Edicole, approvato il regolamento. In arrivo ricorsi e richieste danni Skip to content

Edicole, approvato il regolamento. In arrivo ricorsi e richieste danni

Dibattito acceso sul nuovo regolamento per le edicole “trasformate”. E chi le ha acquistate ora medita richieste danni
Due edicole trasformate: a sinistra Pangiusto (ora chiuso), a destra Egg

GROSSETO. Alla fine, in mezzo a mille polemiche, il consiglio comunale, con i soli voti della maggioranza, e neanche tutti, ha approvato il nuovo regolamento per l’applicazione del canone patrimoniale di concessione, autorizzazione o esposizione pubblicitaria.

In sostanza, il regolamento che disciplina, fra le altre cose, le edicole che, nel tempo, sono state trasformate in qualcos’altro, visto che per la profonda crisi dei giornali non riuscivano più a stare in piedi economicamente.

Ma la discussione è stata molto tirata, con interventi molto duri da parte di Rita Bernardini e Davide Bartolini per l’opposizione, ma anche di Giacomo Cerboni, che pure sarebbe in maggioranza.

A difendere le scelte del Comune l’assessora Simona Rusconi («nel 2034 le concessioni andranno a bando, in alcuni casi non vendevano più giornali» ha spiegato) e il vicesindaco Bruno Ceccherini, con l’intervento dei dirigenti Rino Festeggiato e Marco De Bianchi, che poi sono i due che hanno lavorato proprio alle modifiche del regolamento.

Rino Festeggiato e Marco De Bianchi in consiglio comunale
Rino Festeggiato e Marco De Bianchi in consiglio comunale

Rischio ricorsi e richieste di danni

Ma non è detto che la partita finisca qui. Perché gli imprenditori che hanno acquistato le edicole e che hanno chiesto le autorizzazioni, oppure il rinnovo di autorizzazioni già concesse, magari con un po’ di suolo pubblico in più, lo avevano fatto con in vigore il vecchio regolamento.

Le pratiche, ferme da mesi, sono state “congelate” di fatto con continue richieste di integrazioni, fino ad arrivare all’approvazione del nuovo regolamento. Per questo, cambiando radicalmente le condizioni con le domande depositate in qualche caso da mesi, si andrà a ricorsi e anche a richieste di danni.

Staremo a vedere.

Il dibattito. Cerboni: «Presupposti non fondati, primo caso nel 2016»

Giacomo Cerboni, che era assessore al bilancio nel 2021, ha sottolineato che il regolamento vecchio, nato appunto nel 2021: «Non era dettato dall’emergenza Covid come si scrive nei presupposti di questo nuovo regolamento, ma solo per normare una situazione di fatto, visto che il primo caso di edicola “trasformata” risale al 2016».

«Era un modifica fatta per esigenze dell’ente, c’era proprio l’intenzione di dare il suolo pubblico. E chi ha investito l’ha fatto su quei presupposti.  Ora si dice che la situazione è degenerata, ma era solo un tentativo di dare nuova vitalità a questi chioschi»

«Propongo di fare una riflessione – ha aggiunto – facciamoci una commissione sopra. Magari si salvaguardano esigenze già depositate. Perché farle chiudere? Ritirate atto e valutiamolo meglio in commissione e troviamo soluzioni che non siano un game over per chi ha investito».

Il dibattito. Bartolini: «Cosa succederà nel 2034?»

Sulla scadenza delle concessioni al 2034 punta il dito il capogruppo Pd, Davide Bartolini: «Da una parte lavorate per le concessioni dei balneari, perché non vengano toccate, dall’altra mettete dei paletti a queste. Lo fate perché non hanno ombrelloni e spiaggia? Sono due pesi e due misure. Ma la crisi dei giornali cartacei è evidente da dieci anni, qui ci sono investimenti e famiglie dietro, ripensateci».

Sullo stesso tono l’intervento di Rita Bernardini, del gruppo misto di opposizione: «Qui si va contro a imprenditori che hanno deciso di investire, non mi pare il momento giusto».

Il dibattito. Ceccherini: «Norma nata per salvare gli edicolanti, ma non ci sono più»

Il vicesindaco Bruno Ceccherini ha difeso le scelte dell’Amministrazione.

«La norma era nata per salvare gli edicolanti. Ma non ci sono più loro. Al loro posto ci sono imprenditori che hanno acquisito le edicole per fare altro. Eppure ci sono casi limite: penso, per esempio, all’edicola di piazza della Vasca, che pure non ha fatto richiesta. È accanto a un bar, sarebbe giusto che da un giorno all’altro iniziasse a fare spritz? Io spero che questo atto serva a dare una direzione, del resto abbiamo messo il limite al 2034 proprio  per consentire di rientrare dagli investimenti».

Però uno spiraglio c’è: «Stiamo valutando nel piano operativo di far diventare alcune di queste edicole veri e propri bar. Sappiamo bene che i giornali si vendono sempre meno, non siamo fuori dal mondo. Ma lo faremo con bandi di evidenza pubblica».

Riproduzione riservata ©

Condividi su

Articoli correlati