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Dal Giglio alle boutique con il nome della barca del nonno

David Cataldo ha scommesso su un’intuizione che affonda nelle sue radici: con “La Sciabbica” il nome del Giglio viaggia per l’Italia
Una borsa della Sciabbica con lo sfondo dell’isola del Giglio

ISOLA DEL GIGLIO. 08

Paglia e cotoni naturali per pezzi unici

David Cataldo, dopo la laurea in Giurisprudenza, aveva trovato un lavoro come impiegato che però lo aveva portato sulla terraferma. Lui, nipote di Angiolino, marò del Giglio, voleva però tornare a vivere sull’isola. A Giglio porto, c’era ancora il fondo dove il nonno tesseva le reti da pesca. Dove, con le sue mani, realizzava quelle sciabiche che servivano per la pesca a strascico. «Avevamo anche una barca che si chiamava “La Sciabbica” – ricorda Cataldo – e così, quando sono tornato al Giglio, ho deciso di aprire un negozio e di vendere borse da mare. Il resto è successo solo perché ho avuto fortuna». 

David Cataldo

I primi anni, le borse in vendita a Giglio porto, non portavano il nome del negozio. «Vendevo borse in tela e in paglia – dice – che sinceramente erano apprezzate e andavano. Un giorno però, parlando con le due aziende che producevano le borse, ho buttato là l’idea di fare un tentativo e provare a mettere sulle loro creazioni il logo del negozio». 

L’intuizione di Cataldo è stata vincente: ora le borse “La Sciabbica”, mese dopo mese, hanno conquistato le vetrine delle boutique di mezz’Italia: si trovano sul lago di Como, si trovano in tanti punti vendita della Toscana e del Lazio e ovviamente in ogni angolo della provincia di Grosseto, oltre che nella prestigiosa vetrina del Golf resort Argentario. 

Lo spirito che sta dietro a questa impresa, però, non è cambiato. «La sartoria  e il paglificio che si occupano della produzione – dice Cataldo – utilizzano solo cotoni e paglia non trattati. Non c’è alcuna componente in plastica e non viene utilizzata nemmeno nelle fibre, così come i coloranti». 

Un brand oggetto del desiderio delle donne

Le borse della Sciabbica hanno conquistato, dal cuore dell’isola del Giglio, una buona fetta del mercato italiano e si trovano già in una trentina di punti vendita, dal nord al sud. «Ancora non mi abituo – dice Cataldo – quando sono in giro e vede una borsa con il nome del mio negozio mi emozioni ancora tanto. Non me lo sarei mai aspettato che questo progetto sarebbe andato così avanti. Da bambino mettevo un tavolino davanti a dove ora ho il negozio e facevo il mercatino: vendevo vecchie copie di Topolino e i braccialetti scooby do fatti con le mie mani. Ora ho un negozio dove vendo praticamente solo borse e accessori con il nome della barca di mio nonno. Però continuo a fare quello che facevo quando aveva 5 o 6 anni». 

È una soddisfazione immensa, per David Cataldo, uscire e vedere donne con le sue borse al braccio. Ed è anche la realizzazione di un sogno: quello di poter essere tornato a vivere sulla sua isola, dove affondando le sue radici e dove, grazie a nonno Angiolino, ha raggiunto finalmente la strada che voleva percorrere quando era sulla terraferma. Strada che porta il nome della Sciabbica, la vecchia barca del nonno. 

 

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