GROSSETO. Materasso, coprimaterasso, lenzuolo: uno accanto all’altro due giovani hanno passato la notte così, dormendo sotto al palazzo ex Rama, in via Oberdan. Poi, questa mattina, sabato 22 giugno, qualcuno li ha visti uscendo di casa ed ha chiamato i carabinieri. I militari sono intervenuti e li hanno fatti allontanare, con il loro giaciglio di fortuna.
Un caso come tanti altri. Come decine di altri.
A volte c’è anche un senzatetto che dorme sotto al Comune, fra i vasi dei fiori. Se ne va di solito prima che arrivino gli impiegati, così diventa un “non problema”.
Ma sono solo i casi più visibili. Perché di persone, perché questo sono, che dormono all’aperto ce ne sono decine a Grosseto. Il dormitorio pubblico, nel piazzalone di Barbanella, ha solo 15 posti e non bastano per tutti. E tanti neppure ci vogliono andare, preferendo soluzioni di fortuna.
Una povertà che è sempre più tangibile in città e per la quale nessuno fa nulla.
Don Enzo: «Tante parole e pochi fatti»
Ne abbiamo parlato con don Enzo Capitani, direttore della Caritas. Un prete che, da sempre, è in prima linea contro la povertà, la droga, la ludopatia. E che fa quello che può.
Ha anche organizzato un servizio chiamato “Abitare la notte“, un equipaggio di volontari della Caritas che, con un furgone, ogni notte gira nei luoghi dove dormono i senzatetto e dà loro qualche genere di conforto, l’acqua, un panino, una coperta, una medicina. Ma sono soluzioni tampone, il problema resta.
«Vedo solo tanta indifferenza per la povertà – dice don Enzo – e sento tante parole che poi restano tali. Nessuno che proponga qualcosa che incida davvero, che sia una soluzione stabile al problema. Eppure i poveri sono sempre di più in città».

«Ci si ferma alle dichiarazioni di intenti. E non parlo solo delle Amministrazioni pubbliche, ma anche della Chiesa. Noi che siamo i primi a parlare di poveri e di accoglienza, siamo veramente convinti di quello che diciamo? A vedere i fatti no. Sì, è vero, la Chiesa ha messo in piedi la Caritas, che io dirigo, ma neppure noi riusciamo a portare in fondo i progetti concreti. Per cui anche io faccio quello che posso fare nel mio piccolo, una presenza fattiva. Io aiuto chi mi si avvicina, ma non mi metto in competizione con nessuno».
Una realtà preoccupante.
«A me fa male che la realtà a cui appartengo, la Chiesa, non si sia appropriata ancora di questa missione, servire i poveri. Quando Gesù Cristo si è messo in gioco pubblicamente, non ha fatto chiacchiere. Ha annunciato la sua missione prima di tutto con i fatti e poi con i discorsi».
Ma non c’è una struttura di accoglienza per i senza tetto?
«Non abbiamo niente. Nessuno le vuole strutture così, sia chiaro. Facciamo qualcosa con il progetto “Abitare la notte” che da qualche mese funziona di notte. Ma risolve il bisogno di una volta, ma di più non dà. Può dire di andare la mattina dopo all’Help Center accanto alla stazione, che doveva funzionare 24 ore su 24, ma che invece fa orario di ufficio».
E per dormire?
«Ci sono solo i 15 posti a Barbanella. Nel piazzalone. Perché Barbanella è un quartiere particolare, accogliente. Da sempre. Una realtà storica e fondante della città di Grosseto, la prima espansione oltre le Mura. Non per nulla San Giuseppe è stata la prima chiesa fuori dalle Mura della città».
Don Enzo: «Investire sui poveri, per aver un ritorno a livello umano»
Ma cosa si può fare per queste persone?
«Certo il problema non si risolve chiamando i carabinieri. Bisogna rendersi conto che abbiamo bisogno di mettersi intorno a un tavolo e parlare su come affrontare insieme questa sacca di povertà. È una povertà che c’è sempre stata. Penso, quando ero bambino, a Giogio. Dormiva in una baracca. E già allora non si seppe risolvere il problema. E non ne siamo capaci neanche ora».
Quindi non si può fare niente?
«Certo che si può e si deve! Nel limite del possibile, ognuno per le proprie competenze, deve fare qualcosa. Che vada da un’ospitalità h24 fino a un servizio di accompagnamento. Lo so che ci vogliono tanti soldi, ma d’altra parte se vuoi combattere la povertà ti devi rendere conto di una cosa: qualsiasi investimento in questa linea è a fondo perduto ma, a livello umano, ci sarà un ritorno. Questo perché aiuterai l’umanità a resistere e ad andare avanti. O ci mettiamo in testa che aiutare queste persone è un investimento sulla nostra umanità oppure possiamo solo continuare a dare la colpa agli altri».
Autore
-
Direttore di MaremmaOggi. Dopo 30 anni di carta stampata ho capito che il presente (e il futuro) è nel digitale. Credo in MaremmaOggi come strumento per dare informazione di qualità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
Visualizza tutti gli articoli