GROSSETO. La Consulta comunale per le disabilità del Comune di Grosseto e il Garante della disabilità non ci stanno. I due organismi, peraltro vicini più al centrodestra che al centrosinistra, scrivono al sindaco e agli assessori al turismo, Megale, e al sociale, Vazzano. Sotto accusa la gestione dell’accesso dei disabili a GRande estate, in particolare al concerto di Raf, che ha fatto il pienone. Meno problemi ci sono stati con Paci, Gennai e Salvadori, che hanno avuto un grande afflusso di pubblico, ma non al punto di dover chiudere gli accessi.
Consulta e Garante esprimono «Pubblicamente il proprio apprezzamento per il successo dell’evento “Grande Estate 3” e, in particolare, per il concerto gratuito del cantante Raf, che ha riempito piazza Dante con entusiasmo, partecipazione e gioia condivisa».
«Tuttavia – aggiungono -, pur riconoscendo il valore culturale e sociale di simili eventi per la cittadinanza, non possiamo nascondere la nostra profonda amarezza per la gestione dell’accessibilità per le persone con disabilità. Anche quest’anno – per la terza volta consecutiva – la Consulta non è stata coinvolta nella fase di progettazione e organizzazione dell’evento, nonostante rappresenti ufficialmente le associazioni e i cittadini con disabilità del nostro territorio».
«Abbiamo letto con attenzione le dichiarazioni dell’assessore Megale nelle quali si fa riferimento al decreto Piantedosi come motivazione dell’assenza di aree attrezzate. A tal proposito, precisiamo quanto segue».
Normativa e inclusività nel decreto Piantedosi
«Il decreto Piantedosi – spiegano – regola la capienza e le condizioni generali di sicurezza per gli eventi open space, ma non vieta l’allestimento di aree riservate alle persone con disabilità. Tuttavia, l’inserimento di sedute o spazi fissi può richiedere un diverso tipo di autorizzazione e sottostare a vincoli più rigidi, che necessitano di una preventiva pianificazione e una valutazione condivisa con le autorità competenti (serve la Commissione pubblici spettacoli, ndr). Ciò non toglie che, con un adeguato anticipo organizzativo e con la collaborazione della Consulta, soluzioni compatibili e rispettose della normativa possano essere individuate».
«Cosa prevede effettivamente il decreto Piantedosi? Il decreto non riguarda nello specifico i diritti delle persone con disabilità, ma si occupa di:
- contingentamento degli accessi in caso di grandi afflussi;
- piani di emergenza e vie di fuga;
- presenza di steward, presidio sanitario e forze dell’ordine;
- sicurezza per eventi temporanei, specialmente in aree pubbliche all’aperto;
- limiti alla capienza massima in base alla superficie disponibile».
«Cosa dice la legge in materia di accessibilità agli eventi pubblici? Il decreto Piantedosi non può derogare alle leggi specifiche in materia di diritti delle persone con disabilità, tra cui:
- Legge 67/2006
- Tutela contro la discriminazione delle persone con disabilità in ogni ambito, inclusi i servizi pubblici e culturali.
- Escludere o limitare la fruizione di un evento costituisce discriminazione indiretta.
- Legge 18/2009 (ratifica convenzione Onu)
- Art. 30 – Diritto alla partecipazione alla vita culturale, ricreativa e sportiva.
- Gli Stati devono garantire accessibilità fisica, informativa e organizzativa, anche con adattamenti ragionevoli.
- Codice dei beni culturali (D. Lgs. 42/2004, art. 38)
- Obbligo per enti pubblici e privati di favorire l’accesso universale agli eventi culturali».
Si possono e si devono prevedere
- Sedie per chi ha disabilità motorie, posturali, visive o respiratorie, anche senza uso di ausili per la mobilità.
- Aree dedicate con visibilità facilitata, senza barriere visive.
- Spazi per accompagnatori (anch’essi tutelati dalla normativa).
- Accessi facilitati o dedicati.
- Servizi igienici accessibili.
- Presenza di personale formato e sensibilizzato sul tema della disabilità.
«Tutto ciò è legittimo, auspicabile e doveroso, senza infrangere il decreto Piantedosi, purché venga previsto nel piano di sicurezza e comunicato alla Prefettura o al Comune per l’autorizzazione».
«Inoltre, l’assenza di informazioni chiare e accessibili – anche attraverso i canali istituzionali – ha provocato confusione e disagi. Numerose segnalazioni sono giunte allo sportello Info-Handicap da parte di persone con disabilità e familiari che, per mancanza di comunicazioni adeguate, hanno dovuto rinunciare a partecipare. Solo durante il concerto si è appreso che l’accesso all’area riservata (lato libreria Palomar) era gestito da volontari, ma tale indicazione non era stata preventivamente diffusa quantomeno alla Consulta cioè alle associazioni sull’handicap dal quale la nostra Consulta comunale è composta».
«L’area stessa risultava inadeguata: limitata negli spazi, priva di sedute per chi non utilizza sedia a rotelle ma presenta difficoltà motorie, e non attrezzata per accogliere anche gli accompagnatori. Questo ha generato frustrazione, esclusione e amarezza».
Chiediamo di essere coinvolti per i prossimi spettacoli
«Con spirito costruttivo, chiediamo che in futuro la Consulta comunale per le disabilità sia coinvolta sin dalle fasi iniziali nella pianificazione degli eventi, affinché si possano progettare soluzioni accessibili, sicure e inclusive per tutti. La co-progettazione non è solo una buona prassi: è un dovere istituzionale».
«Confidiamo che, per le prossime edizioni, lo slogan “per tutti” non resti una promessa, ma diventi finalmente una realtà concreta, condivisa e rispettosa dei diritti di tutti i cittadini. Nel nome della musica, della cultura e dell’inclusione».
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