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Scontro fra la figlia di Bianciardi e Adesso per Capalbio

Silvia appoggia Teodoli, in modo esplicito. I sostenitori di Chelini: «Non c’era stima fra Settimio e Alessio»
Silvia Bianciardi
Silvia Bianciardi

CAPALBIO. Si sa, a Capalbio le elezioni possono deciderle poche famiglie. I voti sono pochi, gli equilibri cambiano in fretta. Ma quanto è successo fra Silvia Bianciardi, figlia del compianto Settimio, e la lista Adesso per Capalbio, che sostiene Gianni Chelini, può incidere più di altre cose.

Perché Silvia, alla presentazione della lista Vivere Capalbio, che appoggia la candidatura di Alessio Teodoli a primo cittadino del Comune maremmano, ha detto parole forti. Alle quali ha risposto con toni fermi la lista che appoggia Chelini.

«Vi spiego – ha detto – perché la famiglia Biancardi  sostiene la lista Vivere Capalbio e Alessio Teodoli. Babbo è stato scelto come sindaco  per la persona che era, per l’uomo che era prima del fatto di essere un politico perché i capalbiesi hanno bisogno di una persona che è nata e cresciuta in questo territorio e soprattutto insieme a questo territorio. I suoi valori li ritrovo in Alessio. Perché prima di parlare di candidati si deve parlare di persone».

Il ricordo della figlia di Settimio

«La prima volta che ho stretto la mano ad Alessio. Eravamo ancora alla ricerca del candidato sindaco al posto di babbo per la campagna elettorale del 2019. Ero con babbo in macchina, erano le 13.30 e stavamo andando a pranzo. Quando rallenta, ferma la macchina, tira giù il finestrino e fa un cenno ad Alessio, quello di avvicinarsi, e gli dice: Alessio vieni a fare il candidato sindaco perché ancora possiamo e dobbiamo fare tante cose per Capalbio. Alessio in maniera gentile e carina non accettò l’offerta. Chiesi a babbo: Ma perché abbiamo perso tempo, adesso rischiamo anche di non mangiare e lui mi disse: Perché quello un giorno sarà il sindaco di Capalbio. Questa volta spero tanto che non si sbagli. Per questo vorrei ringraziare Alessio e tutto il suo gruppo che dal 16 gennaio è sempre stato vicino alla famiglia, sia con affetto e per rispetto a babbo ed a quella comunità che tanto amava e che non tagliava fuori nessuno. E questo senso di inclusione io non l’ho trovato negli altri candidati o negli altri gruppi ed è per questo che oggi sono qua a dirvi queste parole».

Adesso per Capalbio: non c’era stima fra Settimio e Teodoli

La risposta della lista Adesso per Capalbio non si è fatta attendere. «Siamo  felici che una giovane trovi la sua dimensione e partecipi alla vita politica del suo Comune contribuendo con il suo appoggio a sostenere un candidato a sindaco. Essendo la politica fatta prima di tutto di persone, troviamo anche assolutamente legittimo che per farlo si raccontino aneddoti della propria vita e si ricordi un padre e un uomo meraviglioso come Settimio Bianciardi».

«Con coraggio, la figlia Silvia ha scelto di stare con lo schieramento opposto a quello che il padre e anche lei stessa hanno contribuito a costruire, portando solo due anni e mezzo fa una ventata nuova nella amministrazione di Capalbio. Nella vita si può e a volte si deve cambiare idea, è più che legittimo e spesso anche intelligente. Non ci permetteremmo mai di giudicare tale scelta».

«Allo stesso modo non ci permettiamo di giudicare il fatto che Silvia, legittimamente, coinvolga il cognome di suo padre, e suo, all’interno della campagna elettorale. Nessun altro, per rispetto dell’uomo, lo ha fatto così marcatamente come lei oggi, e nessuno di noi avrebbe voluto. Ma è altresì doveroso precisare alcuni elementi che attengono alla politica.
Per prima cosa, pur senza discutere la veridicità dell’aneddoto raccontato da Silvia, non risulta in alcun modo che vi fosse un rapporto di stima e collaborazione politica tra Settimio e il candidato Alessio Teodoli. Questo è comprovato da quanto successo nei mesi di amministrazione che Settimio ha ottimamente portato avanti, durante i quali molto poco spesso si è visto il consigliere Teodoli nel consesso del consiglio comunale».

«Secondo, questa mancanza di stima non fu certamente appianata dall’accusa strumentale che Teodoli e compagni rivolsero a Settimio e all’intera famiglia Bianciardi ad agosto 2020, segnalando la sua attività amministrativa all’Autorità Nazionale Anticorruzione con illazioni ingiuriose mai provate. Un atto che dimostra la malafede di chi a Settimio si oppose quando era in vita e nel pieno delle forze».

«Terzo, Settimio è scomparso da sindaco e da leader indiscusso di un movimento popolare e civico che si chiama “Adesso per Capalbio” ed è Adesso per Capalbio che, per onorare la figura di Settimio e dare a Capalbio il meglio possibile, ha saputo riorganizzarsi dopo quella tragedia, senza perdere la testa, ma tenendo a guida l’azione intrapresa da lui e portandola avanti con dignità e onore. Tutti, del gruppo scelto da Settimio, sono rimasti pronti ad agire: dalla giunta ai consiglieri, dai militanti ai semplici sostenitori. L’eredità politica non si trasferisce per successione come altro, ma con l’impegno».

«La lista guidata da Settimio ha già sconfitto Teodoli e compagni e lo farà ancora, proprio per lo spirito e il buon governo che insieme a Settimio ha esercitato. Adesso per Capalbio non ha infatti ambizioni di potere o di appagamenti personali, ma cerca soltanto il buon governo e l’azione propositiva e rappresentativa che Capalbio merita. Meglio Chelini».

 

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