Cgil: «Al porto licenziati senza motivo» | MaremmaOggi Skip to content

Cgil: «Al porto licenziati senza motivo»

Finita la stagione dei licenziamenti collettivi, due lavoratori storici restano senza lavoro. Ferretti (Filcams Cgil): «Hanno colpito chi ha partecipato alle lotte degli anni passati». La replica delle società
Il porto di Scarlino

SCARLINO. Per più di vent’anni hanno lavorato al porto di Scarlino. La società, fin dall’inizio del loro rapporto di lavoro, era la Promomar. Oggi si ritrovano a casa, senza lavoro: licenziati, perché hanno presentato alle due società che li ha riassunti, la Baia di Scarlino e La Marina srl due certificati medici, chiedendo, sulla base della malattia riconosciuta, che venisse loro assegnata una mansione che avrebbero potuto svolgere senza problemi. 

Ma la società di Leonardo

Ferragamo, una delle tre nate dalla Promomar, ha risposto picche: licenziando l’unico torrista del porto di Scarlino e una dipendente che da 22 anni lavorava con mansioni di front office e segreteria e che aveva chiesto, ormai anni fa, di essere trasferita in torre.

Invece, si era ritrovata a fare il fattorino per gli appartamenti del residence

Dall’ufficio al lavoro da fattorino

La donna, assistita dall’avvocata Sabrina Pollini, ha deciso di impugnare il licenziamento di fronte al giudice del lavoro del tribunale di Grosseto, Giuseppe Grosso. Perché quel licenziamento, arrivato dopo 22 anni di lavoro al porto, le è sembrato davvero l’ultimo atto di una vicenda che si trascina da anni. 

Fatta di spostamenti, di licenziamenti e riassunzioni in società diverse, di demansionamenti. 

«In 22 anni mi hanno licenziata due volte – raccolta la donna, che oggi ha 50 anni e ha passato tutta la sua vita professionale al porto – Ero impiegata d’ordine di quarto livello, mi sono ritrovata con un contratto da operaia per una delle tre società, la Baia di Scarlino, nate dalla Promomar quando è arrivato l’amministratore unico Leonardo Ferragamo». 

La prima volta, nel 2018. «Fino ad allora avevo sempre lavorato al front office e svolto compiti di amministrazione: avevo le chiavi della cassaforte, andavo anche in banca a versare gli incassi. La società sollevò il problema che non sapessi parlare inglese e così, nel 2016, chiesi di essere spostata a lavorare in torre».

Quel lavoro, però, non arrivò. Due anni dopo da quella richiesta, la donna fu licenziata. «Eravamo in tre – dice – fu aperto un tavolo delle trattative in Regione, e fummo tutti riassunti. Ma non più dalla Promomar, bensì dalla Baia di Scarlino, che gestisce gli appartamenti del residence. Da ragioniera, mi sono ritrovata a lavorare come fattorino». 

L’infortunio sul lavoro e il nuovo licenziamento

Dalla nuova società, la donna ottiene un posto come operaia. E lo stipendio passa da 1.600 euro al mese a 700 circa. «Perché noi tre dipendenti a tempo indeterminato – spiega – siamo stati tenuti in cassa integrazione per lunghi periodi, anche quando il porto lavorava a pieno regime. Tra le mie mansioni, quando sono rientrata, c’erano quelle della vigilanza e prima accoglienza, la sistemazione degli spazi esterni e anche quello di mettere a posto i documenti». 

Tre mesi di vigilanza, la donna, li ha fatti. «Poi però mi hanno tolta da lì e mi hanno messo una scopa in mano – dice – per pulire la galleria. Dovevo togliere l’erba con le mani nei parcheggi e fare le pulizie. Servizio, questo che nel 2020 è stato esternalizzato. A quel punto mi sono ritrovata a fare il fattorino, a mettere a posto la biancheria, a distribuire gli amenities nelle stanze. Finché non mi sono infortunata». 

Ed è qui, che la storia cambia di nuovo: la donna, che si è rotta un tendine della spalla, ha aperto un certificato d’infortunio all’Inail. «Mi hanno detto di chiudere il certificato – dice – nonostante mi fosse stato riconosciuto un danno biologico del 6%. Non potevo usare macchine vibranti, alzare pesi, mi fa male anche alzare una bottiglia d’acqua. Mi hanno messo in aspettativa dal 2022 a gennaio 2024. Ho coinvolto il sindacato perché volevo rientrare al lavoro ma hanno sempre risposto che non sapevano dove mettermi. Questo però significa umiliare una persona».

