano, il leccio di San Bernardino a Campagnatico, il tiglio della Strega a Roccalbegna, la roverella di San Paolo della Croce a Monte Argentario, il pero di Civitella Paganico, la roverella di San Quirico di Sorano, il noce di Poggio all’Olmo a Cinigiano il cedro di Castell’Azzara e molti altri. 

Una ricchezza immensa dunque, che rende ancora più prezioso il patrimonio boschivo della Maremma, oltre 150mila ettari, il 33 per cento dell’intero territorio provinciale, che si estende dall’Amiata al mare, dalle Colline Metallifere alle Colline dell’Albegna.

Una parte di questi monumenti verdi, per la precisione 105, è raccolta in una pubblicazione edita nel 2014 dalla Provincia di Grosseto, dal titolo “Patriarchi di Maremma” curata da Paolo Stefanini, responsabile per la Regione Toscana di Aree protette e biodiversità della provincia di Grosseto, e Davide Melini, funzionario dell’Unione dei comuni di Massa Marittima, che nel libro si definiscono “cercatori di alberi”.

La copertina e una scheda interna
La copertina e una scheda interna

Ognuna di queste piante ha un nome e per ciascun è stata fatta una scheda tecnica, accompagnata da una foto, con il luogo in cui si trova, le coordinate, i criteri di monumentalità, le dimensioni, se fa parte di una proprietà privata e se è facilmente raggiungibile.

«Lo studio è durato almeno 10 anni – spiega Paolo Stefanini – durante i quali abbiamo raggiunto ognuna di queste piante, abbiamo fatto i sopralluoghi su segnalazione di tante persone che, avendo a cuore la tutela del patrimonio forestale, ci facevano conoscere la presenza di un albero che poteva avere le caratteristiche di monumentalità».

Cercatori di alberi

«Veri e propri cercatori di alberi, per ogni segnalazione abbiamo preso le misure, verificati i criteri di monumentalità, inserito la scheda della pianta in un elenco, poi allegato al Piano territoriale di coordinamento come parte integrante delle politiche provinciali di tutela ambientale. La pubblicazione è venuta di conseguenza e fa parte della dei Quaderni delle aree protette della Provincia di Grosseto delle quali è il numero 5, a disposizione di chi è interessato a vedere queste piante e scaricabile gratuitamente dal sito dell’ente», aggiunge Stefanini.

Ma la ricerca non è finita, anzi l’elenco è in continuo aggiornamento, grazie al contributo “dal basso” dei cittadini che, essendo a conoscenza o notando una pianta che potrebbe avere le caratteristiche della monumentalità la segnalano.

«La segnalazione deve essere inviata al comune nel cui territorio di trova la pianta. Il comune provvederà a trasmetterla alla Regione affinché la inserisca nell’elenco messo a punto ai sensi della legge 10/2013.  A quel punto la pianta è già tutelata. Spero che ci arrivino altre segnalazioni, anzi invito i cittadini a partecipare e a scriverci», conclude Stefanini che mette a disposizione anche la propria mail: paolo.stefanini@regione.toscana.it.


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