Edi: da giocatrice a presidente della società di calcio | MaremmaOggi Skip to content

Edi: da giocatrice a presidente della società di calcio

Lo Sticciano è colorato di rosa, Edi Catoni è l’unica presidentessa del girone unico di Terza categoria, e la sua è una storia di passione e sacrificio
Edi Catoni durante una partita

STICCIANO. Guarda la partita vicino al cancello d’ingresso del “Baretti” di Sticciano Scalo. Intorno ci sono i gatti, il cane, il suo mondo.

Edi Catoni è l’unica presidentessa del girone unico di Terza categoria, forse del mondo calcistico tricolore, con lei la figlia, le amiche.

Lo Sticciano è colorato di rosa, una società dai capelli lunghi, rimmel e visi graziosi. La storia di Edi rappresenta un viaggio nel calcio, un itinerario non ancora giunto al termine, perché il pallone è infinito. Come la passione di Edi.

La squadra di Edi (lei nella foto è la ragazza in basso a destra)

«Quando ho iniziato a giocare avevo 16 anni – racconta – era il 1981. La società era la Circoscrizione Centro Grosseto, il campionato la serie D a livello regionale. Vincemmo il campionato per salire in C. Si andava in città importanti come Bologna e Modena. Ero una punta, tiravo sempre in porta da ogni posizione, da qualsiasi distanza. E facevo gol».

Edi attacca anche mentre rivede il passato

«Nel 1984 passai al Tarquinia, in serie B. Furono anni intensi, belli – ricorda Edi -. Partivo col treno, tornavo col treno e, verso mezzanotte, ero a casa. Poi fui tesserata con il Carrara, serie A. Durò un solo anno, segnai se non ricordo male una decina di reti. Poi, per motivi di lavoro, decisi di tornare a casa. Non c’erano grandi entrate, solo rimborsi e trasferte pagate. Erano periodi balordi per il calcio femminile, che non era nemmeno riconosciuto dalla Federazione. Dimenticavo di dire che sono stata nella rappresentativa Toscana per cinque anni vincendo 2 tornei delle Regioni».

Poi lo Sticciano

«Si, dove sono presidente dal 2013. Ero dirigente, facevo di tutto – racconta -, da pulire gli spogliatoi, sistemare il terreno e tante altre cose. Quando ci furono le dimissioni del presidente di allora, mi fu proposto di prendere il posto rimasto vuoto. Accettai e l’anno prossimo compio 10 anni di presidenza durante i quali non ho mai smesso di pulire gli spogliatoi, sistemare il terreno e fare tante altre cose necessarie per mandare avanti la società».




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