Il 13 marzo, poi, è arrivata la pec: la donna è stata licenziata. E con lei anche l’unico torrista rimasto. 

L’appello della Cgil alla sindaca di Scarlino

«Dopo le lotte sindacali del 2012, 2014 e del 2018 e il pesante ricorso agli ammortizzatori sociali di questi ultimi anni Ferragamo, non pago, torna a licenziare al porto di Scarlino. E lo fa in modo chirurgico, colpendo proprio i lavoratori storici protagonisti delle lotte precedenti». A dirlo è Andrea Ferretti, segretario della Filcams Cgil che da anni ormai segue il braccio di ferro tra i lavoratori e la proprietà del porto di Scarlino. 

«In questi anni, consapevoli delle sconfitte patite, gli amministratori della società hanno agito creando più ragioni sociali diverse che – aggiunge –  pur facendo capo al socio unico Baia di Scarlino, risultano ridotte ai minimi termini con meno di 15 dipendenti in modo da aggirare le protezioni della legge e delle istituzioni. Consapevoli ma incuranti di sacrificare in questo modo anche la qualità del servizio e l’immagine del porto stesso, ma preferendo comunque disporre a piacimento delle vite dei lavoratori».

Alcuni lavoratori che occupavano posti chiave – dicono ancora alla Cgil – si sono dimessi, altri pur di non farli stare al lavoro, sono stati messi in aspettativa per lunghissimi periodi. 

«Ora è stato licenziato l’unico torrista con esperienza ventennale – aggiunge Ferretti – colpevole di avere una prescrizione medica, certificata già da più di dieci anni, e di aver sfidato la dirigenza chiedendo solamente di essere impiegato in lavori consoni alla sua situazione».

Disattesi i patti territoriali

Il porto, investimento dell’intera comunità scarlinese, ha usufruito di aiuti statali e territoriali. «Il minimo che deve fare adesso è garantire posti di lavoro buoni alla comunità locale – aggiunge il segretario della Filcams – Oggi purtroppo non è così, si mira solo ad ottenere più utile possibile per Ferragamo senza lasciare nulla nel territorio. Rischiando di influire negativamente su tutto il turismo locale andando a compromettere la qualità del servizio in periodi strategici come la Pasqua e con la stagione alle porte».

Ma ci sarebbe dell’altro: i comportamenti ritenuti vessatori nei confronti dei lavoratori del porto, sarebbero messi in atto dall’ad, che «nella crisi del 2014 – aggiunge il sindacato – era proprio uno dei lavoratori individuati per essere licenziati. È stato grazie all’intervento della Cgil e dei lavoratori, tra i quali il torrista licenziato oggi, che furono salvati tutti i posti di lavoro, compreso il suo, applicando i contratti di solidarietà. E oggi ci ringrazia così». 

Ad oggi, tutte le richieste di incontri e transazioni proposte dalla Cgil, hanno visto solo risposte negative da parte dell’azienda che preferisce andare in causa «pur sapendo che il licenziamento è palesemente illegittimo – dicono – Nella convinzione che i soldi possano comprare tutto, anche la dignità, la serenità e la vita di un lavoratore e della sua famiglia».

«Faremo di tutto per affermare le nostre ragioni –  conclude Ferretti  – perché questo è un affronto a tutta la comunità. E proprio per questo chiederemo un intervento immediato anche alle istituzioni e ai parlamentari locali. E chiederemo soprattutto alla sindaca di Scarlino, responsabile delle concessioni erogate al porto, di difendere il proprio territorio e i propri concittadini da coloro che pensano solo a sfruttarli per il loro tornaconto personale». 

La replica: «Licenziamenti motivati, faremo valere le nostre ragioni»

Claudio Cilemmi ad della Marina srl e Federico Baldi, ad di Baia Scarlino srl hanno poi diffuso una nota in cui spiegano la loro posizione e contestano le parole della Filcams Cgil.

«Come management delle società citate, rispondiamo in maniera compatta esprimendo il nostro stupore in merito a quanto asserito dalla Filcams Cgil nel comunicato pubblicato in data odierna, che descrive circostanze palesemente travisate e, quindi, inevitabilmente fuorvianti». 

