Follonica a secco: ecco la fotogallery | MaremmaOggi Skip to content

Follonica a secco: ecco la fotogallery

Dal fiume Pecora in secca, agli agricoltori che annaffiano con una cisterna, il reportage fotografico di Maremma Oggi che ritrae il disastro
A Follonica si annaffia con l'autobotte
Agricoltori nelle campagne di Follonica che annaffiano con una cisterna

di Maria Chiara Pierini

FOLLONICA. La città e le sue campagne soffrono la sete, come il resto della Maremma, schiacciata da una mancanza di piogge e temperature sopra la media, come non si vedeva da almeno 20 anni.

Dai campi bruciati dal sole, ai corsi d’acqua in secca, all’altimetro del fiume Pecora ai minimi storici, le immagini raccontano una grave emergenza, con gli agricoltori costretti ad annaffiare i campi con un’improvvista autobotte.

La situazione degli invasi e dei corsi d’acqua, il livello del Lago Bicocchi, i ruscelli e i piccoli canali senza un goccio d’acqua sono le immagini che colpiscono di più.

Il canale de L’Acqua Nera e il fosso del Vivoli sono completamente asciutti, sembrano strade carovaniere di un deserto incipiente. Così come il Pecora che, soggetto anche all’attingimento d’acqua più o meno controllata, al momento è completamente in secca. L’unico corso d’acqua vitale è la Gora de Le Ferriere un tempo sfruttata per l’attività fusoria.

Per il resto piccole pozzanghere sono ciò che resta delle casse di colmata dove, fino a qualche anno fa, un minimo livello era sempre garantito, mentre i laghetti artificiali sparsi nel territorio sono scomparsi. Una situazione di emergenza che non lascia scampo neanche ai piccoli animali selvatici, mettendo a rischio la biodiversità. È la catena di quel cambiamento climatico che per troppo tempo è stato snobbato.

Sono decenni che la mano dell’uomo interviene a modificare la campagna, ma senza quella conoscenza del territorio e delle sue leggi naturali che lo caratterizzavano. Un esempio è una vecchia fonte, con annessa cisterna per la raccolta delle acque, in località Valle zona pre-parco di Montioni.

La sua posizione non è casuale: più bassa rispetto al piano di campagna, collocata nei pressi del sentiero maestro ad intercettare il suo stesso scolo naturale, nei giorni di pioggia, per non perderne nemmeno una goccia. Chi prima abitava le campagne sapeva bene che l’acqua è vita e si adoperava in ogni modo per il suo recupero e conservazione.

Oggi quella conoscenza semplice ma risolutiva è scomparsa e quell’acqua che ora manca disperatamente, obbliga a inumidire le colture con un autobotte. 

Riproduzione riservata ©

Condividi su

Articoli correlati