Daini a Cala di Forno, l'esperto: «Non è la natura di Walt Disney» | MaremmaOggi Skip to content

Daini a Cala di Forno, l’esperto: «Non è la natura di Walt Disney»

Daini a Cala di Forno, Andrea Sforzi, zoologo e direttore del Museo di storia naturale: «Sono animali selvatici, non va dato loro da mangiare»
Daini a Cala di Forno
Daini a Cala di Forno

CALA DI FORNO (Magliano in Toscana). I daini di Cala di Forno sono animali selvatici. E come tali vanno trattati. Vanno osservati da lontano e non va dato loro da mangiare. Ci sono, o meglio, ci sarebbero, anche numerosi cartelli del Parco che avvertono, ma la foto del daino col bimbetto è un richiamo troppo forte per qualche turista. E così scatta l’offerta del bocconcino, quanto basta per il clic.

Senza riflettere sui danni che si fanno.

Uno dei cartelli del Parco della Maremma
Uno dei cartelli del Parco della Maremma

Dopo il caso dei daini “presi a calci”, o comunque scacciati alzando la sabbia, dalla famiglia che non gradiva la loro presenza, abbiamo parlato con Andrea Sforzi, direttore del Museo di storia naturale della Maremma, zoologo, esperto di eco-etologia e conservazione dei vertebrati, principalmente mammiferi. Una delle massime autorità scientifiche nel ramo, in Italia e non solo.

Andrea Sforzi, direttore del Museo di storia naturale della Maremma
Andrea Sforzi, direttore del Museo di storia naturale della Maremma

Sforzi: «Purtroppo è una visione della natura alla Walt Disney»

Dottor Sforzi, ha visto il caso dello “scontro” fra la famiglia e il daino?

«Ho seguito tutto, purtroppo non è il primo caso e, temo, non sarà l’ultimo. Sul posto ci sono tanti cartelli, così come ci sono agli ingressi dei percorsi. Ma, a quanto pare, non bastano. È una visione della natura alla Walt Disney, influenzata da cartoni animati e film in tv. Ma qui si parla di animali selvatici e come tali vanno trattati».

Quali animali si incontrano a Cala di Forno?

«Quelli che si avvicinano di più sono i daini, ce ne sono moltissimi. Poi ci sono anche caprioli, ma sono più schivi e, in qualche caso, cinghiali. Tutti animali selvatici. Che, peraltro, possono anche diventare pericolosi. Vanno osservati da lontano, con grande rispetto».

Come sono arrivati i daini a Cala di Forno?

«Sono animali alloctoni, non sono originari della zona, ma dell’Asia Minore. Nel tempo, però, sono stati introdotti in molte zone, per motivi ornamentali e anche venatori. In particolare, nella zona della Pineta Granducale del Parco, i primi esemplari furono portati dai Lorena, nella metà del XIX secolo. Da allora si sono riprodotti in gran numero, anche se, per il fatto di avere questi grandi palchi di corna, sarebbero più animali da grandi steppe, la vegetazione del sottobosco per loro non è il massimo. Però adesso sono una specie molto presente in tutta l’area del Parco».

Altri daini sulla spiaggia
Altri daini sulla spiaggia

Regole chiare: non va dato loro da mangiare

In effetti hanno preso confidenza, si avvicinano alle persone.

«La zona di Cala di Forno è quella dove ce ne sono di più, perché non è neppure zona di abbattimenti e catture. Altrove il numero viene tenuto sotto controllo dalle guardie del Parco. E la confidenza nasce, purtroppo, da questo comportamento errato dei turisti che danno loro da mangiare. È un errore molto grosso. Il daino è un erbivoro. Il suo nutrimento consiste in erba, foglie, germogli e frutta e certi tipi di funghi. Il daino è un ruminante, cioè un animale che dopo aver ingoiato il cibo lo rigurgita per poi rimasticarlo più accuratamente in luoghi riparati e tranquilli».

Un daino a Cala di Forno
Un daino a Cala di Forno

Quindi il cibo che viene offerto loro è dannoso.

«Sì, è molto dannoso. Non hanno la capacità di digerirlo bene, anche se quando viene loro offerto lo mangiano senza problemi. In sostanza, dando loro da mangiare rischiamo di danneggiarli. E non succede solo con i daini».

In che senso?

«Nel senso che lo fanno anche con le volpi, soprattutto nella zona di Alberese. E con loro il pericolo è dietro l’angolo, perché quando azzannano il cibo a volte possono prendere anche il dito. E un morso di una volpe non lo auguro a nessuno».

Quindi qual è il comportamento corretto?

«Il comportamento corretto è capire che siamo in una zona selvatica e non in uno zoo (e anche in uno zoo non va dato da mangiare…) e che gli animali sono selvatici. Vanno osservati da lontano, con rispetto. Senza comportamenti non consoni, senza alzare la voce e, soprattutto, senza dare loro da mangiare».

Sammuri: «Occhio, che sono animali pericolosi»

Sulla vicenda interviene anche Giampiero Sammuri, a lungo presidente del Parco della Maremma e ora presidente del Parco dell’Arcipelago toscano.

«Sono animali selvatici e come tali vanno trattati. Deve essere chiaro. Peraltro sono animali pericolosi. Un daino adulto può pesare anche un quintale. Ha un palco di corna molto imponente. Se, per qualche motivo, fosse infastidito e decidesse di “dare una cornata“, si rischiano conseguenze molto serie. Quindi, non va dato loro da mangiare e bisogna stare a distanza. Sono bellissimi anche così».

IL VIDEO – Daini a Cala di Forno

 

 
 
 
 
 
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Autore

  • Guido Fiorini

    Direttore di MaremmaOggi. Dopo 30 anni di carta stampata ho capito che il presente (e il futuro) è nel digitale. Credo in MaremmaOggi come strumento per dare informazione di qualità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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