«Riteniamo utile rilevare innanzitutto che la Marina di Scarlino, nel suo complesso, rappresenta una delle più importanti realtà imprenditoriali della provincia di Grosseto, in grado di generare, considerando anche l’indotto, oltre 300 posti di lavoro nel settore nautico, dell’hotellerie, in quello enogastronomico ed in quelli del commercio e dei servizi».

«Nei primi mesi del 2024, fra le altre cose, abbiamo organizzato, anche in collaborazione con gli operatori presenti, varie giornate dedicate alle nuove assunzioni, che hanno permesso di dare lavoro a giovani del territorio, di cui molti provenienti dal Comune di Scarlino».

«La nostra azienda, inoltre, porta avanti un progetto di ospitalità integrata fondata sulla sostenibilità, il rispetto della natura e dei valori, imprescindibili nel nostro gruppo, di protezione e salvaguardia del capitale umano in cui la diversità, l’inclusione e il senso di appartenenza rappresentano un riferimento per tutto il nostro staff, come del resto l’uguaglianza e le pari opportunità necessarie a favorire l’espressione e la valorizzazione delle potenzialità delle singole persone. La nostra cultura è improntata all’innovazione, al miglioramento e alla formazione continua per dare opportunità di crescita ai giovani talenti».

«Le aziende del nostro gruppo, in alta stagione, impiegano direttamente oltre 60 persone tra contratti a tempo indeterminato e contratti stagionali. In circa 14 anni di attività, le aziende del gruppo hanno effettuato solo 4 licenziamenti, di cui due per ragioni disciplinari gravi (neppure impugnati) e due, quelli oggetto del comunicato della Filcams, dovuti all’oggettiva impossibilità per i lavoratori interessati, di svolgere le mansioni per cui erano stati assunti e solo all’esito dell’esplicito rifiuto di accettare diversi ruoli, appositamente ricavati all’esito di apprezzabili modifiche organizzative, ideate proprio garantire alle persone coinvolte la continuità di impiego. Confidiamo che, sul punto, le nostre ragioni troveranno conforto nelle sedi opportune».

«Rimane il fatto che la percentuale di licenziamenti dal 2010 ad oggi, rapportata ai posti di lavoro creati, è sicuramente tra le più basse sul territorio e che il nostro gruppo rappresenta un esempio virtuoso di valorizzazione di percorsi di crescita e di qualificazione professionale sia per giovani che per adulti, con particolare rilevanza per le posizioni occupate da quote rosa».

«Per tale ragione siamo del tutto sbigottiti per l’ingeneroso attacco ricevuto (al quale non riteniamo di dover puntualmente replicare, essendo farcito di accuse generiche e palesemente infondate) e ci riserviamo di agire in ogni sede per la tutela dell’immagine del gruppo e delle persone che lo rappresentano».

La sindaca Travison: «Non si speculi sulla mia persona»

Anche la sindaca di Scarlino, Francesca Travison, interviene sulla vicenda.

«Come sindaco mi sono occupata immediatamente della vicenda, la Cgil e il lavoratore lo sanno benissimo».

«Dispiace leggere tali dichiarazioni da parte del sindacato perché, come ho detto, sono sempre in prima linea e non mi sono mai tirata indietro. Ho provato a riaprire il dialogo tra le parti, cercando una soluzione che andasse a favore del lavoratore. Lui lo sa».

«Purtroppo il tentativo è stato vano perché l’azienda ha risposto che la vicenda non era recuperabile ed era in mano ai legali. Chiedo alla Cgil di portare avanti le sue battaglie raccontando la verità dei fatti, altrimenti ogni azione diventa vana. Se  il sindacalista avesse telefonato alla “sindaca” come ama appellarmi la Cgil, gli avrei spiegato i fatti nel dettaglio così non ci sarebbero stati fraintendimenti».

«Capisco la situazione e capisco anche la soddisfazione di uscire sui giornali con titoloni per attirare l’attenzione, ma non speculando sulla mia persona».

 

Autore

  • Francesca Gori

    Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

    Visualizza tutti gli articoli

Riproduzione riservata ©

Condividi su

Articoli correlati

Reset password

Inserisci il tuo indirizzo email e ti invieremo un link per cambiare la tua password.

Powered by Estatik