Falsi esami al campus, prosciolti due poliziotti grossetani | MaremmaOggi Skip to content

Falsi esami al campus, prosciolti due poliziotti grossetani

Nessuna lezione seguita nonostante l’obbligo e prove copiate dal web: cadono tutte le accuse
Link campus university
La sede della Link campus university

GROSSETO. Anni di indagini, migliaia di pagine di atti e 71 avvisi di garanzia, due emessi nei confronti di altrettanti poliziotti grossetani, Matteo Carboni, 43 anni, difeso dall’avvocato Federico Bagattini e Luca Tambone, 45 anni, assistito dall’avvocato Piercarlo Pennacchini. Questa mattina, giovedì 17 febbraio, il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Firenze Antonella Zatini, ha dichiarato il non luogo a procedere nei confronti di 53 imputati, tra i quali i due poliziotti grossetani. Nove sono stati assolti con il rito abbreviato e altrettanti rinviati a giudizio.

Nei guai anche un ex ministro

Presunti “esami facili” alla facoltà di Scienze politiche e relazioni internazionali all’ateneo privato Link Campus University di Roma, ente che era presieduto dall’ex ministro Vincenzo Scotti, finito anche lui nella bufera giudiziaria che aveva visto coinvolti 71 indagati per i reati di falsità materiale e ideologica riguardo numerosi episodi di verbali di esame alterati e di associazione a delinquere. Tra gli indagati c’era lo stesso presidente della scuola, che rilasciava lauree riconosciute dallo Stato, ma anche vertici amministrativi dell’ente, docenti, ricercatori, dipendenti e molti studenti.

Secondo le indagini della Procura di Firenze,  gli studenti lavoratori iscritti alla facoltà di Scienze politiche al Link Campus University, molti dei quali poliziotti che avrebbero fatto le iscrizioni attraverso il Siulp, il sindacato dei lavoratori della polizia, non avrebbero frequentato le lezioni anche se obbligatorie e avrebbero sostenuti gli esami a Firenze e in un’occasione anche a Bologna, anziché nella sede di Roma, come ritenuto d’obbligo. Inoltre sarebbe risultato, nel corso delle indagini, che i docenti avessero consegnato prima delle prove d’esame le domande o i temi agli esaminandi e che gli stessi docenti avrebbero permesso di consultare liberamente Internet e di copiare dal web le risposte.

Dopo anni di indagini, la giudice ha messo la parola fine a quelle accuse: alcuni dei capi di imputazione ipotizzati dalla procura non costituiscono reato, gli altri invece non sarebbero stati provati.

53 sono stati i proscioglimenti, 9 le assoluzioni in abbreviato e altrettanti i rinvii a giudizio: tra questi c’è l’ex ministro Scotti e il segretario del Siulp Felice Romano.

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