Covid: aumentano i ricoveri, ospedale "in sofferenza" | MaremmaOggi Skip to content

Covid: aumentano i ricoveri, ospedale “in sofferenza”

I ricoverati positivi sono circa una ventina, “distribuiti” nelle bolle Covid dei vari reparti. In rianimazione i letti occupati oscillano tra 2 e 3, ma il rischio è che possano salire. Nencioni: «Solo il 4% degli over60 si vaccina regolarmente»

GROSSETO. Si chiamano Eris (la dea greca della discordia) e Pirola (una pianta sempreverde scritta con la y) le due varianti del Covid. In particolare la seconda sta facendo salire i casi e i ricoverati, in Italia. Lo dicono i report dell’Istituto superiore di sanità, anche se, va precisato, solo un quarto dei ricoveri sono specificamente legati all’infezione da Coronavirus.

Gli altri vengono individuati con i tamponi effettuati al momento dell’ingresso in ospedale per altre patologie.

Oltre 20 ricoverati positivi, al Misericordia

«Dobbiamo fare una premessa: se prendiamo come riferimento gli anni precedenti, la situazione del Covid è in generale sotto controllo, anche se non si deve abbassare la guardia», spiega la direttrice delle Malattie infettive dell’ospedale di Grosseto, Cesira Nencioni

«Se poi ci riferiamo ai ricoveri ospedalieri, come avviene su scala nazionale, anche al Misericordia si osserva un aumento di positivi, isolati nelle bolle Covid nei vari reparti ospedalieri di area medica e area chirurgica. Al momento sono oltre 20, ma il numero oscilla quotidianamente in base alle agli accessi e alle dimissioni. Tra 2 e 3 sono i letti occupati in terapia intensiva».

Un dato, quello della rianimazione, che desta apprensione se dovessero salire i ricoverati, perché potrebbe creare “sofferenza” agli altri reparti, a partire dall’area chirurgica. Ma in generale preoccupa l’aumento anche negli altri reparti.

Le bolle Covid, infatti, sono stanze con due letti, in cui i pazienti positivi sono isolati, ma basta uno con il Covid per occupare una stanza, nella quale non può essere messo un altro ricoverato, se non positivo esso stesso.  

«Anche se al momento, lo ripeto, la situazione è sotto controllo, non va sottovalutato il rischio che ci siano ulteriori aumenti di casi tra i pazienti ospedalieri, data la crescita dei contagi», riprende Nencioni.

Il 40 per cento dei positivi ha già avuto il Covid 

L’età media dei contagiati è di 58 anni, sale a 77 quella dei positivi ricoverati. Secondo il report del ministero della Salute del 24 novembre scorso, è in aumento anche il famigerato indice di trasmissibiltià che misura la contagiosità del virus. Basti pensare che la percentuale delle persone che hanno già avuto il Covid e si infettano di nuovo è del 40 per cento. 

Vaccinazioni degli over60 ferme al 4 per cento

«La prevenzione con comportamenti responsabili, prima, la vaccinazione poi, sono state le armi che ci hanno fatto uscire dalla pandemia». riprende Nencioni. 

«Ma il Covid c’è ancora, meno aggressivo e virulento, ma c’è e non è come l’influenza. I suoi effetti sui pazienti anziani e fragili sono molto più pesanti di quelli di un virus stagionale. E sono loro che rischiano di finire nelle terapie intensive degli ospedali. Dunque è fondamentale che le persone anziane continuino a ripetere la vaccinazione una volta all’anno, come  per l’influenza.

Invece, purtroppo, la campagna di somministrazione stagionale del vaccino anticovid tra gli utrasessantenni è ferma al 4 per cento», conclude Cesira Nencioni.

 

 

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