ORBETELLO. Otto persone finiscono a processo per i presunti sversamenti irregolari collegati al depuratore di Terrarossa, impianto che serve i comuni di Orbetello e Monte Argentario.
Il sequestro dell’impianto avvenne nel dicembre del 2022.

La decisione è arrivata al termine dell’udienza preliminare: il giudice ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla procura.
Secondo l’accusa, tra il 2019 e il 2022 sarebbero stati gestiti e smaltiti in modo illecito fanghi e rifiuti speciali, causando un peggioramento dell’ambiente nel canale che collega la struttura con la laguna di ponente. Alcune aree dell’impianto erano già finite sotto sequestro preventivo nel novembre 2022.
L’impianto adesso è stato ristrutturato ed è passato ad Acquedotto del Fiora.
Chi sono gli imputati
A giudizio andranno figure con ruoli diversi nella gestione dell’impianto: ex procuratori, tecnici, responsabili operativi e dipendenti. Si tratta, imputati a vario titolo di Andrea Alleva, Claudio Antonioni, Valentina Celleno, Marcello Milano, Giordano Rossi, Dashamir Shata, Loretta Tiberi e Lorenc Xhafa.
Secondo la procura, avrebbero agito in concorso, ciascuno per la propria parte, violando l’Autorizzazione integrata ambientale e superando più volte i limiti di legge nelle acque in uscita.
Contestati anche l’utilizzo non autorizzato di sostanze chimiche – come il Brenspec 022 – e lo smaltimento irregolare di migliaia di tonnellate di fanghi, parte dei quali sarebbe finita direttamente nei canali che sfociano in laguna.
Un altro filone riguarda lo sversamento di acido peracetico nella stazione di sollevamento di Ansedonia: secondo le indagini, parte di quel materiale sarebbe poi arrivato in mare (periodo 2020-2022).
Il ruolo della società Integra
La società Integra Concessioni, che gestiva il depuratore attraverso i propri rappresentanti, è uscita dal processo con un patteggiamento da 42mila euro. Per l’azienda – oggi in liquidazione – il Tribunale ha disposto anche quattro mesi di interdizione dall’attività e la revoca delle autorizzazioni.
Secondo la procura, la società avrebbe tratto vantaggi economici dalle pratiche ritenute illecite: risparmi di gestione dei fanghi, mancati controlli in entrata e uso di prodotti non autorizzati.
Quando inizia il processo
La prima udienza è fissata per marzo, davanti alla giudice Agnieszka Karpinska. Nel dibattimento la difesa potrà presentare le proprie consulenze tecniche, già annunciate dopo aver contestato alcune conclusioni delle perizie svolte durante le indagini.



