GROSSETO. È stata una mattinata colma di emozione quella del 18 dicembre. Momenti in cui si è acceso il ricordo di Aurora Bellini, la ragazza morta su un traghetto durante una gita scolastica. In omaggio a lei, la scuola, la famiglia e i compagni hanno deciso di piantumare un albero, una jacaranda.
Aveva 19 anni e un cassetto pieno di sogni, speranze e amore. «L’emozione è tanta e Aurora continua a vivere nei ricordi di tutti noi – dice la mamma Erica – Continua a vivere in qualsiasi gesto e in qualsiasi cosa. Chiunque la conoscesse ci è stato molto vicino in questo periodo e questo dimostra che tipo di persona fosse mia figlia. La sua camera è sempre immersa nel suo caos, con tutte le sue cose».
Alla piantumazione era presente anche Angelo Costarella, dirigente scolastico del Polo tecnologico Manetti-Porciatti. «Dopo il murales, che sta assolvendo al suo compito, ovvero quello di ricordare Aurora, abbiamo deciso di renderle un omaggio perenne – dice il dirigente – e lo facciamo con amore e affetto per Aurora».
Fiori viola per Aurora
L’albero è una jacaranda e fiorisce in primavera con dei bellissimi fiori viola, il colore preferito di Aurora. Un colore onnipresente alla piantumazione: dai vestiti della mamma a chi aveva scelto di indossare un accessorio viola.
La cerimonia ha toccato profondamente tutti i presenti, dai giovani studenti agli adulti. Gli sguardi erano tristi, una sofferenza che colpisce sempre chi resta, e gli occhi bagnati di lacrime, per ricordare chi, anche solo con un sorriso, ha lasciato un’impronta indelebile in questo mondo.
«Mi fermerò spesso in questo posto – dice il padre di Aurora, Paolo – oggi c’è una grande emozione per noi. Ci tengo a ringraziare gli amici di Aurora, che ci sono stati sempre molto vicini, il comandante della Guardia costiera di Castellammare di Stabia Andrea Pellegrino e anche Michele Caruso della pizzeria Godiva, che ha messo a disposizione la sua sala per tutti noi».
Sotto le fronde dell’albero c’è anche una panchina viola, con scritto “Welcome”, e una targa con una frase scritta dagli amici di Aurora: «Questo albero cresce verso il cielo come Aurora vive in ogni nostro giorno, ogni ramo racconta un ricordo, ogni foglia porta con sé il suo sorriso».
Un dolore condiviso da tutta la comunità
La sofferenza, in questo caso, è un filo viola che collega la scuola, la famiglia e gli amici. Comunità che si sono trovate ad affrontare un dolore immenso e soffocante.
«Siamo qua per ricordare Aurora. La scuola ha visto la sua normalità spezzata dal dolore, che ancora oggi è presente – dice Mariapia Betti, docente – la sua morte ci ha colpito duramente e la comunità scolastica, fatta di crescita e promesse, si è trovata a far fronte al dolore dell’assenza. Questa sofferenza cambia forma: prima si fa memoria, poi silenzio e, infine, consapevolezza. La sua presenza ha lasciato un segno indelebile».
A prendere la parola è stata anche una donna, Laura, che condivide con Erica la stessa sofferenza.
«Sono una mamma che ha vissuto la perdita di un figlio. Non ho conosciuto Aurora, ma ho conosciuto sua mamma. E lei è una che non molla: è coraggiosa, vivace, viva e tenera. Conosco tante persone che hanno perso un figlio, ma una donna come lei non l’ho mai conosciuta – dice Laura – i nostri figli e chiunque ci abbia lasciato si è solo spostato più in là, sono sempre con noi e non ci lasciano mai, hanno solo cambiato dimensione. Sono sicura che oggi Aurora sarebbe molto orgogliosa di sua mamma».



